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Idee di investimento - Obbligazioni - 16 febbraio 2015

16 Febbraio 2015 09:45
financialounge -  BCE inflazione mercati emergenti petrolio
Il 2015, secondo Armando Carcaterra, Direttore Investimenti di Anima Sgr, dovrebbe essere caratterizzato da una «disperata ricerca di rendimento» in un contesto più esposto alla volatilità: i ritorni positivi ci saranno, ma non mancheranno periodi di storno dettati dall’incertezza, dato che non sarà un anno privo di rischi. “A questo trend chiave se ne aggiungeranno altri due. Innanzitutto, quello relativo all’apprezzamento del dollaro sull’euro, ma anche su altre valute; un trend che si è accentuato per effetto della politica monetaria della Bce, ma anche del taglio dei tassi di interesse da parte di altre banche centrali, come quella del Canada. Altra tematica che riteniamo chiave è la «redistribuzione del benessere globale», figlia della caduta del prezzo del petrolio. Riteniamo che il costo del greggio resterà debole per i prossimi mesi e questo comporterà un trasferimento di ricchezza tra Paesi esportatori tradizionali e importatori e quindi dai produttori ai consumatori: a beneficiarne sarà cioè il «consumatore globale», in particolare quello di fascia medio bassa, dal momento che sarà liberata una capacità di spesa che avrà un beneficio nel tempo elevato” spiega Armando Carcaterra nell’articolo “La disperata ricerca di rendimento farà i conti con la volatilità”.

A proposito di «redistribuzione del benessere globale» a seguito del crollo del prezzo del greggio, il punto di vista di Koon Chow, Senior Macro e FX Strategist EMD di Union Bancaire Privée (UBP) sui produttori di petrolio dei Mercati Emergenti è, nell’articolo “Prezzi del petrolio, tutti gli impatti sui bond dei produttori”, ricco di sfumature: ha infatti una view positiva sui bond dei Paesi produttori di petrolio che hanno bilanci solidi sia verso l’estero sia a livello nazionale (Messico, Colombia, Indonesia e Emirati Arabi Uniti). Per contro, lo strategist resta ancora molto cauto su quelle economie, in particolare quella russa e venezuelana, dove è necessario in verità un aumento dei prezzi del petrolio per migliorarne la situazione macro economica.

Sylvie Golay Markovich, Head Fixed Income Analysis di Credit Suisse, dal canto suo, rivela che, contrariamente alle valutazioni elevate dei principali mercati dei titoli di Stato, le obbligazioni emergenti in valute locali, con rendimenti attorno al 6%, presentano valutazioni interessanti. Inoltre il livello più basso dell’inflazione dovrebbe permettere alle banche centrali di allentare ulteriormente i tassi: India, Indonesia, Sud Africa, Turchia, Perù e Messico sono i paesi preferiti dalla strategist che, inoltre, prevede che la sovraperformance delle obbligazioni in euro rispetto a quelle in dollari USA registrata nel 2014 possa risultare ribaltata nei prossimi mesi. “Le valutazioni delle obbligazioni americane sono attualmente le più interessanti tra i mercati dei paesi avanzati, il che, sommato alle prospettive ancora positive per il biglietto verde, potrebbe contribuire ad accrescere la domanda di obbligazioni area dollaro piuttosto che area euro. In quest’ottica, non privilegiamo più le obbligazioni periferiche d’Europa, anche se il loro vantaggio in termini di rendimenti limita il rischio di risultati negativi” spiega Sylvie Golay Markovich nell’articolo “I bund tedeschi sono ampiamente sopravvalutati”, per poi aggiungere: “Sui mercati avanzati, preferiamo le obbligazioni australiane e canadesi. Le economie di questi due paesi esportatori di energia hanno risentito in modo particolare del declino del prezzo del petrolio, aprendo la strada ad ulteriori riduzioni dei tassi da parte delle rispettive banche centrali”.

Sui bond di Sidney è intevenuto pure il team di BNP Paribas Investment Partners nelle proprie posizioni flessibili multi-asset. “I rendimenti sul debito dell’Australia sono scesi dopo il taglio dei tassi deciso dalla banca centrale, determinando la riduzione del differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato di riferimento rispetto agli USA. Tenuto conto della probabilità di nuovi tagli dei tassi in Australia a fronte di un inasprimento negli USA, abbiamo liquidato la posizione ribassista sui titoli decennali australiani rispetto ai Teasury di durata analoga” fa sapere nell’articolo “La crescita USA in fase di consolidamento” il team che ha, inoltre, adottato una posizione rialzista sui titoli societari del Giappone rispetto a quelli degli altri paesi asiatici tramite dei credit default swaps (iTraxx Japan/iTraxx Asia ex-Japan): secondo gli esperti di BNP Paribas IP, la Banca del Giappone continuerà a fare tutto il necessario per reflazionare i prezzi delle obbligazioni continuando l’allentamento quantitativo, mentre è probabile che gli altri paesi asiatici incontrino delle difficoltà sulla strada delle riforme strutturali che potrebbero far aumentare le insolvenze societarie.
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