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La Grande Moderazione 2.0

8 Maggio 2014 16:05
financialounge -  economia Fondi obbligazionari grande depressione inflazione mercati azionari prestiti
Appena cinque anni dopo la peggiore crisi finanziaria e la recessione dalla Grande Depressione, gli Stati Uniti e gli altri paesi avanzati stanno mostrando una stabilità nella crescita del PIL e nella creazione di nuovi posti di lavoro rispetto a quanto si è assistito nei due decenni prima della crisi: è la cornice in cui si sviluppa l’epoca che è già stata battezzata come la Grande Moderazione, caratterizzata da un'espansione economica mondiale che durerà più a lungo rispetto alle precedenti.

La dinamica della crescita dei principali paesi industriali è la più bassa dal 2007 ed è la metà di quella dei 20 anni a partire dal 1987, secondo i calcoli degli economisti sulla base dei dati del Fondo Monetario Internazionale. Anche gli investitori sono meno avidi del passato, attenti a misurare i rischi nell’utilizzare le opzioni per prevedere le fluttuazioni delle azioni, delle valute, delle materie prime e delle obbligazioni al livello minimo degli ultimi quasi sette anni.

"Ecco perché io l’ho definita Grande Moderazione 2.0" ha dichiarato John Normand, capo della divisione cambi internazionali e strategist sui tassi presso la J.P. Morgan Chase & Co. di Londra. Una tale calma sta finalmente fornendo un supporto alle azioni rispetto alle obbligazioni e sta dando alle aziende e ai consumatori quella chiarezza a lungo cercata per tornare a spendere. Questo tuttavia non significa che le cicatrici della crisi siano completamente guarite: la crescita è ancora ridotta ed esiste la minaccia che gli investitori ripetano l'assunzione eccessiva di rischi che ha trasformato il boom del passato in bolle speculative.

Un’importante casa d’investimento americana è arrivata alla conclusione che la forte regolamentazione delle banche e l’elevato debito dei consumatori produce prestiti meno facili rispetto al passato determinando una crescita economica più moderata: nell'area dell'euro, per esempio, i prestiti alle imprese e alle famiglie si è ridotta del 2,2 per cento in marzo da un anno prima, secondo la Banca centrale europea.

Questa maggiore tranquillità del mercato sembra tuttavia che non possa durare tutto l'anno, dal momento che il ciclo economico tenderà ad essere più maturo mentre aumenteranno le preoccupazioni di inflazione.
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