BCE
Speciale Meeting BCE - 2 ottobre 2014
6 Ottobre 2014 10:25

eva immaginare che la riunione mensile di ottobre della BCE fosse un evento importante ma, sebbene fosse messo in conto da alcuni osservatori, il mancato annuncio di dettagli sui nuovi interventi e l’outlook economico senza brio che il Governatore Mario Draghi ha delineato nella conferenza stampa del 2 ottobre, hanno deluso profondamente il mercato.
In una seduta di Borsa già nervosa per tutta la mattinata, i listini azionari della zona euro hanno chiuso la seduta di giovedi scorso lasciando sul parterre due punti e mezzo percentuali, con Piazza Affari che ha sfiorato addirittura il meno quattro per cento. Le ragioni di questi andamenti sono stati spiegati da Azad Zangana, European Economist di Schroders nell’articolo “Perché ieri la BCE ha deluso i mercati”.
Per l’economista, la reazione dei mercati alle dichiarazioni di Mario Draghi dopo il meeting della BCE di ieri è stata molto negativa in quanto gli investitori speravano che l’istituto centrale europeo avrebbe accelerato i piani di stimolo per l’economia. Inoltre benché il presidente della BCE abbia confermato che l’Eurotower comprerà covered bond a partire da metà ottobre e Asset backed securities (ABS) dal quarto trimestre del 2014, le dimensioni dei rispettivi mercati è ridotta e, quindi, gli impatti positivi sul sistema sono tutti da verificare sul campo.
Secondo Azad Zangana, l’unico segnale chiaro è che la politica monetaria in Europa resterà accomodante per un lungo periodo di tempo, in contrasto con gli Stati Uniti e il Regno Unito, dove i mercati si aspettano un rialzo dei tassi di interesse nel 2015.
Tuttavia, sebbene i mercati siano stati delusi sia per la mancanza di dettagli sui nuovi interventi che la banca centrale europea intende adottare e sia per l’outlook economico modesto che il Governatore Mario Draghi ha delineato nella conferenza stampa di ieri dopo il meeting di ottobre la BCE, Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management, suggerisce di valutare in modo più positivo alcuni elementi sia dal lato dell’offerta di credito che della domanda, che potrebbero rendere le nuove misure più efficaci e soprattutto contribuire a raggiungere l’obiettivo finale di rivitalizzare l’economia reale.
Senza dimenticare, come argomenta la strategist nell’articolo “Perchè il credit easing della BCE potrebbe avere successo”, che l’euro si è fortemente indebolito rispetto al dollaro e alle valute estere (e potrebbe allungare questo trend anche dopo che la Fed avrà concluso questo mese l’acquisto di titoli obbligazionari americani), e che proseguirà da parte della BCE l’abile utilizzo della forward guidance (cioè l’esercizio del proprio potere in politica monetaria al fine di condizionare, con le proprie previsioni, le aspettative dei mercati sui futuri livelli dei tassi di interesse, ndr).
“L’euro si è fortemente indebolito verso il dollaro, grazie anche all’azione della Fed che completerà il quantitative easing a ottobre. Ciò sta creando un’opportunità di recupero di competitività molto importante per gli esportatori europei. Proprio in questi giorni il cambio euro/dollaro è sceso sotto 1,27. Una divisa unica debole potrebbe anche alimentare un po’ di ripresa d’inflazione grazie all’aumento di alcuni costi, tra cui l’energia, indotto proprio dalla forza del dollaro, allontanando lo spettro della deflazione che spaventa i mercati”.
Che fare alla luce di questo nuovo scenario?
Alcuni suggerimenti utili li fornisce Scott Thiel, Head of the Global Bond Team e Co-Manager del BGF Fixed Income Global Opportunities Fund di BlackRock nell’articolo “Cosa fare dopo le ultime dichiarazione di Draghi”
“In un tale contesto di incremento della volatilità riteniamo che il mantenimento di un focus sui fondamentali sarà la chiave, insieme alla diversificazione e ad una forte attenzione alla gestione del rischio” sottolinea Scott Thiel che poi aggiunge: “Manteniamo la nostra preferenza nel sovrappeso sul debito subordinato bancario europeo. Sia i nuovi TLTRO (operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine) che il programma di acquisto di ABS da parte della BCE dovrebbe garantire benefici alle banche europee, insieme al develeraging (riduzione della leva finanziaria) in corso e alla futura revisione della qualità dell'attivo degli istituti di credito”.
Per quanto riguarda il Regno Unito, con il referendum scozzese ormai alle spalle e l'unione intatta, Scott Thiel mantiene le proprie posizioni, lunga (rialzista) sulla sterlina e short (ribassista) sui governativi inglesi, dal momento che la Banca d'Inghilterra inizierà a rialzare il tasso di interesse forse già a novembre o, molto probabilmente, entro febbraio. “Infine, continuiamo ad apprezzare le obbligazioni in valuta locale nelle economie dei mercato emergenti ma in modo selettivo: tra queste figurano ad esempio l'India e il Brasile. Crediamo che l'inflazione abbia raggiunto il picco e la domanda interna è ormai abbastanza debole: fattori che dovrebbero spingere le banche centrali di questi paesi a congelare l’aumento dei tassi” conclude Scott Thiel.
In una seduta di Borsa già nervosa per tutta la mattinata, i listini azionari della zona euro hanno chiuso la seduta di giovedi scorso lasciando sul parterre due punti e mezzo percentuali, con Piazza Affari che ha sfiorato addirittura il meno quattro per cento. Le ragioni di questi andamenti sono stati spiegati da Azad Zangana, European Economist di Schroders nell’articolo “Perché ieri la BCE ha deluso i mercati”.
Per l’economista, la reazione dei mercati alle dichiarazioni di Mario Draghi dopo il meeting della BCE di ieri è stata molto negativa in quanto gli investitori speravano che l’istituto centrale europeo avrebbe accelerato i piani di stimolo per l’economia. Inoltre benché il presidente della BCE abbia confermato che l’Eurotower comprerà covered bond a partire da metà ottobre e Asset backed securities (ABS) dal quarto trimestre del 2014, le dimensioni dei rispettivi mercati è ridotta e, quindi, gli impatti positivi sul sistema sono tutti da verificare sul campo.
Secondo Azad Zangana, l’unico segnale chiaro è che la politica monetaria in Europa resterà accomodante per un lungo periodo di tempo, in contrasto con gli Stati Uniti e il Regno Unito, dove i mercati si aspettano un rialzo dei tassi di interesse nel 2015.
Tuttavia, sebbene i mercati siano stati delusi sia per la mancanza di dettagli sui nuovi interventi che la banca centrale europea intende adottare e sia per l’outlook economico modesto che il Governatore Mario Draghi ha delineato nella conferenza stampa di ieri dopo il meeting di ottobre la BCE, Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management, suggerisce di valutare in modo più positivo alcuni elementi sia dal lato dell’offerta di credito che della domanda, che potrebbero rendere le nuove misure più efficaci e soprattutto contribuire a raggiungere l’obiettivo finale di rivitalizzare l’economia reale.
Senza dimenticare, come argomenta la strategist nell’articolo “Perchè il credit easing della BCE potrebbe avere successo”, che l’euro si è fortemente indebolito rispetto al dollaro e alle valute estere (e potrebbe allungare questo trend anche dopo che la Fed avrà concluso questo mese l’acquisto di titoli obbligazionari americani), e che proseguirà da parte della BCE l’abile utilizzo della forward guidance (cioè l’esercizio del proprio potere in politica monetaria al fine di condizionare, con le proprie previsioni, le aspettative dei mercati sui futuri livelli dei tassi di interesse, ndr).
“L’euro si è fortemente indebolito verso il dollaro, grazie anche all’azione della Fed che completerà il quantitative easing a ottobre. Ciò sta creando un’opportunità di recupero di competitività molto importante per gli esportatori europei. Proprio in questi giorni il cambio euro/dollaro è sceso sotto 1,27. Una divisa unica debole potrebbe anche alimentare un po’ di ripresa d’inflazione grazie all’aumento di alcuni costi, tra cui l’energia, indotto proprio dalla forza del dollaro, allontanando lo spettro della deflazione che spaventa i mercati”.
Che fare alla luce di questo nuovo scenario?
Alcuni suggerimenti utili li fornisce Scott Thiel, Head of the Global Bond Team e Co-Manager del BGF Fixed Income Global Opportunities Fund di BlackRock nell’articolo “Cosa fare dopo le ultime dichiarazione di Draghi”
“In un tale contesto di incremento della volatilità riteniamo che il mantenimento di un focus sui fondamentali sarà la chiave, insieme alla diversificazione e ad una forte attenzione alla gestione del rischio” sottolinea Scott Thiel che poi aggiunge: “Manteniamo la nostra preferenza nel sovrappeso sul debito subordinato bancario europeo. Sia i nuovi TLTRO (operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine) che il programma di acquisto di ABS da parte della BCE dovrebbe garantire benefici alle banche europee, insieme al develeraging (riduzione della leva finanziaria) in corso e alla futura revisione della qualità dell'attivo degli istituti di credito”.
Per quanto riguarda il Regno Unito, con il referendum scozzese ormai alle spalle e l'unione intatta, Scott Thiel mantiene le proprie posizioni, lunga (rialzista) sulla sterlina e short (ribassista) sui governativi inglesi, dal momento che la Banca d'Inghilterra inizierà a rialzare il tasso di interesse forse già a novembre o, molto probabilmente, entro febbraio. “Infine, continuiamo ad apprezzare le obbligazioni in valuta locale nelle economie dei mercato emergenti ma in modo selettivo: tra queste figurano ad esempio l'India e il Brasile. Crediamo che l'inflazione abbia raggiunto il picco e la domanda interna è ormai abbastanza debole: fattori che dovrebbero spingere le banche centrali di questi paesi a congelare l’aumento dei tassi” conclude Scott Thiel.
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