BlackRock
Perché prendere in considerazione le azioni asiatiche
13 Novembre 2014 14:10
un filo rosso che lega il calo del prezzo del petrolio e l’opportunità di investire adesso nei mercati azionari asiatici.
Lo tratteggia, nel suo commento settimanale ai mercati del 10 novembre, Russ Koesterich Global Chief Investment Strategist di BlackRock.
La visione d’insieme che porta lo strategist a questa conclusione parte dalla stato di salute dell’economia americana.
“Sebbene i payrolls (nuovi posti di lavoro al di fuori dell’agricoltura) siano stati a ottobre al di sotto delle stime, la scorsa settimana la maggior parte dei dati economici hanno confermato che l'economia statunitense continua a migliorare. Un trend che sta contribuendo a sostenere Wall Street e il dollaro, ma suggerisce anche che è giunto il momento in cui la Federal Reserve (Fed) inizi a normalizzare la politica monetaria” sottolinea Russ Koesterich per il quale la lettura dei dati economici della scorsa settimana hanno confermato la sua opinione che vede la crescita degli Stati Uniti rimanere solida anche nel 2015.
Lo strategist fa inoltre notare che l'ISM Survey, un indicatore chiave della produzione, i nuovi ordinativi all’industria, un altro fattore anticipatore delle attività future, i 214.000 nuovi posti di lavoro nel mese di ottobre, e il tasso di partecipazione della forza lavoro, hanno contribuito a sostenere Wall Street: un rally di Borsa accompagnato peraltro dall'aumento dei flussi verso i fondi azionari degli Stati Uniti, con più di 17 miliardi di dollari di sottoscrizioni negli etf di settore la scorsa settimana. La forza economica USA ha fatto aumentare le aspettative di un rialzo dei tassi della Fed: ciò spiega la recente forza del dollaro, attualmente scambiato al livello più altro dall'estate del 2010.
"Un dollaro più forte ha però una importante conseguenza. È una delle principali ragioni per le quali i prezzi delle materie prime in generale, e del petrolio in particolare, continuano a scendere. Dal momento che il greggio è trattato in dollari Usa, quando il biglietto verde si apprezza i prezzi del petrolio tendono a cadere: c’è chi ritiene che l'OPEC possa essere disposta a lasciare che i prezzi scendano fino 70 dollari al barile prima di intervenire con un taglio alla produzione” puntualizza Russ Koesterich che dirige l’attenzione sugli impatti di questo calo sulle aree di mercato, al di fuori degli Stati Uniti. “Non sorprende che, per le grandi nazioni produttrici di petrolio, come la Russia e il Venezuela, i prezzi del petrolio più bassi stiano creando pesanti contraccolpi. Al contrario per i paesi che importano una quantità significativa di greggio, tra i quali molti paesi asiatici, questo però rappresenta un premio inaspettato. Tra questi spicca l'India, che importa circa l'85% del suo petrolio e che, grazie al petrolio meno caro, può ridurre l’elevata inflazione (ora intorno al 6,5%). Se aggiungiamo poi che i mercati azionari di Cina e Giappone, altri due forti importatori di energia, stanno mostrando una buona solidità di fondo, ecco spiegato perché secondo noi gli investitori farebbero bene a prendere in considerazione le opportunità di investire in azioni asiatiche” conclude Russ Koesterich.
Lo tratteggia, nel suo commento settimanale ai mercati del 10 novembre, Russ Koesterich Global Chief Investment Strategist di BlackRock.
La visione d’insieme che porta lo strategist a questa conclusione parte dalla stato di salute dell’economia americana.
“Sebbene i payrolls (nuovi posti di lavoro al di fuori dell’agricoltura) siano stati a ottobre al di sotto delle stime, la scorsa settimana la maggior parte dei dati economici hanno confermato che l'economia statunitense continua a migliorare. Un trend che sta contribuendo a sostenere Wall Street e il dollaro, ma suggerisce anche che è giunto il momento in cui la Federal Reserve (Fed) inizi a normalizzare la politica monetaria” sottolinea Russ Koesterich per il quale la lettura dei dati economici della scorsa settimana hanno confermato la sua opinione che vede la crescita degli Stati Uniti rimanere solida anche nel 2015.
Lo strategist fa inoltre notare che l'ISM Survey, un indicatore chiave della produzione, i nuovi ordinativi all’industria, un altro fattore anticipatore delle attività future, i 214.000 nuovi posti di lavoro nel mese di ottobre, e il tasso di partecipazione della forza lavoro, hanno contribuito a sostenere Wall Street: un rally di Borsa accompagnato peraltro dall'aumento dei flussi verso i fondi azionari degli Stati Uniti, con più di 17 miliardi di dollari di sottoscrizioni negli etf di settore la scorsa settimana. La forza economica USA ha fatto aumentare le aspettative di un rialzo dei tassi della Fed: ciò spiega la recente forza del dollaro, attualmente scambiato al livello più altro dall'estate del 2010.
"Un dollaro più forte ha però una importante conseguenza. È una delle principali ragioni per le quali i prezzi delle materie prime in generale, e del petrolio in particolare, continuano a scendere. Dal momento che il greggio è trattato in dollari Usa, quando il biglietto verde si apprezza i prezzi del petrolio tendono a cadere: c’è chi ritiene che l'OPEC possa essere disposta a lasciare che i prezzi scendano fino 70 dollari al barile prima di intervenire con un taglio alla produzione” puntualizza Russ Koesterich che dirige l’attenzione sugli impatti di questo calo sulle aree di mercato, al di fuori degli Stati Uniti. “Non sorprende che, per le grandi nazioni produttrici di petrolio, come la Russia e il Venezuela, i prezzi del petrolio più bassi stiano creando pesanti contraccolpi. Al contrario per i paesi che importano una quantità significativa di greggio, tra i quali molti paesi asiatici, questo però rappresenta un premio inaspettato. Tra questi spicca l'India, che importa circa l'85% del suo petrolio e che, grazie al petrolio meno caro, può ridurre l’elevata inflazione (ora intorno al 6,5%). Se aggiungiamo poi che i mercati azionari di Cina e Giappone, altri due forti importatori di energia, stanno mostrando una buona solidità di fondo, ecco spiegato perché secondo noi gli investitori farebbero bene a prendere in considerazione le opportunità di investire in azioni asiatiche” conclude Russ Koesterich.