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Idee di investimento - Obbligazioni - 1 dicembre 2014

1 Dicembre 2014 09:30
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Se è vero che ci troviamo in un contesto caratterizzato da una crescita modesta ma sostenibile, da un’inflazione contenuta e da bassi tassi d’interesse e di default, allora gli investitori dovrebbero privilegiare un credito stabile e di qualità mentre, sui segmenti a rendimento più elevato, e assicurarsi di puntare su fondi che ai più alti rendimenti affiancano fondamentali solidi. È questa la conclusione a cui giunge Christel Rendu de Lint, Head of Global and Absolute Return Fixed Income di Union Bancaire Privée (UBP) nell’articolo “Perché occorre privilegiare un credito stabile e di qualità“ nel quale esamina l’attuale scenario macro economico. Per la strategist, in primo luogo, si possono trovare buoni rendimenti nell’ambito del debito subordinato delle società finanziarie, un settore in cui c'è stato un forte abbassamento del rischio rispetto all'inizio della crisi.
Anche il segmento dell’high yield nell’ambito dei Credit Default Swap (CDS) costituisce per Christel Rendu de Lint un’ottima opportunità, nel contesto attuale, dal momento che offre un rendimento del 6% con condizioni di liquidità perfette e senza rischi legati ai tassi d’interesse e una compensazione per un tasso di default pari a circa il 7% annuo per cinque anni (rispetto al 2% atteso).

Scott A. Mather, Chief Investment Officer Strategie US Core, Mark R. Kiesel, Chief Investment Officer Credito, e Mihir P. Worah, Chief Investment Officer Strategie Real Return e Asset Allocation Globale, i tre CIO di PIMCO, nell’articolo “Come giocare la propria mano sui mercati finanziari” ritengono che le autorità di politica economica riusciranno in definitiva a innalzare le aspettative d’inflazione e, in qualche misura, ad alimentare la crescita dei prezzi: pertanto, i titoli indicizzati all’inflazione appaiono interessanti in un’ottica di lungo periodo.
“Crediamo che le obbligazioni reali (cioè con rendimenti al netto del costo della vita) di Stati Uniti ed Europa offrano valutazioni particolarmente appetibili, in quanto scontano aspettative d’inflazione di appena l’1,5-2% negli USA e inferiori all’1% nel Vecchio Continente sulle brevi e medie scadenze” spiegano i tre strategist che, osservando i tassi ufficiali bassi, vedono opportunità interessanti nei paesi emergenti caratterizzati da una crescita e da bilanci relativamente solidi e, come sempre, ravvisano interessanti occasioni di investimento anche nei mortgage-backed Securities: secondo i tre strategist, infatti, gli MBS non-agency costituiscono attualmente uno dei segmenti creditizi più convenienti e potrebbero sovraperformare gli omologhi titoli di agenzia allorché la Fed riduca gli acquisti di questi ultimi.

Pareri infine discordanti sulle obbligazioni americane ad alto rendimento. Infatti Russ Koesterich Global Chief Investment Strategist di BlackRock nell’articolo “Meglio puntare sugli high yield e sui titoli azionari ciclici“ suggerisce di utilizzare, tra le fonti di rendimento, le obbligazioni USA high yield.

Al contrario, su questi bond, consiglia invece prudenza Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global nell’articolo “Rendimenti attesi inferiori ma preferenza all'equity” in quanto si tratta di titoli che stanno incorporando rischi superiori alla remunerazione, in particolare le emissioni di società USA legate al ciclo dell’estrazione di petrolio dalle rocce argillose.
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