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International Editor's Picks - 22 dicembre 2014

22 Dicembre 2014 10:15
financialounge -  cuba International Editor's Picks USA
Non era passata neppure qualche ora dallo storico annuncio dell’apertura a Cuba dell’amministrazione USA che già la Corporate America, da Pepsi a Caterpillar a Marriott International, ha cominciato a fare piani per trarre beneficio dalla nuova opportunità di mercato. Lo riporta il NY Times di venerdì scorso secondo cui Cuba è un mercato potenziale per i prodotti stelle e strisce più svariati, come il produttore di macchine per l’agricoltura e costruzione John Deere. Oppure per McDonald’s. Oppure ancora per le aziende specializzate in servizi minerari: a Cuba non ci sono solo sigari e canne da zucchero, ma anche alcuni tra i più grandi giacimenti di nickel del mondo.

Ma, per restare sulla notizia del giorno – e forse dell’anno – ci sarà un prezzo da pagare per le corporation americane che puntano sul business a Cuba. Un prezzo, secondo un’analisi di FoxBusiness, che andrà in parte a finire nelle tasche di Castro & Co. L’economia cubana non se la passa esattamente bene, il PIL è la metà di quello dello Iowa e i salari medi viaggiano sui $25 al mese. Insomma, c’è bisogno di una specie di salvataggio. Anche perché il grande elemosiniere di Cuba, il Venezuela, che regala all’isola 100.000 barili di greggio al giorno, non se la passa molto meglio. Cuba ha bisogno dei dollari del turismo, di commercio e di credito bancario, se vuole evitare la bancarotta. Ma il tutto dovrà passare per la vecchia guardia ancora al potere e anzi rafforzata proprio dalla svolta della Casa Bianca.

Tuttavia Cuba dispone già di un polmone finanziario decisamente potente, la comunità cubana in America che ha il suo quartier generale a Miami. Lo scrive il Financial Times ricordando che secondo le nuove regole introdotte con l’apertura di Obama, ciascun cubano-americano potrà mandare rimesse in patria per $2.000 ogni tre mesi. Non tanti per un americano, una marea per un cubano che per mettere insieme $300 ci mette un anno. Secondo il giornale della City a guadagnare di più nell’immediato del nuovo corso cubano sarà l’industria del turismo, dei viaggi e del real estate commerciale – vale a dire compagnie aeree, operatori di crociere e società di costruzioni.
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