Fondi obbligazionari
Idee di investimento - Obbligazioni - 3 novembre 2014
3 Novembre 2014 09:30

ld Knaus di BNP Paribas Investment Partners ha acquistato una posizione lunga (rialzista) sulle obbligazioni investment-grade europee. Nell’articolo “La flessione dei mercati apre la via ad un sovrappeso azionario” tale scelta è giustificata dagli effetti dei ribilanciamenti di portafoglio degli investitori che dovrebbero sostenere questi titoli, dato che il programma di acquisto di attivi da parte della BCE è incentrato su ABS e covered bond. Inoltre, il rallentamento della crescita, l'inflazione bassa e la carenza di emissioni dovrebbero alimentare la domanda per i titoli societari. Nell’ambito dei portafogli flessibili e multi asset, sono state liquidate le posizioni short (ribassiste) sulla duration USA, mantenendo quella ribassista sui Gilt, poiché Reinhold Knaus continua a prevedere per l’anno prossimo un rialzo dei tassi nel Regno Unito: mantenuta anche la posizione lunga sui titoli di Stato della Norvegia rispetto ai contratti future Bund.
Positivo sui bond societari è anche Bernhard Urech, Head of Fixed Income Interest Rates, di Swiss & Global Asset Management. Nell’articolo “Le obbligazioni societarie ed emergenti restano un’opportunità interessante” Bernhard Urech sottolinea come la ricerca di alternative d’investimento promettenti continui a tradursi in una domanda straordinariamente vigorosa di nuove emissioni di obbligazioni societarie. Un contesto che resta favorevole ai corporate bond, in particolare alle scadenze medio-lunghe mentre, nell’ambito delle emissioni dei paesi emergenti, sono da privilegiare le emissioni denominate in valuta forte.
A proposito di bond societari dei paesi in via di sviluppo. Denis Girault, Head of Emerging Markets bonds di Union Bancaire Privée (UBP) suggerisce le obbligazioni corporate dei Mercati Emergenti, un segmento del reddito fisso che offre un profilo rischio/rendimento particolarmente interessante per gli investitori che puntano a un rendimento extra nel fixed income. Come spiega nell’articolo “Perché puntare sui corporate bond dei paesi emergenti” si tratta di un’asset class obbligazionaria che, con oltre 1.500 miliardi di capitalizzazione complessiva, non può certo essere definita di nicchia. Diversi i punti di forza, dalla presenza, all’interno di essa, di emittenti con brand riconosciuti in tutto il mondo, ad un vasta quota di titoli con rating investment grade caratterizzati da una percentuale di retrocessione del livello di credito comparabile a quella dei mercati sviluppati fino al fatto, non meno importante, di un rendimento più alto dei bond concorrenti americani ed europei.
“Investire in corporate bond investment grade dei Mercati Emergenti richiede un’approfondita ricerca bottom up, nonché la capacità di investire in un gran numero di emittenti per mitigare tale rischio. A nostro avviso, gli investitori che vogliono aggiungere obbligazioni corporate dei Mercati Emergenti nel proprio portafoglio, dovrebbero farlo tramite fondi comuni di investimento ben diversificati, gestiti da un team con un’esperienza comprovata” puntualizza però Denis Girault.
D’altra parte il debito societario emergente è una delle tante opportunità che si possono ancora cogliere nel segmento del reddito fisso tramite una gestione flessibile a rischio però rigorosamente controllato. Come nel caso del fondo dell’Invesco Global Total Return Bond Fund, un unicum nel panorama finanziario in virtù anche di un portafoglio flessibile pronto a generare nuove e interessanti plusvalenze pur in un mercato sempre più complesso che spinge gli investitori evoluti verso il total return preferendo, all’interno di questa tipologia di fondi obbligazionari flessibili quelli che hanno dimostrato sul campo di avere un track record di eccellenza persistente nel tempo.
Un comparto che, come argomentato nell’articolo “Le fonti di alpha del Global Total Return Bond” può peraltro adottare l’allocazione tattica della liquidità in portafoglio, molto difficile da realizzare per questioni di intuizione (capacità di valutare le effettive occasioni) e di timing (comperare e vendere nei tempi giusti), che solo i team di elevato standing professionale possono garantire nel tempo.
Una squadra di esperti come quella dell’Invesco Global Total Return Bond Fund che vede alla guida Paul Causer e Paul Read, co-responsabili del team Invesco Fixed Interest con sede a Henley (Regno Unito), composto complessivamente da 14 professionisti con un'esperienza media di 15 anni nel settore, che gestiscono insieme il fondo dal settembre 2010. Money manager di pluridecennale esperienza che possono vantare numerosi riconoscimenti a livello internazionale per la costanza dei risultati ottenuti nella gestione di fondi obbligazionari.
Positivo sui bond societari è anche Bernhard Urech, Head of Fixed Income Interest Rates, di Swiss & Global Asset Management. Nell’articolo “Le obbligazioni societarie ed emergenti restano un’opportunità interessante” Bernhard Urech sottolinea come la ricerca di alternative d’investimento promettenti continui a tradursi in una domanda straordinariamente vigorosa di nuove emissioni di obbligazioni societarie. Un contesto che resta favorevole ai corporate bond, in particolare alle scadenze medio-lunghe mentre, nell’ambito delle emissioni dei paesi emergenti, sono da privilegiare le emissioni denominate in valuta forte.
A proposito di bond societari dei paesi in via di sviluppo. Denis Girault, Head of Emerging Markets bonds di Union Bancaire Privée (UBP) suggerisce le obbligazioni corporate dei Mercati Emergenti, un segmento del reddito fisso che offre un profilo rischio/rendimento particolarmente interessante per gli investitori che puntano a un rendimento extra nel fixed income. Come spiega nell’articolo “Perché puntare sui corporate bond dei paesi emergenti” si tratta di un’asset class obbligazionaria che, con oltre 1.500 miliardi di capitalizzazione complessiva, non può certo essere definita di nicchia. Diversi i punti di forza, dalla presenza, all’interno di essa, di emittenti con brand riconosciuti in tutto il mondo, ad un vasta quota di titoli con rating investment grade caratterizzati da una percentuale di retrocessione del livello di credito comparabile a quella dei mercati sviluppati fino al fatto, non meno importante, di un rendimento più alto dei bond concorrenti americani ed europei.
“Investire in corporate bond investment grade dei Mercati Emergenti richiede un’approfondita ricerca bottom up, nonché la capacità di investire in un gran numero di emittenti per mitigare tale rischio. A nostro avviso, gli investitori che vogliono aggiungere obbligazioni corporate dei Mercati Emergenti nel proprio portafoglio, dovrebbero farlo tramite fondi comuni di investimento ben diversificati, gestiti da un team con un’esperienza comprovata” puntualizza però Denis Girault.
D’altra parte il debito societario emergente è una delle tante opportunità che si possono ancora cogliere nel segmento del reddito fisso tramite una gestione flessibile a rischio però rigorosamente controllato. Come nel caso del fondo dell’Invesco Global Total Return Bond Fund, un unicum nel panorama finanziario in virtù anche di un portafoglio flessibile pronto a generare nuove e interessanti plusvalenze pur in un mercato sempre più complesso che spinge gli investitori evoluti verso il total return preferendo, all’interno di questa tipologia di fondi obbligazionari flessibili quelli che hanno dimostrato sul campo di avere un track record di eccellenza persistente nel tempo.
Un comparto che, come argomentato nell’articolo “Le fonti di alpha del Global Total Return Bond” può peraltro adottare l’allocazione tattica della liquidità in portafoglio, molto difficile da realizzare per questioni di intuizione (capacità di valutare le effettive occasioni) e di timing (comperare e vendere nei tempi giusti), che solo i team di elevato standing professionale possono garantire nel tempo.
Una squadra di esperti come quella dell’Invesco Global Total Return Bond Fund che vede alla guida Paul Causer e Paul Read, co-responsabili del team Invesco Fixed Interest con sede a Henley (Regno Unito), composto complessivamente da 14 professionisti con un'esperienza media di 15 anni nel settore, che gestiscono insieme il fondo dal settembre 2010. Money manager di pluridecennale esperienza che possono vantare numerosi riconoscimenti a livello internazionale per la costanza dei risultati ottenuti nella gestione di fondi obbligazionari.
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