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BNP Paribas Investment Partners

Lo scatto degli emerging markets bond

18 Giugno 2014 14:10
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Nonostante i tassi di interesse siano schiacciati sui minimi storici, i sottoscrittori di fondi obbligazionari non possono certo lamentarsi: da inizio anno al 12 giugno il rendimento medio dell’indice dei fondi di categoria è salito del 3,56%. Ma ancora meglio è andata ai possessori di quote di fondi obbligazionari Paesi emergenti in valuta locale, i prodotti del risparmio gestito che investono prevalentemente in titoli a reddito fisso, sia governativi che societari, di paesi in via di sviluppo espressi nelle valute locali: il rendimento medio di questi prodotti, nello stesso arco di tempo, è stato infatti pari al +6,36%.

Performance che i migliori fondi di categoria, quali ad esempio Pioneer Funds - Emerging Markets Bond Local Currencies, Pictet - Emerging Local Currency Debt, FF - Emerging Market Local Currency Debt Fund, PIMCO Funds - Emerging Local Bond Fund, JPM Emerging Markets Local Currency Debt, sono riusciti a superare anche di due punti percentuali. Ma conviene ora puntare su questa tipologia di fondi?

Laura Tardino, strategist di BNP Paribas Investment Partners, non ha dubbi in proposito, suggerendo proprio un sovrappeso debito emergente in valuta locale, come ha spiegato nell’articolo “Mercati tranquilli in attesa di indicazioni delle banche centrali”.

“Abbiamo ripristinato la posizione sovrappesata in questo segmento del mercato, in particolare per sfruttare il carry (cioè l’extra rendimento), che riteniamo interessante. Il rendimento del debito in valuta locale è infatti superiore di oltre 100 punti base (cioè 1,0%) a quello dei titoli denominati in dollari USA”.

Luca Bindelli, Head of Foreign Exchange Analysis di Credit Suisse, dal canto suo, indica invece quali siano le divise dei paesi in via di sviluppo da preferire: “Sul versante delle valute dei paesi emergenti, restano interessanti il peso messicano, lo zloty polacco e il renminbi cinese mentre è meglio osservare la massima prudenza sulle valute sensibili ai tassi come per esempio il real brasiliano, la lira turca e il rand sudafricano” riferisce Luca Bindelli all’interno dell’articolo “È il momento di sterlina, corona norvegese e dollaro USA”.
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