mercati azionari
L’approccio giusto per investire in small cap
31 Ottobre 2014 15:20

oni small cap rappresentano al meglio il tipico l’investimento «alto rischio, alto rendimento». Peccato che dall’inizio di quest’anno stiano dimostrando soltanto la prima parte di questa definizione. Almeno per quanto riguarda il mercato azionario USA.
Infatti, alla chiusura dei mercati dello scorso 24 ottobre, l’indice Russel 2000, che misura le variazioni delle piccole imprese americane quotate in Borsa, segnava un calo del 3,85% da inizio anno mentre l’S&P500, il basket delle 500 aziende USA più capitalizzate, mostrava un rialzo del +6,71%.
Si tratta, è bene ricordarlo, di una annata particolare.
Basti pensare che negli ultimi 14 anni, l’indice Russell 2000 è più che raddoppiato (passando infatti dai 497 punti dell’ottobre 2000 ai 1.118 punti di venerdi 24 ottobre 2014) mentre l’S&p500 è salito soltanto del 38%. Ma c’è di più. Quella degli ultimi 14 anni è soltanto un piccolo spaccato di una storia molto lunga: secondo uno studio di Simmetria Partners, società di consulenza finanziaria indipendente, dal 1926 al 2012, il più piccolo decimo (in termini di capitalizzazione di Borsa) del mercato azionario USA ha battuto il decimo più grande di quasi quattro punti percentuali all'anno.
Nonostante questa loro caratteristica, la maggior parte degli investitori in small cap (e anche in fondi specializzati su questa tipologia di titoli) non rimane investita abbastanza a lungo per beneficiare di tale vantaggio. Trattano le small cap come accessori del portafoglio e si muovono dentro e fuori questa asset class in funzione degli andamenti dei mercati. E, dal momento che le small cap sono molto più volatili della media di mercato, succede che la tendenza da parte degli investitori di comperare su massimi e di vendere sui minimi si accentua nel caso di investimenti riguardanti le small cap.
Ecco allora che, affinchè l’investimento in small cap possa rivelarsi di successo, occorre rispettare alcune condizioni. In primis, occorre stabilire attentamente, prima della sottoscrizione di un fondo small cap, se il proprio orizzonte temporale minimo per mantenere l’investimento è di almeno sette anni. In parallelo, sempre prima dell’acquisto, è indispensabile soppesare con cura quale sia la quota adeguata da assegnare a questo fondo in funzione del proprio profilo di rischio e dell’impatto di tale quota all’interno del portafoglio complessivo.
Una volta avviato l’investimento, può essere utile fissare un rendimento obiettivo di breve termine (per esempio il +30% in 12 mesi piuttosto che il +50% in due anni) raggiunto il quale ritirare il capitale iniziale e lasciare impiegato il guadagno maturato, aspettando la prima importante correzione (almeno del 20%) per rientrare con il capitale. Nel caso invece di perdite consistenti, dal 30% in su, occorre valutare, insieme a un consulente finanziario di fiducia, se siano cambiate le condizioni per mantenere la quota in small cap in funzione degli obiettivi complessivi di portafoglio.
Infatti, alla chiusura dei mercati dello scorso 24 ottobre, l’indice Russel 2000, che misura le variazioni delle piccole imprese americane quotate in Borsa, segnava un calo del 3,85% da inizio anno mentre l’S&P500, il basket delle 500 aziende USA più capitalizzate, mostrava un rialzo del +6,71%.
Si tratta, è bene ricordarlo, di una annata particolare.
Basti pensare che negli ultimi 14 anni, l’indice Russell 2000 è più che raddoppiato (passando infatti dai 497 punti dell’ottobre 2000 ai 1.118 punti di venerdi 24 ottobre 2014) mentre l’S&p500 è salito soltanto del 38%. Ma c’è di più. Quella degli ultimi 14 anni è soltanto un piccolo spaccato di una storia molto lunga: secondo uno studio di Simmetria Partners, società di consulenza finanziaria indipendente, dal 1926 al 2012, il più piccolo decimo (in termini di capitalizzazione di Borsa) del mercato azionario USA ha battuto il decimo più grande di quasi quattro punti percentuali all'anno.
Nonostante questa loro caratteristica, la maggior parte degli investitori in small cap (e anche in fondi specializzati su questa tipologia di titoli) non rimane investita abbastanza a lungo per beneficiare di tale vantaggio. Trattano le small cap come accessori del portafoglio e si muovono dentro e fuori questa asset class in funzione degli andamenti dei mercati. E, dal momento che le small cap sono molto più volatili della media di mercato, succede che la tendenza da parte degli investitori di comperare su massimi e di vendere sui minimi si accentua nel caso di investimenti riguardanti le small cap.
Ecco allora che, affinchè l’investimento in small cap possa rivelarsi di successo, occorre rispettare alcune condizioni. In primis, occorre stabilire attentamente, prima della sottoscrizione di un fondo small cap, se il proprio orizzonte temporale minimo per mantenere l’investimento è di almeno sette anni. In parallelo, sempre prima dell’acquisto, è indispensabile soppesare con cura quale sia la quota adeguata da assegnare a questo fondo in funzione del proprio profilo di rischio e dell’impatto di tale quota all’interno del portafoglio complessivo.
Una volta avviato l’investimento, può essere utile fissare un rendimento obiettivo di breve termine (per esempio il +30% in 12 mesi piuttosto che il +50% in due anni) raggiunto il quale ritirare il capitale iniziale e lasciare impiegato il guadagno maturato, aspettando la prima importante correzione (almeno del 20%) per rientrare con il capitale. Nel caso invece di perdite consistenti, dal 30% in su, occorre valutare, insieme a un consulente finanziario di fiducia, se siano cambiate le condizioni per mantenere la quota in small cap in funzione degli obiettivi complessivi di portafoglio.
Trending