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L’uovo di Colombo della riforma della Giustizia

10 Settembre 2014 16:35
financialounge -  crescita economica incentivi fiscali italia riforme
Quando si parla di riforme strutturali necessarie per rilanciare un’economia italiana da troppi anni (o, addirittura, decenni), si pensa generalmente al mercato del lavoro, agli incentivi agli investimenti industriali, alla riforma della scuola, alla rimodulazione delle risorse per la ricerca e lo sviluppo. In realtà, secondo i bene informati, una riforma della Giustizia, e in particolare quella civile, potrebbe avere ricadute ancora più positive se si pensa alle tante liti giudiziarie aperte ogni anno (e ai milioni di pratiche da smaltire) tra aziende e privati che rappresentano un ostacolo dissuasivo per chi volesse investire nel nostro paese.

Un aiuto in questa direzione potrebbe arrivare dalla negoziazione assistita dagli avvocati. Quest’ultima è un istituto giuridico introdotto già in Francia dal 2010 e contenuto nel decreto legge sulla giustizia civile appena emanato in Italia che intende introdurlo nel nostro ordinamento sotto forma di "procedura partecipativa di negoziazione assistita da un avvocato" o “accordo di negoziazione”: in pratica, si tratta di una procedura conciliativa alternativa al contenzioso, che riconosce alle parti il potere di autoregolamentazione dei loro rapporti e ai rispettivi avvocati un ruolo centrale nell’assisterle nella negoziazione finalizzata alla ricerca di un accordo, che una volta raggiunto viene poi omologato dal giudice, così da renderlo esecutivo, salvaguardando nel contempo la funzione giurisdizionale.

Un gruppo di studio dello OUA (Organismo Unitario Avvocatura Italiana), ha elaborato un confronto tra le due diverse modalità di soluzione delle controversie, ovvero tra la controversia giudiziale canonica e la negoziazione assistita dagli avvocati dimostrando che il risparmio medio che ne deriverebbe oscillerebbe tra il 65% e il 70% a seconda dello scaglione di importo della controversia. Per esempio, una lite con valore della controversia compreso tra i 52 mila e i 260 mila euro affrontata con il rito giudiziale arriverebbe a costare, tra compenso all’avvocato, spese generali, versamenti contributi alla Cassa degli Avvocati, Iva e altre spese, 20.500 euro circa contro i 6.300 euro per la medesima controversia tramite negoziazione.
Ma c’è di più. Un altro importante vantaggio di questa procedura starebbe nei tempi: mentre per un processo di primo grado occorrono circa 500 giorni, per la negoziazione assistita dagli avvocati la lite si potrebbe riconciliare anche in un mese. Secondo gli avvocati, infine, per far decollare la negoziazione assistita facendola diventare l’uovo di Colombo della riforma della Giustizia, sarebbe auspicabile l’introduzione di una forma di incentivi fiscali che favorisca il ricorso alle soluzioni extragiudiziali.
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