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Caterpillar

International Editor's Picks - 27 ottobre 2014

27 Ottobre 2014 10:05
financialounge -  Caterpillar Ebola investimenti petrolio
Africa, non solo Ebola, la mortale epidemia che secondo la Banca Mondiale costerà al continente almeno $33 miliardi. Il NY Times racconta che nel continente è in atto anche un vero e proprio boom delle emissioni di debito sovrano, in particolare nell’Africa sub-sahariana. I paesi di quest’area finora nel 2014 hanno raccolto $7 miliardi, più che in tutto il 2013, secondo i dati Dealogic. La domanda è forte, le emissioni sono quasi tutti in dollari e i rendimenti interessanti, anche se stanno cominciando a scendere. Ovviamente non sono per tutti. Ma per i manager di hedge fund che da Londra scrutano il mondo alla ricerca di occasioni sono una nuova frontiera da esplorare.

Prima ha inondato il mondo con i suoi prodotti low-cost. Ora lo sta inondando di investimenti e acquisizioni. Il FT di giovedì riporta che nel 2014 per la prima volta nella storia gli investimenti diretti della Cina all’estero sorpasseranno quelli che dal resto del mondo arrivano in Cina: $130 miliardi contro meno di $120 miliardi. Si tratta di un fenomeno imponente e travolgente: nel 2002, l’anno successivo all’ingresso della Cina nel WTO, per contare i miliardi cinesi investiti all’estero bastavano e avanzavano le dita di una sola mano. Il governo di Pechino supporta attivamente la politica di investimenti all’estero. E può permetterselo, dal momento che ha in cassaforte qualcosa come $4 trilioni di asset finanziari denominati in valuta estera, prevalentemente dollari americani.

Caterpillar ha riportato un ottimo trimestre, aiutando il recupero del Dow Jones. Il petrolio invece continua a scendere, meno 23 per cento negli ultimi quattro mesi. CNBC si interroga sui due indicatori, visto che sia le macchine vendute da Caterpillar sia il consumo di petrolio sono considerati due indicatori importanti di ripresa – o regressione – economica. Quindi uno dei due dovrebbe correggere. In altre parole, se Caterpillar segnala ripresa, c’è qualche speranza anche per il greggio? La risposta a cui giunge il sito della tv finanziaria più seguita al mondo è una condanna per il petrolio: il problema è sul lato dell’offerta, non della domanda, ormai le nuove tecnologie e le nuove risorse hanno portato il prezzo dell’offerta ben sotto gli $80 e i produttori tradizionali dell’OPEC saranno costretti a una guerra dei prezzi per continuare a esportare in un Nord America ormai inondato di shale oil e gas.
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