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Christophe Bernard

Idee di investimento - 9 giugno 2014

9 Giugno 2014 10:35
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Alcuni tra i più importanti asset manager ribadiscono il loro consiglio di sovrappesare nei portafogli le azioni rispetto ai bond. Tra questi figurano Bnp Paribas Investment Partners, Vontobel e BlackRock.

“A nostro avviso, la politica monetaria, la ripresa graduale dell’economia (che non mostra segnali di vincoli di capacità produttiva) e l’inflazione stanno delineando un clima positivo per i mercati finanziari. Manteniamo un sovrappeso negli indici azionari globali e in Europa nel segmento delle obbligazioni societarie high-yield e nel settore immobiliare” ha dichiarato Joost Van Leenders di BNP Paribas Investment Partners nell’articolo “Clima tranquillo, condizioni stabili” mentre Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, nell’articolo “Nodi cruciali per la Francia” tutto dedicato ad approfondire la situazione politico – economica francese ha confidato: “Abbiamo continuato ad aumentare la nostra esposizione sui mercati azionari, rafforzando il nostro sovrappeso in questo segmento. Il motivo della nostra scommessa rialzista rimane immutato: le attività rischiose e i mercati azionari in particolare continuano a essere sostenuti dalle iniezioni di liquidità delle banche centrali, dai rendimenti depressi dei titoli di Stato e dai ragionevoli utili aziendali. La liquidità è abbondante e il sentiment degli investitori non ha ancora raggiunto quel livello di euforia tipico di un punto culminante. Detto ciò rimaniamo ben consapevoli che i livelli di valutazione sono quantomeno equi in termini assoluti e che, per alimentare ulteriori guadagni, è necessaria liquidità abbondante e a basso costo”.

Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock nell’articolo “Giappone ed emerging markets le prime scelte” invece ha specificato: “In generale, sia i titoli azionari che quelli obbligazionari stanno diventando costosi. Ma ai livelli attuali le obbligazioni tradizionali, in particolare, offrono poco valore. Non ci aspettiamo un grande sell-off (vendita massiccia di titoli sul mercato) in obbligazioni, capaci di far rialzare bruscamente i tassi ma, nel complesso, continuiamo a privilegiare le azioni rispetto alle obbligazioni, sebbene le Borse continuino a muoversi verso nuovi massimi”. In un contesto limitato dal punto di vista delle opportunità d’investimento, gli investitori devono cercare di trovare reale valore aggiunto con un approccio prudente: e Russ Koesterich individua queste caratteristiche all'interno del mercato azionario, in Giappone e nei mercati emergenti.
L’equity giapponese piace pure a UBP mentre i mercati emergenti sono la prima scelta di Zest Asset Management.

In particolare, gli esperti di UBP, nell’articolo “Ottime opportunità a Tokyo per gli stock picker attivi” sottolineano come la correzione sul mercato azionario giapponese da inizio anno ad oggi rappresenti un’interessante opportunità di acquisto per gli investitori di lungo periodo orientati sui fondamentali. Dopo un ottimo 2013, l’azionario giapponese ha subito una correzione nel 2014, sottoperformando i listini globali, a causa per lo più delle prese di profitto di investitori di breve termine. Tuttavia, grazie al successo delle riforme, lo scenario per i titoli nipponici sta diventando ancor più convincente dato che le valutazioni restano basse.

Maurizio Novelli, Global Strategist di Zest Asset Management, dal canto suo, nell’articolo “Avanti tutta su azioni e bond emerging markets” si focalizza sul calo della domanda globale proveniente dal rallentamento della crescita in Cina, Asia e America Latina indicandolo come il fattore di freno all’Europa che è prevalentemente orientata all’export. Inoltre, alla luce del deludente dato del PIL americano del primo trimestre, sarà un successo se la crescita USA raggiungerà il 2 % per tutto l'anno 2014 rispetto al 2,7% atteso. In questo contesto, Maurizio Novelli, ritiene che ci siano tutte le condizioni per una seconda parte dell’anno favorevole alle azioni e alle obbligazioni dei paesi emergenti e ad alcune strategie valutarie che premino l’apprezzamento delle divise dei paesi in via di sviluppo a discapito del dollaro USA e dello yen giapponese.

Restando in tema d’investimento obbligazionario e valutario, nell’articolo “Il reddito fisso dopo le grandi manovre della BCE”, Scott Thiel, BlackRock Deputy Chief Investment Officer of Fundamental Fixed Income e capo del team Global Bond Team, dopo la riunione della BCE di giovedi scorso, suggerisce di mantenere le posizioni rialziste sui bond spagnoli grazie allo slancio positivo dei fondamentali di lungo termine di Madrid. Consiglia invece di ridurre il peso sui titolo di stato portoghesi che hanno corso molto negli ultimi mesi, di puntare sui bond in valuta locale di India, Sud Africa , Turchia e Brasile e, in campo valutario, e di preferire la sterlina inglese, tra le grandi valute internazionali.

A proposito di cambi valutari, per Donatella Principe, Responsabile Institutional Business di Schroders Italia, per assistere a un reale rafforzamento del dollaro si dovrà concretizzare o un rialzo dei tassi d’interesse in America (magari prima delle attese) o la partenza del Quantitative Easing (QE) nell’Eurozona. Nell’articolo “Gli impatti delle opzioni della BCE sull’euro dollaro”, Donatella Principe aggiunge poi che la BCE dovrebbe implementare il QE anche per contrastare il rischio di deflazione e ciò potrebbe essere fatto in tre modi: 1) un acquisto di titoli di stato; 2) l’acquisto di bond societari; 3) l’implementazione di un meccanismo ibrido, come una penalizzazione per le banche che non concedono credito al sistema produttivo.
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