Alibaba
Chi si arricchirà con i bond convertibili Alibaba
18 Settembre 2014 10:20

le luci dei riflettori sono puntate sui numeri megamiliardari dell’IPO in programma domani. E, probabilmente, non potrebbe essere diversamente.
Il collocamento in Borsa delle azioni di Alibaba, il colosso cinese del’e-commerce, potrebbe infatti raccogliere oltre 25 miliardi di dollari (collocandosi al primo posto assoluto nella graduatoria delle IPO di tutti i tempi davanti all’attuale primatista, l’IPO da 22,1 miliardi di dollari relativa allo sbarco in Borsa dell’Agricultural Bank of China) e capitalizzare qualcosa come 170 miliardi.
Ma, sullo sfondo, ci sono investitori che avevano visto giusto solo pochi anni fa sul gruppo guidato da Jack Ma e che potrebbero ora passare all’incasso incamerando una lauta plusvalenza. Questo gruppo di investitori, costituito sia da asset manager (tra i quali Credit Suisse e Fidelity), che da gestori di investimento asiatici e anche da alcuni hedge fund (come, per esempio, Viking), nel 2012 avevano investito 1,7 miliardi di dollari in titoli convertibili di Alibaba con diritto di concambio a 18,5 dollari: se la quotazione avverrà ai prezzi delle forchetta di prezzo dell’IPO (e cioè tra 66 e 68 dollari), e questi investitori decidessero di convertire i titoli in loro possesso del colosso dell’e-commerce, il guadagno realizzato oscillerà tra il 256% e i 267%.
Questa notizia consente di fare una riflessione. Da un lato dimostra che gli investitori retail italiani ed europei (per i quali è stato quasi impossibile prenotare i titoli dell’IPO di Alibaba) sono stati tagliati fuori anche dalla possibilità diretta di investire nelle convertibili del gigante Internet del web.
D’altro canto, però, conferma che i sottoscrittori di fondi comuni e dei comparti specializzati nelle obbligazioni convertibili o nelle gestioni a reddito fisso flessibili di alcuni asset manager lungimiranti, potranno beneficiare, almeno in parte, della ricca plusvalenza.
Il collocamento in Borsa delle azioni di Alibaba, il colosso cinese del’e-commerce, potrebbe infatti raccogliere oltre 25 miliardi di dollari (collocandosi al primo posto assoluto nella graduatoria delle IPO di tutti i tempi davanti all’attuale primatista, l’IPO da 22,1 miliardi di dollari relativa allo sbarco in Borsa dell’Agricultural Bank of China) e capitalizzare qualcosa come 170 miliardi.
Ma, sullo sfondo, ci sono investitori che avevano visto giusto solo pochi anni fa sul gruppo guidato da Jack Ma e che potrebbero ora passare all’incasso incamerando una lauta plusvalenza. Questo gruppo di investitori, costituito sia da asset manager (tra i quali Credit Suisse e Fidelity), che da gestori di investimento asiatici e anche da alcuni hedge fund (come, per esempio, Viking), nel 2012 avevano investito 1,7 miliardi di dollari in titoli convertibili di Alibaba con diritto di concambio a 18,5 dollari: se la quotazione avverrà ai prezzi delle forchetta di prezzo dell’IPO (e cioè tra 66 e 68 dollari), e questi investitori decidessero di convertire i titoli in loro possesso del colosso dell’e-commerce, il guadagno realizzato oscillerà tra il 256% e i 267%.
Questa notizia consente di fare una riflessione. Da un lato dimostra che gli investitori retail italiani ed europei (per i quali è stato quasi impossibile prenotare i titoli dell’IPO di Alibaba) sono stati tagliati fuori anche dalla possibilità diretta di investire nelle convertibili del gigante Internet del web.
D’altro canto, però, conferma che i sottoscrittori di fondi comuni e dei comparti specializzati nelle obbligazioni convertibili o nelle gestioni a reddito fisso flessibili di alcuni asset manager lungimiranti, potranno beneficiare, almeno in parte, della ricca plusvalenza.
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