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Le sirene USA richiamano il made in Italy

17 Marzo 2014 09:10
financialounge -  consumi crescita economica Made In Italy settore energetico shale oil USA
C’è un particolare che la crisi tra Russia e Ucraina ha fatto riemergere con forza: l’indipendenza energetica degli Stati Uniti.

Il paese, in virtù dello sfruttamento dello shale gas e dello shale oil, sta moltiplicando gli investimenti per sfruttare al meglio la nuova metodologia di estrazione di risorse energetiche: entro il 2015 dovrebbero essere completate le prime riconversioni da import a export dei terminali di gas naturale in Texas e Louisiana.

Nei prossimi 15 anni, gli States diventeranno esportatori netti di gas e petrolio con notevoli ricadute positive sul tessuto economico, sociale e industriale dell’intero paese. In particolare, fanno notare gli analisti, emerge con evidenza il notevole vantaggio competitivo di cui l’industria locale potrà giovarsi nonchè gli immensi benefici su crescita economica, aumento di consumi, riduzione del deficit pubblico e di quello commerciale.
In questo contesto le imprese internazionali vedono negli USA, oggi più che mai, uno dei mercati con le migliori prospettive a medio lungo termine. Un paese capace di garantire un sistema politico e giuridico stabile, una burocrazia attenta alle effettive esigenze delle imprese, elevati standard qualitativi per infrastrutture e servizi, una logistica all’avanguardia e una pubblica amministrazione snella.

Non a caso, le più dinamiche imprese italiane puntano con ancora maggiore decisione sugli Stati Uniti: basti pensare che nei primi mesi del 2013, l’export italiano negli USA è aumentato del 3,1% su base annua portando il saldo commerciale in territorio positivo per 18 miliardi di dollari.
Se la parte del leone del made in Italy per gli USA la fanno soprattutto i macchinari e la moda, cresce il peso specifico anche dell’agroalimentare e vini, dell’arredamento e della tecnologia.
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