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Cresce tra le Pmi italiane il timore per il cyber crime

19 Dicembre 2014 16:30
financialounge -  cyber crime livello di rischio
Non è al primo posto ma sta scalando velocemente la classifica dei rischi chiave per le PMI italiane. È il cyber crime, e cioè il timore che la pirateria informatica o le truffe online possano in qualche misura danneggiare i business delle piccole e medie imprese del nostro paese. Un timore che si evince dalla lettura del terzo sondaggio internazionale sulle PMI condotto da una importante compagnia di assicurazioni svizzera che affronta nella sua terza edizione il tema dei rischi per le piccole e medie imprese.

Ma, se il cyber crime è in ascesa, ciò che continua a preoccupare maggiormente le PMI italiane è la mancanza di domanda associata all’eccesso di scorte, che per il 39% del campione rimane il primo rischio (35% nel 2013).
Seguono la concorrenza elevata e il calo dei prezzi che influisce sui margini di vendita, un forte rischio per il 27% degli intervistati in Italia, dato in linea con la media europea dove ricopre il primo posto tra i rischi con il 33%.

Nel 2014 è triplicato il numero delle PMI italiane che vede nei danni a trasporti e veicoli aziendali il maggiore fattore di rischio aziendale, registrando un 7% del totale delle risposte rispetto al 2% nel 2013. In forte aumento anche la paura dei danni legati alla reputazione, in incremento di 4 punti percentuali rispetto al dato dello scorso anno.

In Europa, invece, al secondo posto tra i maggiori rischi per le PMI, la debolezza dei consumi o l’eccesso delle scorte (31%), ad eccezione della Germania dove questa percentuale è molto più bassa rispetto agli altri Paesi della regione (18%). Da notare infine una particolarità: il pericolo legato alla corruzione aumenta, come percezioni, nelle PMI (con un picco in Svizzera che dallo zero dl 2013 passa al 12% nel 2014) ed è sottostimato in Italia, dove solo il 2,5% del campione teme questo tipo di rischio.
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