Credit Suisse
Perchè le azioni Europa e Giappone sono la prima scelta
11 Febbraio 2015 09:25

ati azionari europei sembrano offrire, in termini comparativi, un valore migliore rispetto ai mercati obbligazionari europei caratterizzati nelle ultime settimane da rendimenti negativi dei sovrani «core» europei (tedeschi e svizzeri in particolare, ma non solo) a breve scadenza, dai bassi rendimenti dei sovrani periferici del Sud Europa e di emissioni investment grade corporate, fino ad arrivare agli high yield ad alto rendimento ma ad alto rischio.
I bilanci caratterizzati da abbondante liquidità e le valutazioni delle azioni europee evidenziano ulteriori dividend yield che offrono agli investitori un premio in termini di extra rendimento rispetto alle obbligazioni della stessa società.
La propensione delle grandi multinazionali europee all’export e al mercato globale mitigano l’esposizione del mercato azionario verso rischi macro politici, verso i quali i mercati obbligazionari si ritrovano ad essere soggetti: ecco perché sono in molti, tra gli addetti ai lavori, ad ipotizzare un posizionamento favorevole allo spostamento degli asset dall’obbligazionario all’azionario.
All’interno delle azioni, una propensione per un high-dividend di qualità, con un più ampio basket di azioni, è possibile tramite strategie di dividend index, orientate cioè alla ricerca di società ad alto e sostenibile dividendo. Interessanti, pure le azioni small-cap che, sebbene risultino più esposte ai potenziali benefici della ripresa economica a livello regionale, potrebbero trarre maggiori vantaggi rispetto alle azioni large-cap maggiormente influenzate dalle esportazioni. “Sebbene le condizioni monetarie potrebbero inasprirsi negli USA e, forse, nel Regno Unito quest’anno, sussistono altre parti del mondo in cui le banche centrali stanno ancora procedendo a un allentamento monetario. La BCE ha dato avvio al proprio QE: ciò dovrebbe aiutare a sospingere l’attività economica in Eurolandia e determinare un ulteriore indebolimento dell’euro. A sua volta, dovrebbe aiutare le aziende europee a registrare una nuova crescita degli utili, poiché il gap tra gli utili statunitensi ed europei è ai massimi. Il Giappone è un altro paese in cui la banca centrale continua ad avere un atteggiamento espansionistico. A fronte del sostegno delle condizioni monetarie, delle interessanti valutazioni, della solidità della dinamica degli utili e delle riforme politiche in corso, a nostro giudizio anche le azioni nipponiche offrono prospettive interessanti. Nonostante opportunità selettive, i mercati emergenti in generale restano una regione caratterizzata da problematiche strutturali e dall’assenza di crescita” fa presente Gérald Moser Head of Equity Analysis di Credit Suisse.
Le società stanno rendendo noti i propri risultati relativi al quarto trimestre 2014 su entrambe le sponde dell’Atlantico, e gli investitori si stanno altresì focalizzando sui dati microeconomici e sulle dinamiche settoriali.
“Continuiamo a ritenere che i beni di consumo ciclici dovrebbero trarre vantaggio dalla flessione dei prezzi del petrolio negli USA e dal calo dei tassi in Europa e Giappone. A nostro giudizio è anche un settore economico, oltre a quello IT, un settore per cui abbiamo anche un giudizio positivo. Mentre, finora, i dati sugli utili sono stati deludenti per le banche negli USA, il programma di QE in Europa dovrebbe aiutare il settore finanziario in generale, e manteniamo prospettive positive per tale settore” conclude Gérald Moser.
I bilanci caratterizzati da abbondante liquidità e le valutazioni delle azioni europee evidenziano ulteriori dividend yield che offrono agli investitori un premio in termini di extra rendimento rispetto alle obbligazioni della stessa società.
La propensione delle grandi multinazionali europee all’export e al mercato globale mitigano l’esposizione del mercato azionario verso rischi macro politici, verso i quali i mercati obbligazionari si ritrovano ad essere soggetti: ecco perché sono in molti, tra gli addetti ai lavori, ad ipotizzare un posizionamento favorevole allo spostamento degli asset dall’obbligazionario all’azionario.
All’interno delle azioni, una propensione per un high-dividend di qualità, con un più ampio basket di azioni, è possibile tramite strategie di dividend index, orientate cioè alla ricerca di società ad alto e sostenibile dividendo. Interessanti, pure le azioni small-cap che, sebbene risultino più esposte ai potenziali benefici della ripresa economica a livello regionale, potrebbero trarre maggiori vantaggi rispetto alle azioni large-cap maggiormente influenzate dalle esportazioni. “Sebbene le condizioni monetarie potrebbero inasprirsi negli USA e, forse, nel Regno Unito quest’anno, sussistono altre parti del mondo in cui le banche centrali stanno ancora procedendo a un allentamento monetario. La BCE ha dato avvio al proprio QE: ciò dovrebbe aiutare a sospingere l’attività economica in Eurolandia e determinare un ulteriore indebolimento dell’euro. A sua volta, dovrebbe aiutare le aziende europee a registrare una nuova crescita degli utili, poiché il gap tra gli utili statunitensi ed europei è ai massimi. Il Giappone è un altro paese in cui la banca centrale continua ad avere un atteggiamento espansionistico. A fronte del sostegno delle condizioni monetarie, delle interessanti valutazioni, della solidità della dinamica degli utili e delle riforme politiche in corso, a nostro giudizio anche le azioni nipponiche offrono prospettive interessanti. Nonostante opportunità selettive, i mercati emergenti in generale restano una regione caratterizzata da problematiche strutturali e dall’assenza di crescita” fa presente Gérald Moser Head of Equity Analysis di Credit Suisse.
Le società stanno rendendo noti i propri risultati relativi al quarto trimestre 2014 su entrambe le sponde dell’Atlantico, e gli investitori si stanno altresì focalizzando sui dati microeconomici e sulle dinamiche settoriali.
“Continuiamo a ritenere che i beni di consumo ciclici dovrebbero trarre vantaggio dalla flessione dei prezzi del petrolio negli USA e dal calo dei tassi in Europa e Giappone. A nostro giudizio è anche un settore economico, oltre a quello IT, un settore per cui abbiamo anche un giudizio positivo. Mentre, finora, i dati sugli utili sono stati deludenti per le banche negli USA, il programma di QE in Europa dovrebbe aiutare il settore finanziario in generale, e manteniamo prospettive positive per tale settore” conclude Gérald Moser.
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