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Mercati obbligazionari, ecco le istruzioni per l’uso

27 Febbraio 2015 11:10
financialounge -  Anima Sgr Armando Carcaterra BCE liquidità mercati obbligazionari
Negli ultimi tre anni tutte le previsioni più o meno negative (per non dire, in alcuni casi, catastrofiche) sul mercato obbligazionario sono state puntualmente smentite dai fatti. Nel 2012, dopo lo scoppio della crisi del debito sovrano della zona euro, l’indice generali dei fondi obbligazionari ha messo a segno un eloquente +9,0%; l’anno successivo, nonostante il robusto aumento dei tassi registrato tra maggio e giugno, l’indice dei fondi di categoria chiuse comunque l’anno con un +1,9%; l’anno scorso i sottoscrittori di fondi obbligazionari hanno portato a casa, in media, il 4,6%.
Anche all’inizio di quest’anno, le raccomandazioni sulla prudenza da mantenere sul comparto si sono moltiplicate: ma, almeno fino a 24 febbraio scorso, sembrano degli allarmi a vuoto visto che l’indice generale dei fondi obbligazionari segnava un +2,22% (e un +5,59% negli ultimi 12 mesi). Certo, con i tassi sui minimi storici (e in molti casi addirittura negativi) è piuttosto improbabile che i sottoscrittori di fondi obbligazionari possano contare su rendimenti importanti come negli ultimi anni. Ma non per questo le opportunità nel settore del reddito fisso sono esaurite.
“L’iniezione di liquidità da parte della Banca Centrale Europea conferisce un importante supporto anche alle asset class obbligazionarie. In particolare, l’azione della BCE porterà, a tendere, ad una compressione degli spread, mantenendo i tassi sotto controllo. In questo contesto, la view sui mercati obbligazionari resta positiva, pur aspettandoci rendimenti più contenuti” fa presente Armando Carcaterra, Direttore Investimenti di Anima Sgr che poi aggiunge: “A maggior ragione, pertanto, siamo convinti che per rendere più efficiente il portafoglio obbligazionario sia necessaria un’esposizione alle valute. La divergenza tra le politiche monetarie di BCE e Fed, infatti, sta generando nel mercato dei cambi, tendenze più marcate rispetto ad altre asset class: di qui l’importanza di disporre di una diversificazione valutaria”.
Un altro tema che per Armando Carcaterra sarà cruciale dovrebbe essere rappresentato dalla gestione della duration di portafoglio. “Per quanto riguarda i titoli governativi, all’interno dei portafogli dei fondi obbligazionari, manteniamo il sottopeso sui titoli dei Paesi Core e crediamo sia opportuno allungare le scadenze e concentrarsi sui titoli di stato della Periferia. Grazie specialmente alla spinta della BCE, pensiamo che ci sia ancora valore sui titoli governativi italiani, sia su quelli nominali che indicizzati all’inflazione” spiega Armando Carcaterra la cui valutazione sui corporate bond e sugli high yield resta costruttiva. È vero che le obbligazioni societarie non sono direttamente interessate dagli acquisti della BCE, ma, secondo il manager, beneficeranno di riflesso dell’immissione di liquidità e della compressione degli spread.
“In particolare, a beneficiarne potrebbero essere soprattutto i titoli a basso merito di credito e quelli più connessi al ciclo economico. Pertanto l’idea su queste due asset class resta costruttiva. Nei portafogli dei nostri fondi corporate si conferma un tema rilevante di investimento, la preferenza, nel comparto dei subordinati, per gli emittenti non finanziari, a scapito delle emissioni bancarie di «nuova generazione». In merito alle obbligazioni high yield il giudizio resta ancora cautamente positivo” puntualizza Armando Carcaterra.
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