mercati obbligazionari
Mercati obbligazionari, le virtù dei prestiti
20 Novembre 2014 09:10
pertura dall’aumento dei tassi d’interesse e una protezione del capitale in caso di deterioramento delle condizioni economiche. Sono queste due delle principali prerogative dei prestiti (leveraged loan), strumenti di debito garantiti a tasso variabile nella parte più alta della struttura del capitale delle società.
Titoli sui quali si sono focalizzati anche i gestori di PIMCO in virtù di un terzo plus.
"Abbiamo inserito i prestiti per tre motivi principali: presentano un rischio di tasso d’interesse contenuto e scadenze effettive brevi, spesso forniscono un’efficace protezione dai ribassi e attualmente offrono valutazioni interessanti” commenta Mark R. Kiesel, CIO Credito Globale Managing Director che poi aggiunge: “Innanzitutto, in quanto strumenti a tasso variabile, i prestiti ci permettono di assumere un rischio di credito «puro», ossia senza il rischio di tasso d’interesse o di duration che caratterizza le obbligazioni societarie investment grade e high yield. In un contesto di tassi in aumento, la cedola di un prestito aumenta di pari passo con i tassi e viceversa. Inoltre, i prestiti tendono ad avere scadenze più brevi rispetto alla maggior parte delle obbligazioni societarie. Di norma, un prestito di nuova emissione ha una scadenza compresa tra cinque e sette anni, rispetto ai 10 di un’obbligazione ad alto rendimento tradizionale e ai 30 di un’obbligazione investment grade. Per di più, dal momento che i prestiti sono rimborsabili e di norma prevedono misure di ammortamento e pagamenti sui flussi di cassa in eccesso dell’emittente, generalmente la loro durata media è inferiore a tre anni”.
In secondo luogo, spiega sempre Mark R. Kiesel, i prestiti sono garantiti dal patrimonio della società emittente e sono senior nella struttura del capitale. Di conseguenza, di norma godono della priorità e della protezione del capitale più elevate in caso di default dell’emittente. I prestiti di una società tendono quindi a sovraperformare le sue obbligazioni in fasi di stress economico, durante le quali i default iniziano ad aumentare.
Infine, con spread o premi di rendimento rispetto ai titoli di Stato simili a quelli delle obbligazioni ad alto rendimento, i prestiti appaiono estremamente interessanti su base relativa.
"E, alla luce dei recenti rendimenti, li giudichiamo allettanti anche in termini assoluti. Quindi i prestiti offrono valutazioni interessanti, contribuiscono a ridurre il rischio di tasso d’interesse e di credito rispetto alle obbligazioni societarie analoghe e le loro caratteristiche uniche possono offrire benefici di diversificazione ai portafogli dei clienti" argomenta Mark R. Kiesel, mentre Beth MacLean, Executive Vice President Gestore descrive il processo d’investimento in cui si distingue PIMCO nel settore dei prestiti: "Il nostro approccio coniuga le prospettive macroeconomiche a lungo termine di PIMCO con un’attenta analisi fondamentale di tipo bottom-up (selezione rigorosa dei singoli titoli ed emittenti), che fornisce una solida struttura per la scelta degli strumenti creditizi, sostenuta dalla nostra conoscenza approfondita delle società e dei settori. Inoltre, il nostro processo di ricerca e il monitoraggio attivo delle posizioni del portafoglio ci consentono di evitare strumenti i cui fondamentali potrebbero deteriorarsi in caso di peggioramento delle condizioni economiche o se dovessero emergere molteplici rischi connessi alle singole società. Non ricerchiamo il rendimento a tutti i costi. Crediamo che concentrarci sia sui fondamentali creditizi che sulle valutazioni ci aiuti a massimizzare i rendimenti per i nostri clienti in un intero ciclo del credito" sottolinea Beth MacLean.
Mentre ogni portafoglio presenta linee guida uniche che riflettono la tolleranza al rischio e gli obiettivi specifici dei clienti, la strategia d’investimento di PIMCO ha sempre posto l’enfasi su un’attenta selezione degli strumenti creditizi e sulla protezione dai ribassi. “Ci concentriamo sugli emittenti societari di dimensioni maggiori, società con elevate barriere all’entrata e con strutture del capitale robuste che danno la priorità ai prestiti rispetto alle obbligazioni, oltre a presentare ottime valutazioni. Rispetto ai sempre più numerosi emittenti di piccole e medie dimensioni che quest’anno hanno fatto il loro ingresso sul mercato, queste large cap sono leader nei rispettivi settori, il che conferisce loro vantaggi strutturali e una maggiore flessibilità finanziaria rispetto agli operatori di mercato di dimensioni più ridotte. Inoltre, privilegiamo i settori più difensivi, come la salute, o quelli con flussi di cassa stabili, come la TV via cavo” spiega sottolinea Beth MacLean.
I portafogli gestiti da PIMCO sono ampiamente diversificati tra emittenti e settori con una filosofia creditizia che mira a posizionare i patrimoni dei clienti negli strumenti creditizi in modo che possano evidenziare la migliore tenuta nelle fasi più difficili dei cicli economici e del credito. Per di più, in virtù dell’enfasi sulle large cap, emittenti più liquidi, PIMCO può garantire una liquidità del mercato superiore alla media, a differenza di quanto accade a chi segue una strategia indicizzata più ampia, che include prestiti di dimensioni più ridotte e illiquidi.
Titoli sui quali si sono focalizzati anche i gestori di PIMCO in virtù di un terzo plus.
"Abbiamo inserito i prestiti per tre motivi principali: presentano un rischio di tasso d’interesse contenuto e scadenze effettive brevi, spesso forniscono un’efficace protezione dai ribassi e attualmente offrono valutazioni interessanti” commenta Mark R. Kiesel, CIO Credito Globale Managing Director che poi aggiunge: “Innanzitutto, in quanto strumenti a tasso variabile, i prestiti ci permettono di assumere un rischio di credito «puro», ossia senza il rischio di tasso d’interesse o di duration che caratterizza le obbligazioni societarie investment grade e high yield. In un contesto di tassi in aumento, la cedola di un prestito aumenta di pari passo con i tassi e viceversa. Inoltre, i prestiti tendono ad avere scadenze più brevi rispetto alla maggior parte delle obbligazioni societarie. Di norma, un prestito di nuova emissione ha una scadenza compresa tra cinque e sette anni, rispetto ai 10 di un’obbligazione ad alto rendimento tradizionale e ai 30 di un’obbligazione investment grade. Per di più, dal momento che i prestiti sono rimborsabili e di norma prevedono misure di ammortamento e pagamenti sui flussi di cassa in eccesso dell’emittente, generalmente la loro durata media è inferiore a tre anni”.
In secondo luogo, spiega sempre Mark R. Kiesel, i prestiti sono garantiti dal patrimonio della società emittente e sono senior nella struttura del capitale. Di conseguenza, di norma godono della priorità e della protezione del capitale più elevate in caso di default dell’emittente. I prestiti di una società tendono quindi a sovraperformare le sue obbligazioni in fasi di stress economico, durante le quali i default iniziano ad aumentare.
Infine, con spread o premi di rendimento rispetto ai titoli di Stato simili a quelli delle obbligazioni ad alto rendimento, i prestiti appaiono estremamente interessanti su base relativa.
"E, alla luce dei recenti rendimenti, li giudichiamo allettanti anche in termini assoluti. Quindi i prestiti offrono valutazioni interessanti, contribuiscono a ridurre il rischio di tasso d’interesse e di credito rispetto alle obbligazioni societarie analoghe e le loro caratteristiche uniche possono offrire benefici di diversificazione ai portafogli dei clienti" argomenta Mark R. Kiesel, mentre Beth MacLean, Executive Vice President Gestore descrive il processo d’investimento in cui si distingue PIMCO nel settore dei prestiti: "Il nostro approccio coniuga le prospettive macroeconomiche a lungo termine di PIMCO con un’attenta analisi fondamentale di tipo bottom-up (selezione rigorosa dei singoli titoli ed emittenti), che fornisce una solida struttura per la scelta degli strumenti creditizi, sostenuta dalla nostra conoscenza approfondita delle società e dei settori. Inoltre, il nostro processo di ricerca e il monitoraggio attivo delle posizioni del portafoglio ci consentono di evitare strumenti i cui fondamentali potrebbero deteriorarsi in caso di peggioramento delle condizioni economiche o se dovessero emergere molteplici rischi connessi alle singole società. Non ricerchiamo il rendimento a tutti i costi. Crediamo che concentrarci sia sui fondamentali creditizi che sulle valutazioni ci aiuti a massimizzare i rendimenti per i nostri clienti in un intero ciclo del credito" sottolinea Beth MacLean.
Mentre ogni portafoglio presenta linee guida uniche che riflettono la tolleranza al rischio e gli obiettivi specifici dei clienti, la strategia d’investimento di PIMCO ha sempre posto l’enfasi su un’attenta selezione degli strumenti creditizi e sulla protezione dai ribassi. “Ci concentriamo sugli emittenti societari di dimensioni maggiori, società con elevate barriere all’entrata e con strutture del capitale robuste che danno la priorità ai prestiti rispetto alle obbligazioni, oltre a presentare ottime valutazioni. Rispetto ai sempre più numerosi emittenti di piccole e medie dimensioni che quest’anno hanno fatto il loro ingresso sul mercato, queste large cap sono leader nei rispettivi settori, il che conferisce loro vantaggi strutturali e una maggiore flessibilità finanziaria rispetto agli operatori di mercato di dimensioni più ridotte. Inoltre, privilegiamo i settori più difensivi, come la salute, o quelli con flussi di cassa stabili, come la TV via cavo” spiega sottolinea Beth MacLean.
I portafogli gestiti da PIMCO sono ampiamente diversificati tra emittenti e settori con una filosofia creditizia che mira a posizionare i patrimoni dei clienti negli strumenti creditizi in modo che possano evidenziare la migliore tenuta nelle fasi più difficili dei cicli economici e del credito. Per di più, in virtù dell’enfasi sulle large cap, emittenti più liquidi, PIMCO può garantire una liquidità del mercato superiore alla media, a differenza di quanto accade a chi segue una strategia indicizzata più ampia, che include prestiti di dimensioni più ridotte e illiquidi.
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