Adesso scattano multe salate per le infrazioni delle Sgr
25 Febbraio 2015 09:45

ni che possono arrivare fino a 5 milioni di euro nel caso in cui siano ravvisate importanti infrazioni nell’ambito della disciplina di vigilanza, oppure siano riconosciute clausole nulle nei contratti, o siano identificate applicazioni di commissioni ai clienti non consentiti o, anche, qualora siano constatati oneri superiori a quelli permessi per il recesso o il rimborso anticipato.
È ciò che prescrive il decreto legislativo approvato martedì 10 febbraio scorso dal Consiglio dei Ministri, che recepisce la direttiva UE 2013/36 e che interviene sulla regolamentazione e sul controllo delle banche e sulle imprese d’investimento (incluse anche le Sgr, società di gestione del risparmio). Lo schema del decreto legislativo rivede infatti le penalità, aumentandone le ammende amministrative e le sanzioni non pecuniarie, e recepisce i contenuti di Basilea 3 sul capitale: nel mirino sono finite soprattutto le infrazioni alla disciplina di vigilanza e gli illeciti nei rapporti con i clienti.
L’intervento, nel suo insieme, punta al rafforzamento delle norme prudenziali e al miglioramento del livello di armonizzazione delle misure applicabili agli intermediari che operano sul mercato unico. Da notare che il legislatore non si è limitato a muoversi nella direzione di stabilire maxi – sanzioni a banche ed Sgr in termini economici ma anche introducendo provvedimenti di carattere non pecuniario.
Per esempio è prevista l’interdizione temporanea dell’esercizio di funzioni presso intermediario con l’ordine di arrestare ogni violazione accertata o contestata. Un capitolo ad hoc è poi dedicato al contrasto alla corruzione. Infatti, come stabilito dai provvedimenti anti- corruzione all’interno della PA (Pubblica Amministrazione), anche gli istituti di credito e le imprese d’investimento dovranno obbligatoriamente introdurre specifiche procedure per segnalare al proprio interno, da parte del personale, atti o operazioni che possono configurarsi come una violazione alle norme sull’attività creditizia o di raccolta del risparmio.
È ciò che prescrive il decreto legislativo approvato martedì 10 febbraio scorso dal Consiglio dei Ministri, che recepisce la direttiva UE 2013/36 e che interviene sulla regolamentazione e sul controllo delle banche e sulle imprese d’investimento (incluse anche le Sgr, società di gestione del risparmio). Lo schema del decreto legislativo rivede infatti le penalità, aumentandone le ammende amministrative e le sanzioni non pecuniarie, e recepisce i contenuti di Basilea 3 sul capitale: nel mirino sono finite soprattutto le infrazioni alla disciplina di vigilanza e gli illeciti nei rapporti con i clienti.
L’intervento, nel suo insieme, punta al rafforzamento delle norme prudenziali e al miglioramento del livello di armonizzazione delle misure applicabili agli intermediari che operano sul mercato unico. Da notare che il legislatore non si è limitato a muoversi nella direzione di stabilire maxi – sanzioni a banche ed Sgr in termini economici ma anche introducendo provvedimenti di carattere non pecuniario.
Per esempio è prevista l’interdizione temporanea dell’esercizio di funzioni presso intermediario con l’ordine di arrestare ogni violazione accertata o contestata. Un capitolo ad hoc è poi dedicato al contrasto alla corruzione. Infatti, come stabilito dai provvedimenti anti- corruzione all’interno della PA (Pubblica Amministrazione), anche gli istituti di credito e le imprese d’investimento dovranno obbligatoriamente introdurre specifiche procedure per segnalare al proprio interno, da parte del personale, atti o operazioni che possono configurarsi come una violazione alle norme sull’attività creditizia o di raccolta del risparmio.
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