Europa
Quanto vale la rotazione geografica azionaria
24 Novembre 2014 16:50

ate quando a inizio anno la maggior parte delle società di asset management suggerivano l’Europa per gli investimenti azionari e mostravano cautela su Wall Street perché i suoi indici era saliti troppo?
Ebbene, al 17 novembre scorso, mentre l’indice generale dei fondi azionari segnava un +6,87%, quello degli azionari area Euro era in rosso dello 0,74%: in parallelo i fondi azionari America segnavano un 19,69% , quelli Pacifico un +10,62% e quelli specializzati sui Paesi emergenti un +9,48%. Vista così si potrebbe dire che, ancora una volta, le previsioni (anche quelle autorevoli) si siano rivelate sbagliate.
In realtà è necessario fare alcune riflessioni.
Le considerazioni che gli analisti azionari facevano a inizio anno erano corrette e, peraltro, valgono a maggior ragione ancora oggi, a 10 mesi di distanza: Wall Street veleggia sui massimi storici mentre le Borse della zona euro sono (Francoforte a parte) ancora molto distanti dai massimi pre crisi del 2007. Una combinazione che suggerirebbe cautela sull’equity USA e maggiori aperture di credito su quello europeo.
Ma la gestione dei portafogli azionari deve essere anche pratica e calata nella realtà del mercato. Quindi è necessario interpretare queste condizioni di base con i flussi degli investitori, le dinamiche economiche delle diverse aree geografiche, le politiche monetarie delle banche centrali, l’andamento valutario, il trend dei profitti aziendali e tanti altri piccoli particolari che possono fare la differenza. Per tutte queste ragioni si suggerisce di affidarsi a un buon consulente di fiducia capace di consigliarci sia nel medio lungo termine che anche nelle scelte tattiche di più breve periodo.
Un esempio?
Se il risparmiatore avesse accettato a inizio anno l’opinione diffusa di preferire un buon fondo azionario area euro, gli sarebbe bastato cambiare «cavallo» a giugno, passando cioè su un azionario USA, per contabilizzare oggi un rendimento complessivo dell’investimento del +20,4%.
Ebbene, al 17 novembre scorso, mentre l’indice generale dei fondi azionari segnava un +6,87%, quello degli azionari area Euro era in rosso dello 0,74%: in parallelo i fondi azionari America segnavano un 19,69% , quelli Pacifico un +10,62% e quelli specializzati sui Paesi emergenti un +9,48%. Vista così si potrebbe dire che, ancora una volta, le previsioni (anche quelle autorevoli) si siano rivelate sbagliate.
In realtà è necessario fare alcune riflessioni.
Le considerazioni che gli analisti azionari facevano a inizio anno erano corrette e, peraltro, valgono a maggior ragione ancora oggi, a 10 mesi di distanza: Wall Street veleggia sui massimi storici mentre le Borse della zona euro sono (Francoforte a parte) ancora molto distanti dai massimi pre crisi del 2007. Una combinazione che suggerirebbe cautela sull’equity USA e maggiori aperture di credito su quello europeo.
Ma la gestione dei portafogli azionari deve essere anche pratica e calata nella realtà del mercato. Quindi è necessario interpretare queste condizioni di base con i flussi degli investitori, le dinamiche economiche delle diverse aree geografiche, le politiche monetarie delle banche centrali, l’andamento valutario, il trend dei profitti aziendali e tanti altri piccoli particolari che possono fare la differenza. Per tutte queste ragioni si suggerisce di affidarsi a un buon consulente di fiducia capace di consigliarci sia nel medio lungo termine che anche nelle scelte tattiche di più breve periodo.
Un esempio?
Se il risparmiatore avesse accettato a inizio anno l’opinione diffusa di preferire un buon fondo azionario area euro, gli sarebbe bastato cambiare «cavallo» a giugno, passando cioè su un azionario USA, per contabilizzare oggi un rendimento complessivo dell’investimento del +20,4%.
Trending