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Idee di investimento - Azioni - 10 novembre 2014

10 Novembre 2014 09:55
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Per Cédric Le Berre, Multi-Management & Fund Research di Union Bancaire Privée (UBP), al momento non c’è alcun segnale che indichi un’imminente recessione negli USA, né una bolla che possa causare un crollo della Borsa. Il manager di UBP, pur essendo consapevole che la debolezza economica presente in Europa e in Asia e il rafforzamento del dollaro siano tutti fattori sfavorevoli per gli utili societari statunitense, nell’articolo “Wall Street, il posto migliore e più sicuro per investire” argomenta perché ritiene al momento, a livello globale, il mercato USA il migliore in termini di opportunità d’investimento nel lungo periodo, in base al rendimento aggiustato per il rischio.

Anche Reinhold Knaus di BNP Paribas Investment Partners nell’articolo “Migliora il contesto di mercato” si dichiara a favore di un’esposizione all’equity USA.
“I mercati azionari potrebbero salire ancora poiché le prospettive economiche USA sono ancora orientate favorevolmente mentre nell’area dell’euro i risultati degli stress-test e l’AQR hanno eliminato alcune incertezze. Inoltre, i timori per una brusca frenata dell’economia cinese potrebbero essere esagerati. Intanto, la politica monetaria rimane molto espansiva a livello globale, mentre si rafforzano le voci di mercato, secondo cui la BCE amplierà la tipologia di titoli inclusi nel piano di acquisto, estendendolo anche ai titoli societari. Nel comparto azionario internazionale, deteniamo una posizione sovrappesata negli USA rispetto alle azioni europee e un sovrappeso nel segmento delle large-cap rispetto alle small-caps” specifica infatti Reinhold Knaus.

Proprio la strategia d’investimento relativa (tra due indici di Borsa o settori azionari), e non direzionale è alla base dall’approccio di tipo long short equity. Nell’articolo “Borsa, ecco come guadagnare anche con gli indici in ribasso” viene illustrato un esempio di come un gestore long short equity avrebbe potuto guadagnare da una posizione long (rialzista) sull’Indice Ftsemib e short (ribassista) sul Ftsemib bancario con una volatilità dell’investimento pari a meno della metà di un’esposizione diretta a Piazza Affari.

Un aspetto quest’ultimo che dovrebbe interessare gli investitori se, come spiega Maurizio Novelli, Global Strategist di Zest Asset management, nell’articolo “La riduzione della propensione al rischio è solo rimandata“, la volatilità dei mercati è destinata ad una costante escalation. In ogni caso, per lo strategist, il Nikkei di Tokyo rimane a questo punto forse l'unico mercato azionario che potrebbe proseguire il rialzo perché una ulteriore svalutazione dello Yen continuerebbe a sostenere un effetto contabile positivo per i bilanci delle aziende che producono utili in divisa estera.

Concludiamo con la segnalazione di due settori che dovrebbero riservare interessanti opportunità di investimento per i prossimi mesi e anni: le infrastrutture e l’healthcare.

Nell’articolo “Le infrastrutture all’interno delle strategie multi asset” Eugene Philalithis, principale gestore del fondo bilanciato flessibile globale FF Global Multi Asset Income Fund, di Fidelity Worldwide Investment, casa d’investimento premiata da Morningstar nel 2014 come Miglior Società Multi Asset, espone i motivi in base ai quali punta sulle infrastrutture: “Tra i tanti fattori che caratterizzano positivamente l’investimento in questa speciale asset class spiccano i flussi di dividendi generosi, prevedibili e stabili. Gli operatori nelle infrastrutture beneficiano di solito di contratti pubblici e accordi di concessione o di partnership a lungo termine, mentre alcune società del settore svolgono l’attività come monopoli regolamentati. Un altro vantaggio è poi rappresentato dalla tenuta dei profitti nei vari cicli economici, grazie alle caratteristiche difensive di questo segmento di mercato, che tende ad un andamento poco correlato sia rispetto alle azioni che alle obbligazioni. Infine, le infrastrutture offrono protezione contro l’inflazione”.

Un altro settore che dovrebbe continuare a fare bene in Borsa è quello farmaceutico. Ne è convinta Swiss & Global Am che, nell’articolo “Contesto ancora favorevole per l’M&A nell’healthcare", ricorda come da inizio anno siano stati annunciati negli Stati Uniti 1.375 accordi per un valore totale di 500 miliardi di dollari, ovvero tre volte superiore al totale del 2013. E, inoltre, che è aumentato anche il valore delle operazioni, dai 48 miliardi delle cinque maggiori operazioni del 2013, ai 300 miliardi per le maggiori operazioni annunciate quest’anno. Numeri che certificano come l’attività di Merger & Acquisition (M&A, fusioni e acquisizioni) nel settore dell’healthcare si sia rivelata un fattore chiave e che, soprattutto, ha tutte le carte in regola per riconfermare questo suo ruolo anche in futuro.
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