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BCE, perché oggi preferirà non decidere

4 Dicembre 2014 09:20
financialounge -  BCE crescita economica euro inflazione prestiti quantitative easing Schroders
“Ci aspettiamo che il Consiglio Direttivo dell’Eurotower non annunci ulteriore misure di stimolo prima del primo trimestre del 2015, o forse anche del secondo”.

È questa la previsione formulata da Azad Zangana, Senior European Economist di Schroders alla vigilia dell’ultima, e attesissima, riunione della Banca centrale europea: Secondo l’economista, sono infatti tre le condizioni che, qualora si concretizzassero, spingerebbero la BCE a formalizzare l’attuazione di un QE sovrano:

1) Miglioramento dei prestiti bancari. La seconda delle sei TLTRO in programma è prevista per dicembre e dovrebbe incrementare la liquidità nel settore bancario. Insieme agli acquisti di ABS e covered bond, e alla fine dell’Asset Quality Review, questa misura potrebbe portare a una risposta da parte del sistema del credito a inizio 2015.

2) Ulteriore deprezzamento dell’euro. Se la Federal Reserve dovesse iniziare a essere più positiva sullo stato dell’economia statunitense e assumere una posizione maggiormente "da falco" sui tassi, potrebbe aiutare a spingere al ribasso la moneta unica.

3) Ripresa della crescita economica e dell’inflazione nei prossimi mesi. Entrambe servono per ridurre il rischio deflazione.

“Tuttavia, secondo noi le speranze della BCE saranno disattese, probabilmente su tutti e tre i fronti. Per i prestiti bancari, ci aspettiamo effettivamente un miglioramento generale nel 2015, ma probabilmente ci vorrà più tempo del previsto. Il ritardo rispetto all’attuazione degli stimoli monetari può essere lungo e, con un sistema ancora non in perfetta forma, sarà difficile provare ad aumentare il livello dei prestiti con una domanda debole” fa sapere Azad Zangana.

Per quanto riguarda l’euro, l’economista fa invece notare che, nonostante un deprezzamento ragionevole rispetto al dollaro quest’anno, lo yen si sta deprezzando maggiormente, così come le altre valute dei partner commerciali dell’Eurozona. Il tasso di cambio ponderato su base commerciale vede infatti un apprezzamento dell’euro dell’1,6% da inizio ottobre. Da inizio anno, l’euro si è deprezzato del 3,6% contro le valute dei principali partner.

“Nei prossimi mesi, potremmo assistere a un ulteriore deprezzamento dell’euro ma, con le valute dei Paesi Emergenti instabili a causa del calo del prezzo delle commodity e con la rinnovata aggressività della Bank of Japan, probabilmente l’Eurotower non riuscirà a raggiungere il livello di deprezzamento che desidera senza un QE sovrano” puntualizza Azad Zangana che, alla luce delle attese di Schorders sui prestiti e sull’euro, dubita anche che la BCE possa essere soddisfatta della debole crescita attesa.

Il recente calo del prezzo del greggio probabilmente spingerà al ribasso l’inflazione, nel breve termine, pesando anche sulle attese. Per quanto riguarda poi i motivi che potrebbero spingere l’Eurotower a non procedere con il QE sovrano, Azad Zangana non ha dubbi indicandoli così: “Ostacoli legali, timori tedeschi sull’inflazione, timori sull’efficacia di tale misura, sono solo alcune delle ragioni dietro l’esitazione della BCE”.

Probabilmente, la decisione sul QE sovrano avrà un margine di scarto molto stretto tra favorevoli e contrari. Per l’elaborazione delle previsioni macro economiche, Azad Zangana ha incluso tra i suoi presupposti che la BCE prima o poi avvierà gli acquisti di titoli di Stato. Ciò avverrà, con tutta probabilità, dopo l’aggiunta delle obbligazioni corporate e dei debiti delle agenzie sovrane alla lista dei titoli acquistabili, insieme agli ABS e ai covered bonds. Inoltre, secondo l’economista, non sarà annunciato un target formale sull’entità degli acquisti
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