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Se la Russia piange l’Italia non può sorridere

29 Maggio 2014 16:17
financialounge -  crisi esportazioni italia lusso Russia ucraina
La crisi russo–ucraina è stata analizzata in campo economico – finanziario prevalentemente sotto il profilo dei possibili contraccolpi energetici. Una riduzione, o addirittura il taglio, degli approvvigionamenti di gas dalla Russia avrebbe impatti importanti sull’Europa, e sulla Germania e sull’Italia in particolare. Tuttavia se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente con sanzioni sempre più pesanti, l’Italia potrebbe pagarne un conto assai salato anche per molte altre ragioni.

Le relazioni tra i due paesi sono state, dalla caduta del Muro di Berlino in poi, molto costruttive e votate all’ampliamento del commercio bilaterale. Basti pensare che, solo nei primi 5 mesi di quest’anno, sono stati siglati l’importante accordo tra Eni e Gazprom per la fornitura di gas, l’ingresso del colosso energetico Rosneft nel capitale di Pirelli con un investimento di oltre 500 milioni di euro, l’intesa tra Autogrill e Rosneft per aprire fino a 40 punti di ristoro nelle stazioni autostradali russe.

Non è certo un caso che l’Italia sia, dopo la Germania, il principale partner commerciale europeo con la Russia con un interscambio annuale pari a oltre 31 miliardi di euro, in aumento del 10% nel 2013. Ogni sanzione commerciale decisa a livello internazionale contro la Russia ha pertanto forti contraccolpi per l’export del nostro paese verso Mosca.

Ma anche il made in Italy e, in particolare, il lusso è impattato dagli sviluppi negativi della crisi con l’Ucraina. I cittadini russi, a cui fa capo il 41 per cento del business luxury complessivo, nel primo trimestre dell’anno hanno speso molto meno a Milano. Nelle strade milanesi del lusso lo shopping degli stranieri evidenzia infatti una contrazione del 5 per cento, dovuto soprattutto alla crisi russa: con il rublo fortemente svalutato, i possidenti russi hanno infatti meno disponibilità a spendere.
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