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ETP a leva, è il momento dei ribassisti sui bund
6 Agosto 2014 15:30

lato i rendimenti dei titoli di stato USA (treasury) e tedeschi (bund) sui minimi di sempre: basti pensare che il governativo decennale tedesco paga l’ 1,17% e il Treasury USA a 10 anni il 2,50%. Dall’altra gli investitori sempre più preoccupati da un imminente rialzo dei tassi che potrebbe essere, soprattutto nel caso americano, anche piuttosto brusco e ampio.
Ma, se i tassi aumentano, i prezzi, che si muovono in direzione opposta, scendono. Il calo delle quotazioni è inversamente proporzionale all’entità dell’aumento dei tassi ma anche alla durata del titolo: a parità di rialzo dei tassi di interesse, per esempio di un punto percentuale, il bund luglio 2015 perderebbe lo 0,92% del proprio valore, il bund agosto 2018 il 3,73% e il bund maggio 2024 il 9,14%.
Il ridimensionamento del QE (quantitative easing) della Fed, i dati del PIL americano del secondo trimestre di quest’anno (+4%), il sentiment positivo di produttori e consumatori negli Stati Uniti, l’ISM non manifatturiero di luglio salito a 58,7 punti contro i 56 di giugno (segnalando il 54esimo mese consecutivo di espansione), stanno contribuendo a considerare molto più ravvicinato di quanto pensato in precedenza un aumento dei tassi d’interesse in America: in Europa, invece, si teme che la riduzione della liquidità sul mercato e il minor appeal del Vecchio Continente (a seguito della deludente crescita economica, soprattutto se messa a confronto con quella a stelle e strisce) possano rallentare i flussi di acquisto sui bund tedeschi.
Tutto questo ha spinto gli investitori obbligazionari e quelli che allestiscono portafogli bilanciati, a cercare soluzioni capaci di contrastare i possibili contraccolpi derivanti dal rialzo dei tassi. Una opzione è quella di alleggerire o, addirittura, azzerare le posizioni in titoli governativi USA e tedeschi soprattutto a più lunga scadenza (7-10 anni). Ma c’è anche chi sta implementando delle strategie ribassiste.
È quello che emerge da uno studio di una società specializzata in prodotti ETP L&S (long e short, ovvero rialzisti e ribassisti con leva finanziaria), in base al quale il forte sentiment ribassista da parte degli investitori in questa speciale tipologia di prodotti nei confronti del debito pubblico americano e tedesco risulta piuttosto evidente nell’allocazione predominante in posizioni short (al ribasso) che rappresentano, rispettivamente, il 90% e il 97% degli ETP S&L obbligazionari.
Va tuttavia ricordato che tali strategie sono consigliate soltanto a investitori con elevata conoscenza di questi prodotti sofisticati e delle dinamiche del mercato in quanto un’allocazione non corretta nei pesi (sugli short USA piuttosto che su quelli di Berlino) e nel timing di investimento e disinvestimento, potrebbe provocare perdite anche piuttosto ingenti.
In alternativa, al fai da te e al ricorso agli ETP con leva finanziaria, esiste la possibilità di sottoscrivere, meglio se con l’ausilio di un buon consulente finanziario, un buon fondo obbligazionario globale o di tipo absolute return capace di diversificare il rischio non soltanto dal punto di vista dei tassi di interesse ma anche di quello valutario, del rating degli emittenti e della scadenza media dei titoli in portafoglio.
Ma, se i tassi aumentano, i prezzi, che si muovono in direzione opposta, scendono. Il calo delle quotazioni è inversamente proporzionale all’entità dell’aumento dei tassi ma anche alla durata del titolo: a parità di rialzo dei tassi di interesse, per esempio di un punto percentuale, il bund luglio 2015 perderebbe lo 0,92% del proprio valore, il bund agosto 2018 il 3,73% e il bund maggio 2024 il 9,14%.
Il ridimensionamento del QE (quantitative easing) della Fed, i dati del PIL americano del secondo trimestre di quest’anno (+4%), il sentiment positivo di produttori e consumatori negli Stati Uniti, l’ISM non manifatturiero di luglio salito a 58,7 punti contro i 56 di giugno (segnalando il 54esimo mese consecutivo di espansione), stanno contribuendo a considerare molto più ravvicinato di quanto pensato in precedenza un aumento dei tassi d’interesse in America: in Europa, invece, si teme che la riduzione della liquidità sul mercato e il minor appeal del Vecchio Continente (a seguito della deludente crescita economica, soprattutto se messa a confronto con quella a stelle e strisce) possano rallentare i flussi di acquisto sui bund tedeschi.
Tutto questo ha spinto gli investitori obbligazionari e quelli che allestiscono portafogli bilanciati, a cercare soluzioni capaci di contrastare i possibili contraccolpi derivanti dal rialzo dei tassi. Una opzione è quella di alleggerire o, addirittura, azzerare le posizioni in titoli governativi USA e tedeschi soprattutto a più lunga scadenza (7-10 anni). Ma c’è anche chi sta implementando delle strategie ribassiste.
È quello che emerge da uno studio di una società specializzata in prodotti ETP L&S (long e short, ovvero rialzisti e ribassisti con leva finanziaria), in base al quale il forte sentiment ribassista da parte degli investitori in questa speciale tipologia di prodotti nei confronti del debito pubblico americano e tedesco risulta piuttosto evidente nell’allocazione predominante in posizioni short (al ribasso) che rappresentano, rispettivamente, il 90% e il 97% degli ETP S&L obbligazionari.
Va tuttavia ricordato che tali strategie sono consigliate soltanto a investitori con elevata conoscenza di questi prodotti sofisticati e delle dinamiche del mercato in quanto un’allocazione non corretta nei pesi (sugli short USA piuttosto che su quelli di Berlino) e nel timing di investimento e disinvestimento, potrebbe provocare perdite anche piuttosto ingenti.
In alternativa, al fai da te e al ricorso agli ETP con leva finanziaria, esiste la possibilità di sottoscrivere, meglio se con l’ausilio di un buon consulente finanziario, un buon fondo obbligazionario globale o di tipo absolute return capace di diversificare il rischio non soltanto dal punto di vista dei tassi di interesse ma anche di quello valutario, del rating degli emittenti e della scadenza media dei titoli in portafoglio.
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