approccio core-satellite
Debito emergente, perché combinare ETF e fondi
20 Gennaio 2015 14:00

ttosto difficile sostenere che, nel complesso, i gestori di fondi specializzati siano sempre stati in grado di sfruttare le inefficienze, apparentemente evidenti, emerse sul mercato del debito in valuta locale dei paesi emergenti e, in tal modo, aggiungere valore ai sottoscrittori al netto delle commissioni di gestione.
Esistono infatti oltre 600 fondi di questo tipo (272 dei quali obbligazionari paesi emergenti, 195 obbligazionari paesi emergenti in valuta locale e 158 obbligazionari paesi emergenti in euro con copertura del rischio di cambio) e pochissimi possono vantare più di tre anni consecutivi di performance al di sopra degli indici del mercato di riferimento.
Allo stesso tempo, però, anche gli ETF (cioè i fondi passivi quotati in Borsa) che replicano uno specifico benchmark del debito emergente, non hanno avuto andamenti identici tra loro con differenze anche piuttosto marcate da un anno all’altro.
Secondo gli esperti di mercato i risparmiatori interessati a investire nell’asset class obbligazionaria paesi emergenti dovrebbe porsi alcune domande prima della sottoscrizione di strumenti finanziari ad hoc:
1. Il mercato del debito pubblico emergente in valuta locale è davvero abbastanza inefficiente da giustificare la spesa extra (in termini di commissioni di gestione) della gestione attiva?
2. Sono in grado di valutare l'universo di gestori attivi e individuare i fondi outperformer?
3. Ho le risorse e l’approccio corretto per monitorare i gestori di portafoglio selezionati attentamente nel tempo?
4. Sono disposto a sopportare periodi inevitabili di sottoperformance?
Se la risposta anche a una soltanto di queste domande è «No», l’opzione migliore potrebbe essere quella dell'adozione di un approccio di tipo «core – satellite».
Si tratta di una strategia tramite la quale si investe la maggior parte del capitale destinato a questa asset class in un buon ETF a basso costo capace di replicare in modo abbastanza fedele nel tempo gli indici di mercato mentre la quota restante dovrebbe essere impiegata nelle quote di un buon fondo di categoria a gestione attiva che dovrebbe garantire un extra rendimento nel tempo senza tuttavia aggiungere un eccessivo rischio all’investimento complessivo.
Esistono infatti oltre 600 fondi di questo tipo (272 dei quali obbligazionari paesi emergenti, 195 obbligazionari paesi emergenti in valuta locale e 158 obbligazionari paesi emergenti in euro con copertura del rischio di cambio) e pochissimi possono vantare più di tre anni consecutivi di performance al di sopra degli indici del mercato di riferimento.
Allo stesso tempo, però, anche gli ETF (cioè i fondi passivi quotati in Borsa) che replicano uno specifico benchmark del debito emergente, non hanno avuto andamenti identici tra loro con differenze anche piuttosto marcate da un anno all’altro.
Secondo gli esperti di mercato i risparmiatori interessati a investire nell’asset class obbligazionaria paesi emergenti dovrebbe porsi alcune domande prima della sottoscrizione di strumenti finanziari ad hoc:
1. Il mercato del debito pubblico emergente in valuta locale è davvero abbastanza inefficiente da giustificare la spesa extra (in termini di commissioni di gestione) della gestione attiva?
2. Sono in grado di valutare l'universo di gestori attivi e individuare i fondi outperformer?
3. Ho le risorse e l’approccio corretto per monitorare i gestori di portafoglio selezionati attentamente nel tempo?
4. Sono disposto a sopportare periodi inevitabili di sottoperformance?
Se la risposta anche a una soltanto di queste domande è «No», l’opzione migliore potrebbe essere quella dell'adozione di un approccio di tipo «core – satellite».
Si tratta di una strategia tramite la quale si investe la maggior parte del capitale destinato a questa asset class in un buon ETF a basso costo capace di replicare in modo abbastanza fedele nel tempo gli indici di mercato mentre la quota restante dovrebbe essere impiegata nelle quote di un buon fondo di categoria a gestione attiva che dovrebbe garantire un extra rendimento nel tempo senza tuttavia aggiungere un eccessivo rischio all’investimento complessivo.
Trending