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È il settore immobiliare il pericolo maggiore in Cina
16 Aprile 2014 09:35

cio statistiche cinese ha dichiarato oggi a Pechino che il prodotto interno lordo del paese è aumentato del 7,4 per cento nel periodo gennaio - marzo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: un valore che si confronta con la stima media del 7,3% emersa in un recente sondaggio degli analisti internazionali e che risulta in calo rispetto al 7,7% registrato nel quarto trimestre del 2013. La produzione industriale e gli investimenti di capitale fisso hanno trainato l’espansione del primo trimestre di quest’anno.
Al contrario la crescita degli investimenti immobiliari è stata la più debole dal primo trimestre dal 2009 mentre i segnali relativi alla stretta sul credito e la domanda di prestiti che si sta affievolendo, vanno ad aggiungersi ai pericoli economici e di default visto che il premier Li Keqiang è alle prese con i rischi di sistema bancario ombra e del debito locale governativo.
"Il mercato immobiliare è probabilmente il rischio più grande di quest'anno perché questa tendenza recessiva non può essere controllata completamente dalle politiche del governo” ha sottolineato Shuang Ding, un economista senior cinese presso una importante banca d’affari USA con sede a Hong Kong, che ha poi aggiunto: “Mentre il governo può astenersi da stimolo su larga scala, dovrà adottare un allentamento monetario mirato in questo trimestre soprattutto nel settore immobiliare”.
È interessante notare come diversi analisti internazionali, come quelli di Citigroup, di Mizuho Securities Asia Ltd. e dell’ANZ, Australia & New Zealand Banking Group Ltd, abbiano messo in dubbio l'esattezza del dato di crescita del 7,4 per cento. Per esempio, Shen Jianguang, capo economista presso Mizuho Securities Asia a Hong Kong, ha affermato che ha trovato il numero diramato dalle fonti governative cinesi difficile da conciliare con il deterioramento dell'attività economica nel mese di marzo. Liu Li-Gang, capo economista Greater China presso l’ANZ di Hong Kong, ha invece precisato in una nota che la crescita della produzione industriale del mese scorso suggerisce che l’effettiva crescita economica della Cina potrebbe attestarsi tra il 7 e il 7,2 per cento.
"In ogni caso, tutti gli indicatori previsionali restano deboli e la crescita è destinata a continuare a rallentare" ha tagliato corto Stephen Green, responsabile della ricerca Greater China presso Standard Chartered Plc a Hong Kong, concludendo: "Ci aspettiamo un mix di moderato di allentamento monetario nel corso dei prossimi mesi e misure di riforma più aggressive".
Al contrario la crescita degli investimenti immobiliari è stata la più debole dal primo trimestre dal 2009 mentre i segnali relativi alla stretta sul credito e la domanda di prestiti che si sta affievolendo, vanno ad aggiungersi ai pericoli economici e di default visto che il premier Li Keqiang è alle prese con i rischi di sistema bancario ombra e del debito locale governativo.
"Il mercato immobiliare è probabilmente il rischio più grande di quest'anno perché questa tendenza recessiva non può essere controllata completamente dalle politiche del governo” ha sottolineato Shuang Ding, un economista senior cinese presso una importante banca d’affari USA con sede a Hong Kong, che ha poi aggiunto: “Mentre il governo può astenersi da stimolo su larga scala, dovrà adottare un allentamento monetario mirato in questo trimestre soprattutto nel settore immobiliare”.
È interessante notare come diversi analisti internazionali, come quelli di Citigroup, di Mizuho Securities Asia Ltd. e dell’ANZ, Australia & New Zealand Banking Group Ltd, abbiano messo in dubbio l'esattezza del dato di crescita del 7,4 per cento. Per esempio, Shen Jianguang, capo economista presso Mizuho Securities Asia a Hong Kong, ha affermato che ha trovato il numero diramato dalle fonti governative cinesi difficile da conciliare con il deterioramento dell'attività economica nel mese di marzo. Liu Li-Gang, capo economista Greater China presso l’ANZ di Hong Kong, ha invece precisato in una nota che la crescita della produzione industriale del mese scorso suggerisce che l’effettiva crescita economica della Cina potrebbe attestarsi tra il 7 e il 7,2 per cento.
"In ogni caso, tutti gli indicatori previsionali restano deboli e la crescita è destinata a continuare a rallentare" ha tagliato corto Stephen Green, responsabile della ricerca Greater China presso Standard Chartered Plc a Hong Kong, concludendo: "Ci aspettiamo un mix di moderato di allentamento monetario nel corso dei prossimi mesi e misure di riforma più aggressive".
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