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Dopo il voto in Grecia, tutti i consigli dei gestori

27 Gennaio 2015 09:40
financialounge -  elezioni Giovanni Zanni Maria Paola Toschi Paolo Federici Paras Anand
La reazione del mercato all’annuncio delle elezioni in Grecia è stata inizialmente attenuata poiché la continua presenza di Syriza, il partito radicale di sinistra anti – austerity, nei sondaggi prima delle elezioni ha chiaramente previsto il risultato e ha dato ai mercati il tempo di abituarsi al cambiamento. Potenzialmente, coloro che hanno perso di più dalle elezioni greche, e il prolungato periodo di incertezza che i mercati dovrebbero affrontare, saranno i detentori degli asset greci, soprattutto qualora le banche greche dovessero continuare a far fronte a limiti di liquidità derivanti dai prelievi legati ai depositi prelevati dal sistema finanziario.

“Un fattore cruciale per le attese degli investitori è che l’area è più forte di quanto non fosse nel 2012, l’ultima volta che gli investitori sono stati soggetti all’incertezza derivante dalle elezioni Greche. Lo scenario estremo di un’uscita della Grecia dall’Eurozona è improbabile ma le incertezze relative al nuovo Governo in Grecia e la rinegoziazione del memorandum di salvataggio con la Troika creerà volatilità sui mercati. Gli investitori potrebbero essere sospettosi nel diventare troppo compiacenti relativamente alla possibilità che la Grecia lasci l’Eurozona. Le incertezze politiche dovrebbero agire da vento contrario per i mercati europei, nonostante segnali di un lento miglioramento della situazione economica. L’Europa quest’anno dovrebbe registrare un andamento positivo, poichè un più debole euro, costi dell’energia in calo e bassi costi del credito per famiglie e aziende dovrebbero remare a favore di una più sostenuta crescita economica. Tuttavia, gli investitori dovrebbero ben conoscere e tenere a mente le tensioni politiche in seno all’area Euro” commenta Maria Paola Toschi, Market Strategist J.P. Morgan Asset Management mentre Giovanni Zanni, Director European Economics di Credit Suisse suggerisce di studiare come il nuovo esecutivo di Atene si muoverà in campo internazionale.

“Nelle prossime settimane (e mesi) sarà fondamentale come si svilupperà il rapporto con l'Unione europea e l’Fmi. I rapporti tra la Grecia e i creditori ufficiali sono suscettibili, soprattutto in queste prime fasi, di forti irregolarità e questo sarà, probabilmente, una fonte di volatilità per qualche tempo. Ma se un accordo verrà finalmente trovato (e il prossimo 20 luglio, quando cioè alcuni dei bond della BCE scadranno, fissa un termine piuttosto difficile da oltrepassare), e che costituisce peraltro il nostro scenario centrale, il contesto potrebbe diventare positivo per la Grecia e per tutta l'area dell'euro. Altrimenti sarebbe un problema, soprattutto per la Grecia” sottolinea Giovanni Zanni.

Per Paras Anand, Responsabile per l'azionario europeo di Fidelity Worldwide Investment la vittoria elettorale potrebbe essere letta come una minaccia a un'unione valutaria piuttosto «fragile».
“È tuttavia evidente che i punti principali sull'agenda politica di Syriza resteranno molto lontani dalle speranze delle frange più radicali del partito, così come è vero che le difficoltà dell'economia greca restano piuttosto uniche all'interno della regione. Infatti mentre in Grecia il costo del credito è andato significativamente aumentando a partire dal secondo semestre dello scorso anno, in gran parte delle altre economie che erano state ritenute vulnerabili durante la crisi del debito sovrano gli spread hanno invece intrapreso un trend di contrazione” fa presente Paras Anand. Una delle preoccupazioni maggiori per gli investitori resta poi il rischio di contagio.

“A mio avviso, però, il settore finanziario in Europa è molto più forte rispetto al 2011, anno dell'ultimo picco della crisi del debito sovrano. Negli ultimi anni i principali istituti finanziari della regione hanno ricostituito le proprie riserve di capitale, ridotto le partecipazioni azionarie incrociate o cross holding e superato severi stress test, potenziando così la propria capacità di assorbire eventuali shock. I rischi all'interno dell'Eurozona non si sono ovviamente risolti, ma la probabilità che eventuali crisi localizzate riescano a modificare significativamente e immediatamente il premio al rischio nella regione è ridotta. Di conseguenza, sono convinto che nel prossimo futuro i fondamentali incideranno sui rendimenti più di quanto non abbiano fatto in alcuni periodi, a volte prolungati, degli ultimi anni” puntualizza Paras Anand.

In tutti i casi, il risultato elettorale greco si inserisce in un contesto, quello europeo, dove per cogliere le migliori opportunità di investimento sarà necessario adottare un approccio selettivo, privilegiando cioè le aziende più grandi e più solide, capaci dunque di far fronte a contesti non univocamente positivi grazie a elevati flussi di cassa e modelli di business ben diversificati.

“Per quanto concerne i portafogli degli investitori italiani, come illustriamo nel Roadshow di Fidelity in corso in 40 città italiane proprio in questi giorni, numerose delle migliori opportunità di crescita «difensiva» risiedono attualmente nel mercato azionario statunitense, un mercato storicamente più stabile rispetto ad altri e che beneficia di numerosi trend positivi di lungo periodo oltre che di fattori congiunturali favorevoli” argomenta Paolo Federici, Managing Director, Southern Europe and Latin America di Fidelity Worldwide Investment che poi aggiunge: “Per chi volesse in un’unica soluzione avere esposizione sia all’Europa che agli USA delegando al gestore la scelta del mix più opportuno, può meritare considerazione l’opportunità di investire a livello globale sulle società più solide, capaci di staccare dividendi elevati in maniera sostenibile (i cosiddetti «aristocratici dei dividendi»). Questi titoli tendono infatti a generare rendimenti superiori all’indice con minore volatilità, a patto però di saper selezionare nell’interesse dei clienti proprio le aziende effettivamente capaci di godere di queste condizioni privilegiate”.
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