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Azionario europeo, tra potenzialità e trappole da evitare

16 Febbraio 2015 10:40
financialounge -  crescita economica Grexit Jean Sylvain Perrig mercati azionari ucraina
Ci sono tutte le premesse affinché quest’anno il mercato azionario europeo registri una performance superiore a Wall Street grazie ad una crescita degli utili più sostenuta rispetto alle corporation USA. È questa la premessa di Jean-Sylvain Perrig, CIO di Union Bancaire Privée (UBP) che, tuttavia, segnala anche due ostacoli non di poco conto: l’accordo ancora in alto mare tra Grecia e UE e la persistente crisi russa - ucraina.
“I listini azionari europei scambiano con uno sconto del 10-15% rispetto alle controparti americane. Il mercato a stelle e strisce ha fortemente sovraperformato il Vecchio Continente negli ultimi due anni, grazie a una generazione di utili molto più alta. Questa situazione potrebbe però cambiare se le misure annunciate da Mario Draghi riusciranno a ristabilire la fiducia e a far ripartire la domanda nell’Eurozona. I prezzi energetici sono bassi e il calo della moneta unica potrebbe dare una spinta agli utili delle società europee: questi mercati potrebbero avere qualche bella notizia nel 2015” puntualizza Jean-Sylvain Perrig che, tuttavia, preferisce assumere “prudenza” come parola d’ordine: “Se non dovesse esserci un accordo sulla ristrutturazione del debito, la situazione in Grecia potrebbe danneggiare la percezione di rischiosità di alcuni asset europei. Inoltre, la crisi ucraina e l’isolamento della Russia sulla scena internazionale sono fattori destabilizzanti, specialmente per l’Europa. Fino ad ora, i mercati hanno generalmente minimizzato questi rischi, ritenendo che Atene troverà un accordo e che la Russia non sarà nient’altro che una minaccia” spiega Jean-Sylvain Perrig per il quale il dollaro statunitense dovrebbe continuare a salire contro l’euro e lo yen, anche dopo il forte apprezzamento delle prime settimane del 2015.
Solo una crescita più sostenuta in Europa e in Giappone potrebbe, secondo l’esperto, invertire questo trend, nel lungo termine. Bisogna però essere cauti: se l’euro dovesse scendere troppo velocemente, ciò potrebbe essere interpretato come una perdita di credibilità da parte della moneta unica.
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