asset allocation
Le tante opportunità del multi asset
13 Marzo 2014 09:10
a una volta il portafoglio bilanciato e quello flessibile. Il primo, nella migliore delle ipotesi, partiva da una asset allocation classica per quanto riguardava le azioni, i bond e la liquidità, per poi andare a ripartire, per ciascuna di queste tre asset class, la migliore diversificazione geografica e valutaria.
Il fondo flessibile, invece, consentiva di svincolate il gestore dal benchmark permettendogli di posizionarsi al meglio sulle tre asset class principali, al limite anche tra zero e 100% in azioni, o in bond o in strumenti monetari. Le performance ottenute da portafogli di questo tipo hanno tuttavia mostrato dal 2007-2008 dei notevoli limiti. Il bilanciato classico resta sempre troppo esposto all’andamento della componente azionaria di portafoglio mentre il flessibile è eccessivamente legato al timing di scelta del gestore nel posizionamento sulle asset class.
L’evoluzione di questi portafogli ha portato l’industria internazionale dell’asset management a studiare e a mettere a punto portafogli multi asset capaci di ottimizzare il rapporto rischio/rendimento, riducendo l’eccessiva dipendenza all’equity e in grado di sfruttare le tante opportunità di una gestione flessibile.
Al centro dell’approccio multi asset c’è la diversificazione che però è allargata: non limitata soltanto ad azioni, obbligazioni e mercato monetario, ma anche agli investimenti immobiliari, alle commodity, alle strategie di investimento alternative, al mercato valutario. Trovare di volta in volta il mix appropriato per ottimizzare la giusta dose di potenzialità di performance e rischio atteso, è il compito più complesso che i gestori di fondi multi asset devono affrontare: riuscirci consente loro però di affrontare i mercati in modo di adattarsi meglio alle correzioni senza precludersi nessuna delle opportunità presenti sui listini finanziari.
Il fondo flessibile, invece, consentiva di svincolate il gestore dal benchmark permettendogli di posizionarsi al meglio sulle tre asset class principali, al limite anche tra zero e 100% in azioni, o in bond o in strumenti monetari. Le performance ottenute da portafogli di questo tipo hanno tuttavia mostrato dal 2007-2008 dei notevoli limiti. Il bilanciato classico resta sempre troppo esposto all’andamento della componente azionaria di portafoglio mentre il flessibile è eccessivamente legato al timing di scelta del gestore nel posizionamento sulle asset class.
L’evoluzione di questi portafogli ha portato l’industria internazionale dell’asset management a studiare e a mettere a punto portafogli multi asset capaci di ottimizzare il rapporto rischio/rendimento, riducendo l’eccessiva dipendenza all’equity e in grado di sfruttare le tante opportunità di una gestione flessibile.
Al centro dell’approccio multi asset c’è la diversificazione che però è allargata: non limitata soltanto ad azioni, obbligazioni e mercato monetario, ma anche agli investimenti immobiliari, alle commodity, alle strategie di investimento alternative, al mercato valutario. Trovare di volta in volta il mix appropriato per ottimizzare la giusta dose di potenzialità di performance e rischio atteso, è il compito più complesso che i gestori di fondi multi asset devono affrontare: riuscirci consente loro però di affrontare i mercati in modo di adattarsi meglio alle correzioni senza precludersi nessuna delle opportunità presenti sui listini finanziari.
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