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Idee di investimento - Azioni - 1 settembre 2014

1 Settembre 2014 10:00
financialounge -  cina Dividend yield Eli Koen Joost van Leenders mercati azionari Omar Moufti settore immobiliare turchia
Avviso ai naviganti: la correzione dei mercati azionari tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto era stata preannunciata. È questa la convinzione degli esperti di ETHENEA che nell’articolo “Quei campanelli d’allarme delle correzioni di Borsa” spiegano: “Nei nostri commenti dei mesi passati abbiamo fatto più volte riferimento ai segnali d’allarme, gli ultimi dei quali sono giunti, come spesso accade, dai mercati obbligazionari e in particolare da quelli ad alto rendimento (i cosiddetti «high yield») come dimostra l’arretramento registrato da inizio luglio dell’iBoxx USD High Yield Index”.
Gli esperti di ETHENEA poi aggiungono: “L’economia globale nel complesso e quella statunitense in particolare stanno proseguendo sulla strada della crescita. Ciononostante non è chiaro quali siano le possibili conseguenze sull’economia di un eventuale ritiro dello stimolo monetario estremo. Un’anticipazione a riguardo è giunta a fine luglio / inizio agosto, quando i mercati hanno registrato una consistente correzione. Anche i rischi geopolitici contribuiscono a complicare la situazione, minacciando ulteriormente una crescita che già di per sé è piuttosto precaria. Tuttavia potrebbero trascorrere ancora uno o due trimestri prima che tutto ciò si concretizzi nei fatti”.

In attesa di verificare se le previsioni degli esperti di ETHENEA saranno rispettate, possono essere interessanti alcuni suggerimenti di altri specialisti come quelli formulati da Joost Van Leenders di BNP Paribas Investment Partners nell’articolo “La situazione geopolitica e dati economici consentono di tirare il fiato”. Il gestore riferisce di aver lasciato invariata la posizione neutrale sui mercati azionari internazionali e nei mercati emergenti, mantenendo però posizioni sovrappesate nella cosiddetta Greater China e nell’area dell’euro rispetto al Regno Unito. Nel comparto immobiliare ha mantenuta una posizione neutrale a livello globale, e, sul mercato europeo, una sovraesposizione verso le azioni rispetto ai valori immobiliari.

Focus sull’Estremo Oriente invece per Omar Moufti, Investment Specialist Asian Equities di Union Bancaire Privée (UBP) che, nell’articolo “Riforme strutturali, punto di forza della crescita in Asia” indica alcune delle opportunità che si stanno configurando in Asia: selezionate azioni a media e piccola capitalizzazione a Hong Kong, con elevato potenziale di crescita, che scambiano a sconti significativi rispetto alle controparti “onshore” cinesi; le misure per accrescere il dividend yield del mercato azionario coreano, attualmente pari soltanto all’1%; la revisione al rialzo degli utili aziendali che dovrebbero far crescere le quotazioni del mercato azionario. Secondo Omar Moufti infatti, in Asia i principali Paesi possono ancora fare affidamento sugli effetti delle riforme strutturali e sulle nuove leadership che stanno interpretando il desiderio di cambiamento: da una crescita guidata a livello centrale a una più espansiva, guidata dal mercato.

Il suo collega, Eli Koen, Head of Turkish Equities di Union Bancaire Privée (UBP), è invece convinto che le novità relative alle politiche della Federal Reserve, in particolare quelle legate a un possibile rialzo dei tassi, o qualsiasi segnale di un potenziale quantitative easing da parte della Banca Centrale Europea, potrebbero avere un impatto sull’azionario turco superiore a quello di eventuali notizie locali. Ne consegue che, come spiega nell’articolo “Azionario Turchia, il driver della crescita è targato Fed e BCE”: “Dal punto di vista dei fondamentali, il mercato azionario turco resta allettante, soprattutto per investitori di lungo termine, grazie alle sue opportunità di crescita economica. L’indice MSCI Turkey scambia attorno a quota 10,8 gli utili attesi, un livello che costituisce uno sconto del 40% rispetto al rapporto P/E (prezzo / utili) dei mercati sviluppati (pari a circa 18,1) e uno del 22% rispetto a quello dei mercati emergenti MSCI (13,9)”.
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