imprese
I mille miliardi di grandi opere nel Golfo
14 Marzo 2014 09:10
vero che per le imprese italiane che disporre di importanti sbocchi all’estero è vitale per la sopravvivenza nel medio lungo termine, le opportunità che si verranno a creare nei prossimi 6 anni nel Golfo Persico rappresentano una occasione davvero unica. Tra autostrade, porti, nuove città, raffinerie, linee ferroviarie tradizionali e ad alta velocità, metropolitane, impianti ad energia rinnovabile, ospedali e scuole, si contano entro il 2030 ben 117 mega progetti per un controvalore complessivo di oltre mille miliardi di dollari: il 73% di questi progetti ha un valore stimato di almeno 10 miliardi di dollari ognuno.
Le previsioni, elaborate in base ai piani di spesa degli Emirati Arabi Uniti, dell’Arabia Saudita, del Qatar, dell’Oman, del Kuwait e dell’Iraq, indicano un totale di spesa per le grandi opere di 80 miliardi di dollari per quest’anno, di 100 miliardi per il prossimo anno, di 150 miliardi per il 2016, di 120 miliardi per il 2017, di 100 miliardi per il 2018 e di 70 miliardi per il 2019.
Per quanto riguarda poi la destinazione di questi ingenti flussi d’investimento messi in agenda dai Paesi del Golfo Persico, il 46% confluirà sulle costruzioni, il 22% nell’ambito dei trasporti, il 20% nell’energia, il 2% nelle risorse idriche mentre il restante 10% sarà frazionato in tanti altri segmenti. Questo vero e proprio ingorgo di grandi opere richiederà 1,2 milioni di nuovi lavoratori e di 135 mila tra professionisti (ingegneri, avvocati, architetti, medici) e personale altamente qualificato: ciò potrebbe provocare una concorrenza agguerrita tra i diversi Governi dell’area del Golfo a tutto vantaggio delle imprese estere specializzate. Tra le quali le italiane possono ritagliarsi un ruolo non secondario.
La commessa che Impregilo si è aggiudicata per la progettazione e la realizzazione della “Red Line North Underground” di Doha indetta dalla Qatar Railways Company e quella vinta da Ansaldo STS chiamata a realizzare la parte tecnologica sulla linea più lunga, oltre 40 km, delle nuove linee metro di Riyadh in Arabia Saudita, rappresentano esempi concreti che vanno proprio in questa direzione.
Le previsioni, elaborate in base ai piani di spesa degli Emirati Arabi Uniti, dell’Arabia Saudita, del Qatar, dell’Oman, del Kuwait e dell’Iraq, indicano un totale di spesa per le grandi opere di 80 miliardi di dollari per quest’anno, di 100 miliardi per il prossimo anno, di 150 miliardi per il 2016, di 120 miliardi per il 2017, di 100 miliardi per il 2018 e di 70 miliardi per il 2019.
Per quanto riguarda poi la destinazione di questi ingenti flussi d’investimento messi in agenda dai Paesi del Golfo Persico, il 46% confluirà sulle costruzioni, il 22% nell’ambito dei trasporti, il 20% nell’energia, il 2% nelle risorse idriche mentre il restante 10% sarà frazionato in tanti altri segmenti. Questo vero e proprio ingorgo di grandi opere richiederà 1,2 milioni di nuovi lavoratori e di 135 mila tra professionisti (ingegneri, avvocati, architetti, medici) e personale altamente qualificato: ciò potrebbe provocare una concorrenza agguerrita tra i diversi Governi dell’area del Golfo a tutto vantaggio delle imprese estere specializzate. Tra le quali le italiane possono ritagliarsi un ruolo non secondario.
La commessa che Impregilo si è aggiudicata per la progettazione e la realizzazione della “Red Line North Underground” di Doha indetta dalla Qatar Railways Company e quella vinta da Ansaldo STS chiamata a realizzare la parte tecnologica sulla linea più lunga, oltre 40 km, delle nuove linee metro di Riyadh in Arabia Saudita, rappresentano esempi concreti che vanno proprio in questa direzione.
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