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Quando l’oro rappresenta la moneta mondiale alternativa

17 Febbraio 2015 14:50

financialounge -  euro oro
guarda cosa è successo sul mercato dei cambi dall’inizio 2014 al 6 febbraio scorso, si può facilmente constatare come l’euro abbia perso terreno contro tutte le principali valute estere: dal -17% rispetto al dollaro USA al -14,4% verso il renminbi cinese, dal 14% nei confronti del franco svizzero al -10,7% in rapporto alla sterlina, fino al -7,4% messo a segno sullo yen giapponese. Una svalutazione che ha preso forma anche verso molte delle monete dei paesi emergenti come il rand sudafricano (-10%), il peso messicano (-6,2%), il dollaro neozelandese (-8,6%) e il real brasiliano (-2%).
Tra le rare monete rispetto alle quali la divisa unica europea si è apprezzata negli ultimi 13 mesi figurano la corona norvegese (+1,7%), quella svedese (+5,9%) e, ovviamente, il rublo russo (+70%). Un tend che dovrebbe proseguire nei prossimi 6-12 mesi sebbene con molta meno ampiezza rispetto al recente passato.
Tradotto in pratica, infatti, a parte il cambio euro / dollaro USD che potrebbe planare entro dicembre a quota 1,05 (facendo così registrare un ulteriore calo del valore dell’euro rispetto al biglietto verde), i fixing con le altre divise principali dovrebbero oscillare intorno agli attuali valori di un +2% o -2%: dalla sterlina inglese allo yen, dal dollaro australiano a quello canadese fino al franco svizzero.
A proposito della moneta elvetica, alcuni analisti valutari non capiscono la ragione per cui il franco svizzero debba rimanere così forte nei confronti delle altre valute mondiali, visto che si pagano ben 85 punti base (0,85%) per tenere franchi a vista e tassi negativi su una buona parte dei bond elvetici. Secondo la loro opinione, su questi livelli, potrebbe essere interessante montare operazioni di swap, ovvero scommettere sulla svalutazione della divisa di Berna contro le principali valute mondiali. Ma, sebbene questo suggerimento possa rivelarsi interessante (in particolare per gli investitori più propensi alla speculazione) è un’altra la riflessione che sta delineandosi tra gli addetti ai lavori e riguarda l’oro.
Spesso in passato si è detto che il peggior difetto del metallo giallo fosse quello di non offrire alcun rendimento per il solo possesso: il guadagno (o la perdita) derivava unicamente dalla variazione della quotazione (e, cioè, del prezzo). Tuttavia, in questo specifico contesto, il fatto che l'oro sia una delle poche «valute» a non esigere interessi negativi viene ritenuto un elemento di giudizio che sta sfuggendo a molti investitori. Questa considerazione riprende il concetto in base al quale l’oro, da sempre, viene convenzionalmente associato ad una «moneta» mondiale alternativa. Ecco perché il consiglio di chi sostiene questa tesi è quello di continuare a mantenerlo in portafoglio in quote adeguate e cioè tra il 5% il 10% del totale.

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