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QE BCE, il timing giusto potrebbe essere nel prossimo trimestre

5 Dicembre 2014 14:30
financialounge -  BCE euro Maria Paola Toschi quantitative easing TLTRO
“Ci aspettiamo che un QE possa essere annunciato qualora perdurassero i segnali di debolezza dell’economia e nel caso in cui il calo dei prezzi dell’energia dovesse ulteriormente aggravare il processo di disinflazione” dichiara Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management nel suo commento alle decisioni di ieri della BCE.

Per la strategist, i tecnici della BCE stanno studiando con quali criteri eventualmente procedere con le nuove misure di allentamento monetario, un tema non privo di elementi di criticità, ma il timing giusto per un possibile annuncio potrebbe essere il primo trimestre del 2015.
Maria Paola Toschi segnala che la tendenza dei mercati a mostrare una buona dose di volatilità potrebbe proseguire nel corso del 2015 alimentata da un contesto economico reso più difficile ma anche dalla percezione di una elevata dose di conflittualità che sta probabilmente ancora caratterizzando il comitato di politica monetaria di BCE.

Alcune parole di Draghi sono sembrate infatti anche un messaggio a chi all’interno del comitato si ostina a ostacolare il normale svolgimento del ruolo di banca centrale della BCE. Il problema dell’Europa resta quindi la frammentazione decisionale e politica, che continua a costituire una minaccia nel momento in cui c’è bisogno di regole chiare, di interventi decisi e di coordinamento. Ma, se la volatilità sui mercati riattivata da ieri è spiegabile in larga misura con la delusione degli investitori che si aspettavano se non un annuncio concreto quantomeno nuove e più chiare indicazioni sul timing e sulla necessità di un Quantitative Easing (QE) in Europa, le ragioni della prudenza di Mario Draghi hanno altre radici.

La prossima settimana, in primis, avrà luogo il secondo round di Targeted Long Term Refinancing Operation (TLTRO) che costituisce un appuntamento molto importante per capire il successo o meno delle misure di credit easing varate dalla BCE a settembre e tutt’ora in corso. Dopo l’esito deludente del primo round di TLRTO di settembre, la BCE spera in una più favorevole accoglienza della seconda allocazione.

“Un’indagine della BCE mostra che dopo l’esito finale dell’Asset Quality Review più banche sono disposte a partecipare al secondo round di TLTRO. Le stime di mercato parlano di una richiesta che si aggira nel range 120-170 miliardi di euro, rispetto ai più modesti 82 miliardi richiesti nel primo round. Una forte domanda di liquidità potrebbe segnalare che la situazione del credito nella zona Euro sta cominciando a dare segni di vita e che la strada imboccata dalla BCE è quella giusta, una domanda più modesta potrebbe fare presagire la necessità di un ulteriore stimolo monetario da parte della BCE nella prima parte del 2015 rafforzando le attese sul QE” fa presente Maria Paola Toschi.

La BCE sta intanto portando avanti il credit easing che include un programma di acquisti che sta interessando Covered bond e MBS ma che appare al momento non sufficiente in funzione della urgenza di varare nuovi interventi di politica monetaria espansiva per frenare il processo di disinflazione che si sta manifestando a livello globale, ma soprattutto in Europa, acuito dal calo del prezzo del petrolio e dalla persistente fragilità dell’economia europea. La stessa BCE ha rivisto al ribasso le stime anche sull’inflazione nell’area Euro dichiarando che potrebbe continuare a scendere verso lo 0% nei primi mesi del 2015, dopo il dato di 0,3% di Novembre.

“Il rischio di deflazione o il processo di disinflazione sono il tema centrale del dibattito sulla necessità del QE che si sta svolgendo all’interno del Comitato di politica monetaria. Su questo aspetto Draghi è apparso chiaro. Il primo obiettivo della BCE è infatti la stabilizzazione dei prezzi che, nella fase attuale, significa evitare a tutti i costi il rischio di deflazione, cercando di creare le condizioni per riattivare la crescita e soprattutto riportare l’inflazione a quel livello (il 25%) considerato equo dalla banca centrale e che attualmente sembra davvero molto lontano. L’espansione del Bilancio della BCE è stato ribadito. Il ritorno a un livello degli asset di BCE in linea con il massimo del 2012 implica acquisti per 1.000 miliardi euro ammontare che potrebbe implicare anche l’acquisto di titoli Governativi europei. La decisione potrebbe essere rinviata a fine gennaio” puntualizza Maria Paola Toschi.

Nel frattempo qualche aiuto potrebbe venire dall’indebolimento dell’Euro che si sta osservando da qualche mese, che da un lato potrebbe favorire la ripresa di competitività delle aziende esportatrici europee attivando un importante canale di crescita, dall’altro potrebbe attenuare i rischi di deflazione, generando un pò di inflazione importata. Tuttavia il calo dei prezzi energetici è decisamente disinflattivo e agisce contro. L’attenzione della BCE resterà ai massimi livelli nei prossimi mesi.

La Banca Centrale si è dimostrata molto efficace a gestire le aspettative del mercato mantenendo alta l’attesa di un possibile QE e ottenendo due importanti obiettivi: il forte calo dei tassi in tutti i paesi dell’area e l’indebolimento dell’Euro. Questi due elementi potrebbero creare la base per una ripresa graduale che ancora stenta a manifestarsi in molti paesi europei.
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