Antonio Bottillo

Fare proprie le occasioni del secondo semestre

15 Luglio 2014 14:10

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uttura multi-affiliates di Natixis Global Asset Management permette di individuare opportunità e rischi di ciascuna area geografica e asset class, in modo da costruire un portafoglio coerente con gli obiettivi del singolo investitore e in grado di affrontare diverse fasi di mercato.

Lo sottolinea Antonio Bottillo, Amministratore Delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management per il quale il rischio come fattore centrale della propria asset allocation, un uso più efficace delle tradizionali asset class, insieme ad un’ampia diversificazione e all’uso di strategie alternative a contenimento del rischio, permettono di costruire portafogli più robusti e durevoli, a misura di cliente.

L’occasione per ribadire questa caratteristica distintiva è fornita dagli approfondimenti che alcuni esperti di società che fanno parte del gruppo Natixis Global Asset Management hanno espresso in tema di investimenti obbligazionari, azionari, alternativi e socialmente responsabili discutendo sul contesto dei fondamentali, sulle potenzialità di crescita, sui rischi macro e presentando le proprie idee di investimento per i prossimi mesi.

Per esempio, Thomas Fahey, Senior Global Macro Strategist Loomis Sayles & Company sostiene che alcuni segmenti dei mercati emergenti stanno mostrando un premio per il rischio interessante, di cui gli investitori potrebbero beneficiare nei prossimi 12-18 mesi, e vede con particolare favore le obbligazioni corporate emergenti denominate in dollari.

"In molti paesi emergenti, i mercati obbligazionari in valuta locale presentano inoltre rendimenti nominali molto elevati, sebbene occorra prestare attenzione ai rischi di cambio" precisa Thomas Fahey che ritiene poi vi siano anche opportunità presso le banche europee che, continuando nel proprio processo di ripresa e deleveraging (riduzione della leva finanziaria), si trovano ben posizionate nell'ambito del ciclo del credito.

Le tendenze di lungo termine cui Thomas Fahey guarda con favore comprendono invece la rivoluzione determinata dallo “shale gas” e la possibilità di un'economia statunitense autonoma dal punto di vista energetico; il futuro percorso dell'Unione monetaria europea; le prospettive per il “global peace dividend” e il suo impatto sul commercio globale; la crescita dei mercati emergenti e dei paesi di nuova frontiera; l'aumento della prosperità mondiale e le tendenze demografiche; e la crisi dei paradigmi macroeconomici tradizionali con le relative proposte di soluzione.

David Herro, Chief Investment Officer, International Equities Harris Associates individua invece opportunità su quasi tutti i mercati sviluppati, mentre vi è ancora qualche difficoltà ad individuare società di qualità sottovalutate nei mercati emergenti.

"Troviamo valore in società multinazionali con sede in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone e che operano nei mercati emergenti. Alcuni prezzi azionari sono stati lievemente condizionati nel breve termine dai deboli tassi di cambio dei mercati emergenti e dall’inversione del ciclo economico. Tali titoli, rappresentano opportunità interessanti" argomenta David Herro che, inoltre, ritiene che alcune di tali multinazionali che si rivolgono ai consumatori dei mercati emergenti, potranno beneficiare dalla crescita di tali aree nei prossimi anni.

Sempre secondo David Herro, oggi è consigliabile investire in Europa per diversi motivi. Ad esempio, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una crescita globale superiore al 3% nel 2014, contesto nel quale le imprese europee possono operare con profitto mentre molte società europee di qualità elevata hanno approfittato della situazione di crisi per ripulire i propri bilanci, tagliare i costi, ridurre le spese in conto capitale ed accumulare liquidità. David Herro ammette poi che l’Abenomics sia stata piuttosto positiva per i mercati azionari giapponesi ma ritiene che il governo debba completare tale processo con l'attuazione di riforme strutturali solide.

"Se le riforme saranno attuate e continueremo a vedere progressi sul fronte deflazionistico, vedremo emergere uno scenario molto positivo per il prezzo dei titoli giapponesi", afferma David Herro che poi fa notare come, a fronte di un lieve indebolimento delle azioni giapponesi da da inizio anno, i profitti aziendali hanno continuato a rafforzarsi. "Un buon completamento dell'iniziativa Abenomics, specialmente in termini di riforme strutturali, avrà un impatto molto positivo sul prezzo dei titoli giapponesi", conclude David Herro.

Con riferimento ai mercati azionari emergenti, François Théret, Chief Investment Officer Absolute Asia Asset Management continua a favorire le economie che beneficiano della crescita globale prevista, mercati in cui i policy-maker possono rimanere piuttosto accomodanti in termini di politica monetaria ed economie in cui i governi sono disposti ad affrontare le sfide strutturali sottostanti il rallentamento della crescita e le vulnerabilità esterne.

"La modalità in cui i leader economici delle economie più vulnerabili affronteranno il tapering detterà le performance azionarie dei paesi emergenti", sostiene François Théret che, detto questo, ritiene che le economie orientate alle esportazioni si trovino ad oggi in una posizione più favorevole rispetto alle economie più orientate ai consumi interni. Per quanto riguarda i paesi emergenti dell’Asia, François Théret è convinto che la Corea del Sud e Taiwan dovrebbero beneficiare della ripresa della domanda da parte dei mercati sviluppati. La Corea deve prestare attenzione a venti contrari per lo yen giapponese che potrebbero mettere la competitività delle società coreane sotto pressione. Fra i mercati emergenti, quelli dell’area asiatica sembrano offrire le prospettive migliori, con una crescita del PIL attorno al 6% ed un avanzo delle partite correnti pari circa al 2%.

"Ciò dovrebbe rendere l'area meno dipendente da finanziamenti esterni rispetto all'EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) o all'America Latina. Le valute asiatiche sembrano meno vulnerabili. Le valutazioni restano interessanti, con stime che ritornano verso livelli ragionevoli dopo anni di sotto valutazioni", afferma infatti François Théret

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