Contatti

borsa

Fiat, il titolo in borsa recupera dopo la caduta di ieri

8 Maggio 2014 11:27
financialounge -  borsa FCA fiat
La casa automobilista Fiat recupera oggi in Borsa dopo il crollo di ieri in scia alla presentazione del piano industriale e dei conti del primo trimestre del 2014. Il titolo sale del 2% circa (ore 11.02) favorito anche dalla decisione della Consob di vietare temporaneamente per la seduta di oggi le vendite allo scoperto. Il divieto riguarda le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilità dei titoli Fiat che rafforza il divieto di vendite allo scoperto nude, già in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre 2012 sulla base di un Regolamento Comunitario.

La débacle di ieri è stata epocale: in una sola seduta il Lingotto ha bruciato 1,24 miliardi di euro di capitalizzazione registrando un crollo in chiusura dell’11,69% dopo diverse sospensioni in asta di volatilità per eccesso di ribasso e il 6,8% del capitale passato di mano (86 milioni di azioni). Da cosa dipende questa raffica di vendite?

I conti del primo trimestre chiuso con una perdita netta di 319 milioni di euro (a causa di alcune partite straordinarie) e il piano industriale non hanno convinto il mercato che nutre dubbi sulla capacità del Lingotto di raggiungere i target al 2018. Il piano presentato a Detroit il sei maggio, definito coraggioso dallo stesso management, prevede 7 milioni di auto vendute nel 2018 dagli attuali 4,6 milioni, 94 nuovi modelli, investimenti per 55 miliardi, e un fatturato 2018 di 132 miliardi di euro, un utile operativo a (Ebit) a 9 miliardi rispetto ai 3,5 del 2013 e un utile netto di 5 miliardi di euro (4 euro per azione).

Il mercato guarda poi all’indebitamento: il debito netto industriale è atteso attorno ai 10 miliardi fino al 2016 per gli investimenti più elevati nel periodo e successivamente la strategia di riduzione prevede che si riduca in modo deciso fino quasi ad annullarsi nel 2018 grazie alla crescita delle vendite e il miglioramento della redditività.

Inoltre, la Fiat ha promesso che non manderà a casa nessuno dei suoi dipendenti italiani. Produrre in Italia, ha rilevato l’ad Sergio Marchionne, è conveniente perché gli stabilimenti ci sono già e i costi di trasporto nei vari paesi del mondo nei segmenti premium non incidono molto sul prezzo finale. Nel Belpaese verranno così prodotte le nuove Alfa (8 nuovi modelli), per cui Marchionne ha smentito le ipotesi di scorporo, e 200mila Jeep. “È un piano coraggioso e di rottura, è un piano che parla di impegno e di ambizione per Fiat Chrysler Automobiles nel mondo. L’inizio di un salto evolutivo", hanno scritto Sergio Marchionne e John Elkann in una lettera ai 300.00 dipendenti del gruppo.
Share:
Read more:
Trending