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Operatori finanziari, Piazza Affari su e euro/dollaro ancora giù

5 Gennaio 2015 15:49
financialounge -  mercati azionari Piazza Affari quantitative easing spread
Nonostante tutto, gli operatori finanziari italiani mostrano un certo ottimismo per il 2015. Nei primi mesi del nuovo anno, prevedono infatti uno spread in ulteriore contrazione, l’indice di Piazza Affari in rialzo e il fixing dell'euro con il biglietto verde ancora in calo.

È quanto emerge dal sondaggio di dicembre che Assiom Forex ha effettuato intervistando 259 operatori di mercato. Per quanto riguarda lo spread BTP/Bund le previsioni non sono immuni dalla volatilità dei mercati delle ultime settimane ma, nel complesso, prevale un atteggiamento positivo: la maggioranza degli intervistato propende per un restringimento del differenziale. La percentuale di chi si stima una riduzione dello spread tra i 100 e i 125 punti è salita dal 9% di novembre al 36% e, in parallelo, diminuisce la quota (dal 31% al 19%) di chi lo ipotizza oltre i 150 punti base: è inoltre diminuita (dal 52% al 36%) la percentuale di chi lo prevede nel trading range attuale (ovvero tra i 125 e i150 punti base).

Uno scenario dettato, secondo i commenti raccolti, dall’attesa di un "quantitative easing" della BCE che comprenda l'acquisto di titoli governativi che avrebbe l’effetto di appiattire in modo ancora più ampio i rendimenti dei titoli di stato della zona euro, in particolare quelli dei paesi periferici. Passando invece alla Borsa, è salita dal 40% al 42% la percentuale degli operatori che stima un rialzo dell’indice di Piazza Affari nei prossimi sei mesi tra i tre e i 10 punti percentuali.

Le ragioni di questo cauto ottimismo sono da ascrivere alla debolezza dei rendimenti dei titoli di stato che dovrebbero spingere i risparmiatori italiani a ricercare extra rendimento in altre asset class più rischiose, prima tra tutte quella azionaria. Infine, ma certo non meno importante, si stima un ulteriore calo dell’euro rispetto al dollaro. Quasi due terzi degli intervistati (per la precisione il 62%, contro il 57% di novembre), ipotizza un calo del fixing EUR/USD per i prossimi sei mesi, delineato dalle politiche monetarie divergenti tra Fed e BCE.
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