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Anno record per le emissioni obbligazionarie emergenti

23 Dicembre 2014 15:10

financialounge -  cina Enzo Puntillo Russia
ù di 525 miliardi di dollari americani sottoscritti finora, il 2014 è già un anno record per le emissioni obbligazionarie emergenti sul mercato internazionale. Si tratta di volumi davvero impressionanti, soprattutto, dopo la forte disaffezione degli investitori internazionali rispetto ai bond emerging markets verificatasi sui mercati finanziari a partire dal maggio 2013. Un’asset class, quella delle emissioni emergenti, che torna quindi ad essere in forte ascesa.

Tra i 2004 e il 2008, con la sola eccezione del 2007, i volumi annui si sono mantenuti sempre al di sotto dei 200 miliardi di dollari complessivi annui: poi una escalation con i 300 miliardi del 2011, e gli oltre 400 miliardi nel 2012 e nel 2013. Il boom di quest’anno è stato guidato dalla Cina che ha registrato un tasso di crescita del 123% rispetto allo stesso periodo nel 2013: molto bene, sebbene su livelli inferiori anche le emissioni dell’India (+52%) e quelle del Brasile (+21%). A differenza delle altre nazioni BRIC, le obbligazioni della Russia si sono mosse in controtendenza facendo segnare un crollo dell'80% rispetto allo stesso periodo del 2013: a pesare in questo caso il crollo del valore del rublo e la perdita di reputazione del paese a livello internazionale.

Tra gli altri paesi in via di sviluppo che hanno potuto contare su emissioni obbligazionarie 2014 superiori ai volumi del 2013 figurano anche Arabia Saudita, Cile, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Messico e Hong Kong. Tra i paesi emergenti che, al contrario, hanno contabilizzato emissioni obbligazionarie con controvalori inferiori a quelli dello scorso anno ci sono anche Slovacchia, Sud Africa, Colombia, Indonesia, e Turchia.

“Per gli investitori in obbligazioni la parola d'ordine è diversificazione. Se nell'ambito dei mercati emergenti l'attenzione si è concentrata principalmente sui paesi BRIC, vi è un cospicuo ed eterogeneo gruppo composto da più di 60 paesi, con mercati differenti e cicli economici che si collocano in diverse fasi, dove cogliere le migliori opportunità. Una storia positiva di riassestamento si sta sviluppando nell'Europa centrale, dove la maggior parte dei Paesi ha già trovato un nuovo equilibrio e ridotto l’indebitamento, e sta ora crescendo a ritmi più elevati rispetto ad altre regioni” tiene a precisare Enzo Puntillo, gestore del JB Emerging Markets Opportunities Bond Fund che riscontra opportunità interessanti anche in numerosi piccoli mercati di frontiera, che sono attualmente meno coperti dalla comunità degli investitori.

“Sri Lanka e Repubblica Domenicana ne costituiscono due esempi. Anche se un dollaro Usa potenzialmente forte potrebbe ostacolare le valute dei mercati emergenti in generale, è possibile trovare opportunità all’interno dell’insieme dei Paesi che stanno attraversando una fase di riforme come la Polonia, il Messico e l'India. Per quanto concerne le obbligazioni in valuta locale, preferiamo mantenere una posizione lunga sulle curve dove le banche centrali sono intervenute e dove le valutazioni offrono rendimenti già corretti, come la Colombia” conclude Enzo Puntillo.

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