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Anche Nestlè contribuisce al boom del risparmio gestito

6 Febbraio 2015 09:35
financialounge -  nestlè repressione finanziaria risparmio gestito
Martedì 3 febbraio si è materializzato un evento particolare: per la prima volta il rendimento di un’obbligazione societaria è scivolato in rosso. È successo al bond, emesso dal colosso alimentare svizzero Nestlè, scadenza 2016 e con cedola lorda pari allo 0,75% che è stato collocato a un rendimento pari a -0,004%. Secondo gli addetti ai lavori è la naturale evoluzione della cosiddetta «repressione finanziaria dei mercati obbligazionari»: basti pensare che, in base a recenti stime, ben il 18% dei titoli di stato in tutto il mondo riconosce ai creditori un rendimento negativo.
Proprio i tassi di interesse dei governativi ai minimi, e in per l’appunto in molti casi addirittura negativi, abbinati ad una crescente volatilità sui mercati, accentuano il bisogno di consulenza finanziaria per la valorizzazione del risparmio. Un contesto che rende il ruolo dei professionisti delle reti di promozione ancora più centrale in un paese come il nostro ancora molto esposto al fai da te e ai titoli domestici (sia azionari che obbligazionari). Uno scenario nel quale, al centro dell'interesse, si confermano le soluzioni di risparmio gestito sia nella versione legata alla sottoscrizione diretta dei singoli prodotti (dagli ETF ai fondi comuni, dai comparti di sicav alle unit linked) e sia in quella che predilige la delega gestionale tramite l’uso di gestioni patrimoniali (GPM) o gestioni in fondi, ETF e Sicav (GPF).
Non solo. I dati provenienti dai grandi network di consulenza finanziaria in Italia segnalano anche il crescente avvicinamento di nuova clientela all'offerta delle SIM sotto forma di nuovi flussi di raccolta verso i conti correnti o i conti di deposito, utilizzati come parcheggio della liquidità per porre le basi per la pianificazione finanziaria e la diversificazione in soluzioni gestite dei portafogli.
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