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Idee d'investimento - Obbligazioni 3 giugno 2014

3 Giugno 2014 10:00
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I risparmiatori sono maggiormente interessati ai propri obiettivi rispetto ai benchmark di mercato: ben il 77% sarebbe felice di raggiungere i propri obiettivi, anche se questo significa sottoperformare il mercato, e il 68% stabilisce un obiettivo di rendimento indipendentemente dall’andamento dei mercati.
È uno degli aspetti sorprendenti che affiora nell’articolo “La coerenza di un benchmark personalizzato”, che riprende i dati dell’indagine sugli investitori affluent e High Net Worth che Natixis Global Asset Management (NGAM) ha condotto a livello internazionale, all’interno del quale emerge pure il ruolo chiave della consulenza finanziaria per allestire portafogli efficienti e coerenti con il profilo di rischio del risparmiatore.

Restando in tema di consigli d’investimento, malgrado negli ultimi tempi i dati economici siano stati leggermente inferiori alle attese, sia negli Usa e sia, soprattutto, nell'area dell'euro, Joost Van Leenders di BNP Paribas Investment Partners mantiene la posizione sovrappesata nei seguenti comparti del mercato europeo: azioni, obbligazioni high-yield, settore immobiliare e titoli indicizzati all’inflazione.
Ne argomenta le ragioni nell’articolo dal titolo eloquente: “Probabile rialzo di mercati azionari e rendimenti obbligazionari”. Per Pimco però le banche centrali devono gestire più attentamente le aspettative sui tassi d’interesse al fine di bilanciare i rischi di instabilità finanziaria.

“Per gli investitori questo significa che rialzi aggressivi dei tassi sono meno probabili in un contesto di bassa inflazione in cui la stabilità finanziaria va protetta con attenzione. Ci attendiamo quindi che le banche centrali dei principali paesi sviluppati inaugureranno un ciclo di inasprimento monetario meno rigoroso che in passato” sottolinea Ben Emons, portfolio manager di PIMCO nell’articolo “Il terzo mandato: la stabilità finanziaria”.

Intanto le prime elezioni dopo l’esplosione della crisi del debito in area euro, è stata l’occasione per valutare il sentiment dei cittadini del Vecchio Continente verso le istituzioni europee dopo le misure di austerità introdotte in molti paesi.
Nell’articolo “Elezioni Europee e implicazioni di investimento” Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P.Morgan Asset Management è giunta alle seguenti conclusioni: “A breve termine è possibile che il risultato elettorale abbia limitate implicazioni di investimento e che il contesto politico europeo non cambierà in maniera significativa. Tuttavia nel lungo termine la presenza nel Parlamento Europeo di un numero significativo di esponenti di partiti euroscettici potrebbe frenare quel processo di rinnovamento e di rilancio auspicato. Il costo opportunità di ciò potrebbe essere elevato. Infatti un servizio di Ricerca del Parlamento Europeo ha stimato che una maggiore integrazione economica e politica a livello europeo potrebbe aggiungere 800 miliardi di Euro pari a circa il 6% al PIL dell’Europa contribuendo significativamente al rilancio della crescita e al calo degli indici di debito”.

Tuttavia, sebbene nell’Eurozona sia in aumento il rischio deflazione, è ancora presto per agire sui portafogli.
È questa la raccomandazione operativa che si sente di formulare Aymeric Forest, gestore del fondo Schroder Isf Global Multi-Asset Income. Un suggerimento che il gestore di Schroders articola in modo dettagliato ripercorrendo gli ultimi dati dell’inflazione e le possibili mosse della BCE nell’articolo “Attendere le mosse della BCE prima di agire sui portafogli”.

In ogni caso UBP, per catturare il potenziale di crescita dei paesi emergenti, suggerisce di investire nei bond societari.
Nell’articolo “I corporate bond per sfruttare la crescita degli emerging markets” affiora infatti che i bond corporate dei mercati emergenti permettono di esporsi verso il maggiore potenziale di crescita di tali paesi, con un rischio di credito simile a quello delle obbligazioni corporate dei mercati avanzati, il tutto offrendo un'efficiente diversificazione in un portafoglio obbligazionario sviluppato.
Per di più, nell’attuale contesto di bassi tassi d’interesse, questo tipo di bond assicura rendimenti più elevati e un compenso migliore per il rischio, rispetto alle emissioni corporate dei mercati sviluppati.

GAM, infine, raccomanda un approccio flessibile nel reddito fisso. Tim Haywood e Daniel Sheard, gestori del fondo GAM Star Dynamic Global Bond che dal suo lancio vanta una performance migliore del benchmark Citigroup World Government Bond Index, della categoria di riferimento Morningstar Global Bond ed anche del Barclays Global Aggregate Bond Index nell’articolo “Performance di prima classe con l'approccio flessibile” indicano le attuali opportunità di mercato:
“Guardando al futuro, continuiamo a vedere valore nei mercati emergenti e nel debito convertibile, quando un maggiore appetito per il rischio e ulteriori segni del miglioramento economico ridurranno la domanda per i titoli di Stato, i cosiddetti porti sicuri, e la prospettiva di crescita dei tassi d’interesse aumenterà la probabilità di perdite significative in questo segmento di mercato. Crediamo, tuttavia, che le valute dei mercati emergenti siano destinate a soffrire di una crescente volatilità e abbiamo pertanto adottato un approccio cauto in questa classe d’investimento”.
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