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High dividend, ecco su cosa fare attenzione

27 Ottobre 2014 09:10
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Dal 1985 oltre il 60 % degli utili degli azionisti deriva dal reinvestimento dei dividendi (differenza tra indice dei prezzi e indice total return). Il resto proviene dalla crescita degli utili e dall’incremento del P/E (Price-Earnings Ratio, rapporto prezzo/utili). Se a questo aggiungiamo che le banche centrali hanno portato i tassi d’interesse su livelli praticamente nulli è più che normale che l’attrattiva dei dividendi abbia continuato ad aumentare, al punto che per molti investitori quelli hanno preso il posto dei pagamenti d’interessi che in passato si ottenevano dai mercati obbligazionari.

D’altra parte il dividend yield stimato dello Stoxx 600 per il 2014 rimane a quota 3,5 % mentre i tassi dei Bund decennali sono scesi ben al di sotto dell’uno per cento. Gli analisti di ETHENEA ritengono che nei prossimi anni la distribuzione dei dividendi agli azionisti continuerà ad aumentare in modo costante per quattro importanti motivi:

1) Riserve di liquidità elevate: dalla crisi finanziaria è stata nuovamente accumulata ingente liquidità; nel 2013 le società europee detenevano oltre il 10% delle loro attività sotto forma di liquidità: si tratta del valore più elevato negli ultimi 15 anni. Gli analisti si aspettano che, alla luce della crescente stabilizzazione del sistema bancario, le imprese ridurranno tali riserve e i dividendi rappresentano senz’altro una possibile soluzione da questo punto di vista.

2) Assenza di opportunità d’investimento: a causa dell’indebolimento della crescita economica, il potenziale di espansione organica in Europa è limitato. Gli investimenti in nuovi macchinari ed infrastrutture hanno senso solo se per i mesi successivi si prevede una ripresa dell’economia, che in realtà appare ancora lontana, come illustra il calo degli indicatori anticipatori nelle ultime settimane.

3) Pressioni da parte degli investitori: aumentano le pressioni esercitate dagli investitori sulle società affinché queste ultime restituiscano la liquidità inutilizzata agli azionisti, anziché investire in costose acquisizioni. Purtroppo, la storia ha dimostrato che solo in pochissimi casi le acquisizioni onerose alla fine di un ciclo di mercato hanno contribuito ad aumentare il valore delle società acquirenti.

4) Volatilità ridotta: negli ultimi mesi la volatilità sui mercati azionari è notevolmente diminuita, il che rende le azioni a dividendo ancora più interessanti rispetto alle obbligazioni. La volatilità delle azioni europee è infatti scesa a quota 17, mentre negli ultimi cinque anni si è attestata in media a circa 25. La volatilità delle azioni continua quindi ad avvicinarsi a quella delle obbligazioni.

Le azioni alto dividendo appaiono ancora più allettanti se si pensa che i tassi in Europa rimarranno sui bassi livelli attuali ancora a lungo. Ma, se a prima vista può risultare conveniente acquistare tutte le azioni con dividend yield elevati, un’analisi un po’ più approfondita consente di fare alcune riflessioni. “I dividend yield superiori al 6 % nel settore delle telecomunicazioni e al 5,7 % in quello petrolifero appaiono interessanti ma è comunque necessaria prudenza. Non sempre i rendimenti interessanti superiori al 5 % sono coperti dagli utili stimati. Il settore delle telecomunicazioni distribuisce già dividendi più elevati rispetto al reddito che genera. Inoltre, le società dei settori delle telecomunicazioni e delle utilities effettuano ingenti investimenti, che potrebbero mettere sotto pressione i dividendi elevati. Nel settore petrolio e gas gli investimenti vengono ridotti, il che pone i dividendi su un terreno più sicuro; tuttavia un netto calo del prezzo del petrolio potrebbe mandare all’aria i piani degli investitori. D’altro canto, le compagnie assicurative distribuiscono meno del 50 % degli utili, ciononostante il dividend yield è superiore al 5,5 %” puntualizzano gli esperti azionari di ETHENEA.
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