Budget della sanità in ascesa per l’Arabia Saudita

lato il 25% delle riserve petrolifere mondiali. Dall’altro un sistema sanitario nazionale tra i più arretrati sul pianeta con carenze strutturali di personale medico e sanitario specializzato, infrastrutture e macchinari. È questa la realtà che l’Arabia Saudita vuole cancellare per portare gli standard del paese per quanto riguarda la sanità a livelli più consoni alle finanze di uno degli stati più ricchi al mondo.

Il Governo di Riad ha già quasi quadruplicato in 5 anni gli investimenti del settore che nel 2013 hanno toccato quota 26 miliardi di dollari. Ma ora gli sviluppi sono ancora più ambiziosi. Il budget annuo stanziato dal governo per il settore sanitario dovrebbe crescere fino ai 46 miliardi di dollari del 2017, a partire dai 28,8 miliardi del bilancio di quest’anno.

Per vincere la scommessa il Governo di Riad ha aperto a partner internazionali il grande business della sanità che potranno fornire soprattutto know how nelle infrastrutture e nelle apparecchiature mediche. Basti pensare che, mentre in fase di realizzazione si contano già 132 ospedali per circa 34 mila posti letto, nell’elenco delle opere per il 2014 figurano 11 nuovi ospedali, due città dedicate alla medicina, 11 centri di assistenza qualificata e una decina di cliniche specializzate.

Le facilitazioni per le imprese estere sono molto allettanti: la corporate tax è al 20% e le joint venture con partner locali sono piuttosto semplici dal punto di vista anche burocratico da avviare. Con un pil in crescita media al 5% annuo, l’Arabia Saudita ha quindi ottime possibilità di raggiungere gli obiettivi della spesa pubblica sanitaria portando gli investimenti agli stessi livelli di difesa e istruzione, i due settori da sempre top spender per Riad.