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Andreas Wild

Idee di investimento - Azioni - 8 settembre 2014

8 Settembre 2014 09:35
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Gli annunci di Draghi dopo il meeting di giovedì scorso della BCE e la creazione in agosto di 142 mila nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, dato quest’ultimo di gran lunga inferiore al consenso degli analisti che stimavano 225 mila unità, sembrano confermare che l’ultima parte dell’anno possa proseguire in funzione, soprattutto, dell’iniziativa dei banchieri centrali, e degli utili aziendali.

È la convinzione di Carlo Benetti di Swiss & Global Asset Management ripresa nell’articolo “Sono le banche centrali a dettare i tempi ai mercati” e riassunta nel suo commento: “È il caso di attendere con fiducia il tocco taumaturgico della Banca Centrale Europea e di confermare pure la prevalenza delle azioni sulle obbligazioni, senza però perdere di vista la fragilità dello scenario dell’economia reale”.

Una prudenza, peraltro predicata anche da Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock e da Andreas Wild e Christoph Blieffert, analisti azionari di ETHENEA, sebbene per differenti ragioni. Per Russ Koesterich, il rafforzamento dell'economia, la bassa inflazione e i rendimenti ai minimi dei Treasury suggeriscono che le Borse possono (e probabilmente dovrebbero) muoversi verso l'alto entro la fine dell'anno. Tuttavia, come spiega nell’articolo “Maggiore cautela nel breve termine nell’equity” fa presente: “Nel breve termine, la stagionalità negativa (settembre è il mese statisticamente più negativo per la Borsa) e i crescenti rischi geopolitici consigliano agli investitori di esercitare una maggiore cautela”.

Le avvertenze formulate da Andreas Wild e Christoph Blieffer sono invece indirizzate agli investimenti in Borsa diretti verso le matricole e le richieste di capitale. I due analisti di ETHENEA, nell’articolo “Borsa: valutare con cura IPO e aumenti di capitale” raccomandano infatti: “È bene soppesare attentamente le proprie scelte d’investimento in campo azionario senza farsi trascinare da effimere euforie legate al marketing aziendale in fase di IPO o di raccolta di nuovo capitale”.

Premesso, doverosamente, tutto questo, vediamo cosa suggeriscono gli asset manager in campo azionario.

Le novità mensili adottate nel portafoglio azionario dalla Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset al location in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, e rese note nell’articolo “Perché i mercati emergenti saliranno ancora” evidenziano la conferma della preferenza per i mercati azionari emergenti rispetto a quelli europei, un ridimensionamento, a livello neutrale, per l’equity di Tokyo, e, a livello settoriale, un forte interesse per i titoli ciclici, in particolare per quelli dell’industria e dei materiali di base.

Restando in tema di emerging markets equity, Matt Linsey, managing partner di North of South Capital LLp e gestore del fondo GAM Star North of South EM equity, commenta: “I Mercati Emergenti hanno un forte potenziale di rendimento, ma le dinamiche che li riguardano sono molto differenti da quelle dei Mercati Sviluppati”, sottolineando in tal modo il grande valore di mercati meno osservati, diversi dai tradizionali BRIC.
Matt Linsey, nell’articolo “Come cavalcare le dinamiche dei mercati emergenti” rivela infatti di aver trovato ad esempio interessanti opportunità di investimento in Thailandia, presente solo con una quota ridotta nel benchmark del fondo, e in mercati meno sviluppati come l’Arabia Saudita e lo Zimbabwe.

Joost Van Leenders di BNP Paribas Investment Partners, dal canto suo, preferisce invece assumere un peso neutrale nei mercati emergenti assumendo però posizioni sovrappesate nella cosiddetta Greater China (che comprende Cina, Hong Kong e Taiwan) e nell’area dell’euro rispetto al Regno Unito. Nell’articolo “La ripresa della zona euro e il rinvio dell’allentamento quantitativo” Joost Van Leenders dichiara inoltre di mantenere una posizione neutrale a livello globale nel comparto immobiliare e, sul mercato europeo, una sovraesposizione verso le azioni rispetto ai valori immobiliari.

Infine, per gli investitori alla ricerca di una diversificazione del portafoglio azionario a lungo termine, c’è da segnalare un interessante studio dell’Asset Management Equity Business di Credit Suisse sul settore della sicurezza informatica. Nell’articolo “Sicurezza IT, un interessante megatrend per gli investitori” gli esperti della Asset Management Equity Business di Credit Suisse ricordano, a proposito dei principali driver di lungo periodo per le società dell’IT security:
1) le minacce nel settore della sicurezza IT sono in continua evoluzione;
2) il budget di spesa per il settore della sicurezza IT continuerà a crescere;
3) l’industria sta operando in una fase attrattiva e di strutturale crescita del mercato.
La loro conclusione è la seguente: “Storicamente, i titoli del settore della sicurezza informatica, come i titoli assicurativi, tendono a sovraperformare durante i periodi di recessione e sottoperformare nelle fasi di crescita economica. Per i risparmiatori orientati al lungo termine pensiamo che questo tema di investimento sia molto interessante e che si collochi ancora all’inizio di un ciclo di crescita secolare”.
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