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In aumento la visibilità del sistema bancario europeo

28 Ottobre 2014 11:00
financialounge -  asset quality review Fondi obbligazionari J.P. Morgan Asset Management mercati azionari settore bancario tassi di interesse
L’esame della BCE ha consentito di aumentare la visibilità sul sistema bancario europeo che, sebbene possa richiedere qualche ulteriore intervento in termini di capitale, nel suo insieme appare piuttosto solido anche in casi di eventi sistemici estremi. Inoltre l’effetto del calo del rischio sistemico per l’area Euro, potrebbe esercitare un processo virtuoso capace di produrre un ulteriore calo ancora degli spread e dei tassi di interesse soprattutto nell’area periferica.
Sono queste le due principali considerazioni che emergono da una prima lettura fatta da Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P.Morgan Asset Management sugli esiti dell’approfondita analisi di bilancio e patrimoniale dell’Eurotower.

“La BCE ha concluso il primo importante passo verso l’integrazione bancaria europea. I risultati del duplice esercizio di AQR e Stress test hanno evidenziato un sistema bancario europeo che ha saputo reagire all’impatto della crisi del credito e che si è attivato per rilanciare qualità e fiducia nel sistema con ricapitalizzazioni, iniezioni di liquidità, fusioni e acquisizioni, ma anche svalutazioni di portafogli di crediti non performanti, dubbi e incagliati. L’AQR ha portato a rettifiche del valore complessivo dell’attivo di 48 miliardi di euro per effetto di minori contabilizzazioni di crediti problematici non correttamente contabilizzati. Tredici banche, di cui quattro italiane, su un totale di 130 istituti analizzati, sono risultate in carenza di capitale e dovranno raccogliere circa 9,5 miliardi di euro nei prossimi mesi per essere promesse pienamente. Se tuttavia si considerano i passi avanti fatti nel 2014 le banche italiane sotto regime di osservate speciali sono soltanto due. Sembra un risultato accettabile data l’onda d’urto della crisi recessiva che l’Europa ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni. L’Italia sembra uscire sfavorita, ma nel valutare il caso Italia bisogna ricordare che il nostro è stato uno dei paesi che non ha ricevuto alcun tipo di aiuto di Stato o dall’Europa, al contrario di molti altri paesi inclusa la Germania, la Spagna, l’Irlanda e la Grecia. Ciò rende il risultato molto incoraggiante” afferma Maria Paola Toschi secondo la quale si possono fare alcune considerazioni su come il processo è stato compiuto e su quali possono essere le implicazioni per il contesto economico e per i mercati.

In primo luogo questa volta l’Europa non si è fatta sorprendere con le banche che, in molti casi, hanno giocato d’anticipo: nel 2014 il processo di risanamento è proseguito proprio in previsione di questo appuntamento. Infatti il comprehensive assessment (CE) è stato compiuto sui bilanci alla fine di dicembre 2013, ma ha preso anche atto degli ulteriori sforzi di rafforzamento compiuti nel 2014. Solo in Italia il 2014 ha infatti visto ricapitalizzazioni per 14 miliardi di Euro. Inoltre alcuni asset in portafoglio hanno beneficiato di una fase positiva di rivalutazione che ha contribuito all’assestamento dei patrimoni.

Per Maria Paola Toschi con questo processo la BCE conclude l’operazione trasparenza.
L’appuntamento con i risultati dell’AQR ha indotto molti sistemi bancari a effettuare ricapitalizzazioni e a prendere misure di rafforzamento con largo anticipo arrivando all’appuntamento in molti casi già ricapitalizzate e rafforzate. In molti paesi le banche hanno anche proceduto a forti rettifiche degli attivi, proprio per arrivare con una qualità dei bilanci più solida e soprattutto più veritiera riguardo alla esigibilità dei crediti. Il processo di AQR e stress test potrà, secondo la strategist, avere l’effetto di ridurre ancora il rischio sistemico in Europa. Infatti l’unione bancaria è il primo vero esperimento di integrazione (dopo quella valutaria) di un’area vitale della vita economica dei paesi dell’Euro come quella del credito.
Ciò potrebbe costituire un battistrada per altri tavoli di lavoro propedeutici all’integrazione fiscale e politica. La BCE ha anche dimostrato determinazione ed efficienza e si è dimostrata all’altezza anche in vista dell’importante ruolo di supervisione che inizierà ad esercitare dal prossimo 4 novembre.
Questi aspetti non sono banali se si ricorda come l’Europa ha inizialmente reagito in maniera scomposta e senza un chiaro orientamento allo scoppio della fase più acuta della crisi del debito.

“L’esercizio della BCE aumenta la visibilità sul sistema bancario europeo, fornendo l’immagine di un sistema che ha necessità di qualche intervento ma che nel complesso sembra piuttosto solido anche in casi di eventi sistemici estremi. La conseguenza potrebbe essere un rilassamento graduale degli standard di concessione dei crediti. Ciò potrebbe quindi unirsi agli sforzi di credit easing che la BCE sta compiendo proprio per agire sul credito e incoraggiare le banche a prestare, nonostante il contesto economico sia ancora fragile e i crediti non performing in portafoglio siano pesanti. Questo tuttavia è un percorso ancora lungo e dipenderà dalle condizioni dell’economia e anche dalla qualità della domanda che resta l’altro importante aspetto da considerare. L’effetto sull’economia reale sarà difficile da valutare e i tempi saranno lunghi” sottolinea Maria Paola Toschi.

Altri elementi da considerare sono, sempre secondo la strategist, l’effetto calo del rischio sistemico per l’area Euro, e in quel processo di ricerca di rendimento: il primo rappresenta un elemento più immediato e potrebbe manifestarsi in un calo ancora degli spread e dei tassi incoraggiando gli investitori a posizionarsi sui mercati dei titoli governativi europei in un contesto di minore vulnerabilità dell’Europa mentre la caccia al rendimento resta il tema principale degli investitori di reddito fisso.
Certo gli spread si sono già ristretti, i tassi di interesse sono scesi, ma in questa fase di mercato si devono fare valutazioni relative confrontano i rendimenti della cosiddetta periferia dell’Europa con quella core, che offre assai poche opportunità di rendimento.
Grandi assenti alla festa post AQR sono i mercati azionari, che hanno reagito prima in maniera tiepida e successivamente in modo negativo. L’esito del processo era stato già un pò scontato, ma la reazione negativa sembra troppo severa.

Insieme le due banche italiane che necessitano di un rafforzamento patrimoniale non arrivano a 3 miliardi di euro come esigenze di capitale, una cifra che sembra sostenibile anche considerando che parte dei fondi ricevuti da MSP sono stati restituiti. “È difficile distinguere nella reazione dei mercati quanto sia imputabile all’effetto AQR e quanto ad altri fattori. I mercati sembrano temere l’assenza di nuovi catalizzatori forti a cui aggrapparsi e che possano alimentare il trend di rimbalzo che si è osservato dopo la correzione della settimana scorsa. Ma di temi positivi ce ne sono parecchi anche per l’Europa. I dati macroeconomici in Europa mostrano segnali di tenuta. I risultati societari del terzo trimestre, anche se solo sul 30% delle società dello Euro Stoxx 600, sono incoraggianti con una crescita del 10%. Il credit easing della BCE è appena iniziato e altro potrebbe arrivare. Forse i mercati temono gli effetti di altri temi, come la fine dell’allentamento quantitativo, che la Fed potrebbe annunciare questa settimana, e le relative implicazioni per i mercati finanziari, dopo anni di liquidità sui mercati e di iper fiducia creata negli investitori” è la conclusione di Maria Paola Toschi.
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