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Idee di investimento - Azioni - 21 luglio 2014

21 Luglio 2014 10:00
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Giordano Lombardo, Group CIO di Pioneer Investments, nell’articolo “Attivare il GPS per la navigazione dei mercati finanziari” ha spiegato perché ha “messo in atto un approccio più difensivo, riducendo la dimensione delle decisioni di investimento senza cambiarne l’orientamento e cioè lunghi di attività rischiose ma con cautela”. Nello stesso articolo, Giordano Lombardo, rivela che, per quanto riguarda le azioni, i modelli di valutazione di Pioneer Investments basati sul rapporto prezzo/utile (aggiustati secondo il ciclo e su medie di serie storiche lunghe) che aiutano a decidere allocazioni ottimali tra le varie asset class, indicano che l'Europa ed alcuni mercati emergenti (Cina) rimangono le opportunità di investimento più interessanti: i mercati azionari USA, invece, appaiono meno attraenti secondo i citati parametri di valutazione, così come quelli basati su flussi di cassa e profitti attesi.

David Herro, Chief Investment Officer, International Equities Harris Associates (gruppo Natixis) individua invece opportunità su quasi tutti i mercati sviluppati, mentre vi è ancora qualche difficoltà ad individuare società di qualità sottovalutate nei mercati emergenti.
"Troviamo valore in società multinazionali con sede in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone e che operano nei mercati emergenti. Alcuni prezzi azionari sono stati lievemente condizionati nel breve termine dai deboli tassi di cambio dei mercati emergenti e dall’inversione del ciclo economico. Tali titoli, rappresentano opportunità interessanti” argomenta David Herro nell’articolo “Fare proprie le occasioni del secondo semestre”.

Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock, dal canto suo continua a sottolineare l’importanza di focalizzarsi sugli investimenti di valore. Tradotto in pratica, come spiega lui stesso nell’articolo “La ricerca del valore tramite large e mega cap” per l’equity USA, significa prediligere le large e mega-cap. Al di fuori degli Stati Uniti, gli investitori, in particolare quelli con poca esposizione all’equity, dovrebbero guardare con maggiore interesse alle azioni dei mercati emergenti.

Anche la Pictet Asset Management Stratetic Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, nel Barometer di luglio 2014 non ha dubbi: le valutazioni di mercato azionarie più convenienti sono quelle degli emerging markets e del Giappone. Al contrario dell’Europa, i cui listini azionari risultano cari: è cioè che emerge nell’articolo













 “Borse, Europa e USA care, meglio EM
e Tokyo”.

A livello geografico, invece, il FF Global Dividend Fund è fortemente sovrappesato sulle aziende europee (oltre che sui Paesi sviluppati). Un comparto che adotta strategie mirate capaci di individuare le società solide e ben gestite, caratterizzate dallo stacco continuativo di dividendi elevati, sostenibili e in crescita: con un rigoroso controllo del rischio, inteso soprattutto come attenzione al “drawdown”, cioè un focus sulla riduzione delle perdite massime potenziali. Il gestore Dan Roberts, come si evince nell’articolo “Dividendi di qualità per una crescita di medio lungo termine”, seleziona le società dalla crescita sostenibile e in grado di staccare dividendi superiori del 25% rispetto alla media del mercato. Si tratta di imprese che hanno mostrato di essere meno volatili rispetto alla media del mercato, grazie anche alla preferenza che gli investitori accordano alle società che staccano dividendi: la cedola stessa può peraltro rappresentare una concreta fonte di reddito aggiuntivo.

Andreas Wild, analista azionario incaricato da ETHENEA, dal canto suo, poggia le proprie convinzioni soprattutto sulle aziende industriali statunitensi. “A differenza di molte imprese industriali europee, che si stanno riprendendo lentamente dagli ultimi anni difficili, la concorrenza degli Stati Uniti gode di un certo vento in poppa. La domanda di beni di investimento negli Stati Uniti è in aumento (+2,8% nel primo trimestre)” precisa Andreas Wild all’interno dell’articolo “Da dove giunge il vento sui mercati?”

Infine, una riflessione sull’India. Nessuno poteva ragionevolmente sperare che l’economia indiana potesse essere riformata e rinvigorita da un solo budget di bilancio, ma il solo fatto che le politiche annunciate vadano nella giusta direzione incoraggia a pensare positivo sul futuro dell’India. È questa la convinzione espressa da Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, nell’articolo “Budget India, perché credere nel cambiamento” che ora spera che il primo ministro dell’India, Narenda Modi, si dimostri bravo nell’attuazione delle riforme a livello nazionale quanto lo è stato nella precedente esperienza nello stato dell'India occidentale Gujarat.
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