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L’equity emerging markets offre ancora valore

29 Maggio 2014 14:20
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Sono due i temi affrontati da Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock, nel commento settimanale ai mercati del 27 maggio: se l’attuale bassa volatilità dei mercati porti a una vulnerabilità dei listini e l’idea che l’equity emerging markets offra valore relativo rispetto all’azionario dei paesi sviluppati.
Scopriamo insieme il percorso dello strategist per argomentare sulle due tematiche.

Mentre il mercato azionario tende a livelli più alti, gli investitori cercano di districarsi tra alcuni dati economici contrastanti. Non solo gli indici di Borsa avanzano ma anche la volatilità è scesa al livello più basso da oltre un anno.
“Una volatilità molto contenuta può rappresentare un aspetto negativo, in quanto il mercato può essere più vulnerabile ad alcuni shock esterni come l’esito delle elezioni in Europa e in Ucraina. Rimaniamo in sovrappeso sulle azioni per il medio lungo termine ma preferiamo adottare un po’ di cautela nel breve termine e concentrarci su aree di mercato che offrono un buon valore e protezione al ribasso” precisa Russ Koesterich.

Negli Stati Uniti, le vendite di case esistenti sono aumentate meno del previsto e una misura chiave della futura attività economica – il Chicago Fed National Activity Index – risultava piatto e al di sotto delle aspettative.
Delusioni anche in Europa per i dati inferiori alle attese sulle indagini della produzione e la survey dell’IFO tedesco.
Eppure, gli investitori non sembrano particolarmente turbati: non solo l’equity ha continuato a muoversi verso l'alto ma la volatilità risulta esprimere ancora un trend inferiore alle medie.
La scorsa settimana il VIX Index, che misura la volatilità delle azioni large cap statunitensi, è sceso sotto i 12 punti, il livello più basso dalla scorsa primavera e circa il 40 % al di sotto delle medie storiche.
L'ambiente positivo del credito benigno e le condizioni monetarie ancora ultra–accomodanti suggeriscono che la volatilità debba scivolare verso il basso, tuttavia il calo attuale sembra eccessivo.
Gli investitori sembrano trascurare il fatto che qualsiasi shock improvviso rischia di portare ad una correzione.

“Quest'anno, i settori del mercato che stanno soffrendo di più sono, in genere, quelli che hanno corso di più nel 2013 : biotech , aziende Internet e grande distribuzione. I rivenditori statunitensi sono un caso particolarmente interessante: questo settore è aumentato bruscamente nel 2013 sulle ali dell’ottimismo per una ripresa economica, con un’impennata delle valutazioni di Borsa di circa il 30 % negli ultimi 18 mesi” argomenta Russ Koesterich a proposito dei settori di Borsa per poi proseguire: “Oggi, però, i consumi negli Stati Uniti sono sono affatto in fase di accelerazione veloce come previsto , nonostante un'economia che sta migliorando. La crescita delle vendite al dettaglio è lenta , in aumento appena dello 0,2 % al mese , circa la metà della media di lungo periodo”.
Altre prove sul momento non facile del settore sono venute la scorsa settimana da diversi rivenditori tra i quali Dick Sporting Goods , Staples e Best Buy, che hanno riportato profitti deludenti.
“Per tutte queste ragioni preferiamo restare cauti sulla grande distribuzione e sulle altre aziende del settore dei beni voluttuari. Al contrario favoriamo le grandi aziende e le mega-cap che offrono un miglior valore e un potenziale di resistenza nel caso in cui tornasse a crescere la volatilità dei mercati” spiega Russ Koesterich.

Alcuni dei peggiori settori dello scorso anno si stanno dimostrando quest’anno più resistenti, in particolare quelli che offrono un valore relativo come, per esempio, i mercati emergenti.
Gli investitori emerging markets hanno recentemente dovuto fare i conti con un crescente elenco di questioni geopolitiche. In aggiunta alle elezioni di domenica scorsa in Ucraina, gli investitori sono ora alle prese con l'aumento del rischio geopolitico in Asia.
In Thailandia, il capo dell'esercito ha preso il controllo del paese, ha dichiarato la legge marziale e sospeso la costituzione due giorni dopo. Tuttavia, gli investitori sembrano non aver preso molto seriamente l'evento (forse perché si tratta del 12 ° colpo di stato militare in Thailandia dal 1932) e il mercato azionario di Bangkok ha registrato solo una piccola perdita settimanale.Una delle ragioni che può spiegare questa risposta contenuta sta nelle valutazioni degli emerging markets che restano modeste rispetto a quelle dei mercati sviluppati.
Il rapporto prezzo utili (p/e) per i paesi sviluppati è cresciuto di quasi il 40 % negli ultimi due anni, mentre nei Paesi in via sviluppo l’aumento è stato solo del 20%. Se è vero che gli emerging markets non sono a buon mercato, è però vero che offrono valore relativo rispetto ai mercati sviluppati, il che aiuta a spiegare i motivi per cui hanno sovraperformato i mercati sviluppati di circa il 4 % finora nel mese di maggio.

“In breve, il fatto che l’equity dei Paesi emergenti abbia resistito ai recenti rischi geopolitici sostiene l'idea che, sebbene possano essere più volatili, le azioni emerging markets offrono un valore relativo in un mondo in cui molte classi di attività sono correttamente valutate” conclude Russ Koesterich.
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