settore tecnologico
Quando la censura colpisce i social network
24 Marzo 2014 14:10

o a non molto tempo fa la censura dei governi e delle dittature era connotata prevalentemente (se non esclusivamente) con il bavaglio ai giornali e alle televisioni, con l’avvento dei nuovi media, non è più così. Ne è un esempio lampante la decisione, adottata dal presidente turco Erdogan, di oscurare venerdi scorso nel paese Twitter.
Il provvedimento, imposto dall’autorità delle tlc turche Btk, è legato alla pubblicazione di intercettazioni telefoniche compromettenti che coinvolgono il premier della Turchia mentre parla con il figlio del più grave scandalo di corruzione degli ultimi anni nel paese.
Ma la vicenda, per quanto grave dal punto di vista dei diritti dei cittadini come prontamente puntualizzato dal commissario europeo per le nuove tecnologie e persino in prima pagina dall’Osservatore Romano, ha alzato il velo su un altro importante aspetto che forse non tutti conoscevano: la Turchia, in base a una ricerca eMarketer, vanta la più alta penetrazione, pari al 31,1% del totale, di utenti Twitter sul totale degli fruitori nazionali di internet. Precede, in questa speciale graduatoria, il Giappone (29,7%), l’Olanda (il 29,1%), il Venezuela (28,2%) e le Filippine (25,6%).
Il provvedimento, imposto dall’autorità delle tlc turche Btk, è legato alla pubblicazione di intercettazioni telefoniche compromettenti che coinvolgono il premier della Turchia mentre parla con il figlio del più grave scandalo di corruzione degli ultimi anni nel paese.
Ma la vicenda, per quanto grave dal punto di vista dei diritti dei cittadini come prontamente puntualizzato dal commissario europeo per le nuove tecnologie e persino in prima pagina dall’Osservatore Romano, ha alzato il velo su un altro importante aspetto che forse non tutti conoscevano: la Turchia, in base a una ricerca eMarketer, vanta la più alta penetrazione, pari al 31,1% del totale, di utenti Twitter sul totale degli fruitori nazionali di internet. Precede, in questa speciale graduatoria, il Giappone (29,7%), l’Olanda (il 29,1%), il Venezuela (28,2%) e le Filippine (25,6%).
Trending