Fondi obbligazionari

Idee di investimento - Obbligazioni - 27 ottobre 2014

27 Ottobre 2014 09:30

financialounge -  Fondi obbligazionari idee di investimento mercati emergenti strategia di investimento
questa situazione debitoria degli stati, in particolare di quelli della zona euro, persino ai più inguaribili ottimisti potrebbero sorgere dubbi in merito alla stabilità a lungo termine. Finora solo la credibilità della BCE ha evitato il riacuirsi della crisi del debito europeo ed è per questo che facciamo bene a non accettare la situazione attuale come se fosse naturale” riferiscono gli esperti di ETHENEA nell’articolo “Il debito pubblico della zona euro resta ancora instabile” proiettato sui mercati nel lungo periodo e meno all’attuale contesto. Secondo i Portfolio Manager di ETHENEA Spagna, Portogallo, Italia e Francia dovrebbero fare il possibile per realizzare riforme strutturali con le proprie forze, poiché la perdita della fiducia dei mercati è una minaccia reale. Se questa dovesse verificarsi, conversioni del debito sotto forma di fallimento statale sarebbero inevitabili, con conseguenti perdite patrimoniali per i cittadini.

Nel frattempo, i rendimenti obbligazionari sono ai minimi e trovare reddito è davvero complicato anche perche le soluzioni valide fino a pochi anni fa non risolvono più di tanto il problema. Investire in un buon fondo obbligazionario tradizionale (governativo, corporate bond, o high yield) permette di puntare a un rendimento leggermente superiore a quello del mercato sottostante grazie alla gestione attiva di portafoglio ma con performance finali che non potranno comunque essere generose come negli ultimi anni. Nell’articolo “Il total return ad hoc per il risparmiatore conservativo” si spiega perché una soluzione efficace è rappresentata dal Total Return, un fondo cioè capace di esprimere scelte di portafoglio flessibili, libere quindi da benchmark (altrimenti il rendimento finale, dato dal beta di mercato e dal plus della gestione attiva, rischierebbe di essere comunque ridotto) e basate sulle conoscenze e sulle competenze del team di gestione. Tuttavia, non tutte le strategie Total Return sono uguali. Sul mercato, infatti, molti asset manager propongono fondi con approcci sottostanti orientati al total return ma che poi hanno comportamenti anche molto divergenti tra loro. Il team di gestione dell’Invesco Global Total Return (GTR) Bond Fund, per esempio, ritiene che in questa fase, caratterizzata da un rischio ricompensato solo dai titoli a breve/medio termine, sia consigliata una duration breve di portafoglio (cioè una scarsa sensibilità al rialzo dei tassi di interesse) e un’ampia disponibilità di liquidità per essere pronti a cogliere nuove opportunità di rendimento non appena si presentino le giuste occasioni sul mercato. Un altro aspetto molto importante è la componente valutaria di portafoglio che deve essere utilizzata in modo calibrato per garantire una fonte di reddito aggiuntivo senza esporre eccessivamente il fondo al rischio del tasso di cambio. Inoltre l’approccio total return di Invesco è caratterizzato da un più significativo ricorso al bottom up (selezione metodica dei titoli da mettere in portafoglio) e da una più meticolosa verifica dei rischi. Una caratteristica quest’ultima che, soprattutto in questo contesto di mercato, è particolarmente gradita dai risparmiatori obbligazionari che non tollerano perdite di capitale.

L’approccio selettivo è invocato anche dalla Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity. Nell’articolo “Debito emergente in valuta locale, la selezione è il valore aggiunto” la PSU rivela di aver deciso di riportare ad un peso neutrale (da sottopeso) il debito emergente in valuta locale mantenendo tuttavia un metodo di investimento improntato alla più rigorosa selezione sia a livello valutario (privilegiando per esempio il real brasiliano e la lira turca) che obbligazionario (preferendo i bond messicani). A livello valutario, invece, la PSU ha ridotto il sottopeso dello yen e dell’euro rispetto al dollaro USA.

Trending