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Tesla dal lusso al militare

26 Febbraio 2014 15:30
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Quando si dice Tesla, la prima cosa che salta in mente sono le automobili. E su questo fronte le cose per la società americana non vanno molto bene. Pochi giorni fa il titolo della casa automobilistica è crollato in Borsa a causa del terzo incendio in soli due mesi di una delle sue ammiraglie elettriche la Model S. Certo, l’incendio è stato un caso fortuito e non imputabile a difetti costruttivi, ma il titolo ha registrato un tracollo, lasciando sul terreno il 14% del suo valore, che è così sceso a quota 139 dollari.

D’altronde il valore dell’azienda, dopo il record dei 200 dollari ad azioni ed una capitalizzazione di borsa vicini ai 20 miliardi di dollari, si sta piano piano sgonfiando, attestandosi intorno ai 17 miliardi di dollari, cifra che rimane comunque considerevole, soprattutto se confrontata con le altre big del settore automobilistico: le azioni General Motors ad esempio fluttuano sui 36 dollari, la Toyota si aggira sui 127 dollari ad azione, mentre Ford viaggia sui 16,8 dollari, ma con una produzione di oltre 5 milioni di vetture nel 2012. Il costruttore californiano invece si attesta sulle 20 mila vetture annue. La borsa sembra aver capito forse, che quello di Tesla potrebbe essere business differente dalla produzione automobilistica di massa e qualcosa di diverso ancora dall’avere una vettura di extra lusso ferma in garage.

“Crediamo che i giorni in cui Tesla era conosciuta unicamente come una casa automobilistica siano contati” ha dichiarato qualche giorno fa uno degli analisti di Morgan Stanley.

L’impatto della tecnologia sviluppata da Elon Musk, CEO di Tesla, potrebbe trovare nuove strade, proprio a partire dalla sua punta di diamante: le batterie. Tra i nuovi piani di sviluppo sembra infatti esserci una gigantesca fabbrica di produzione di batterie agli ioni di litio, con cui alimentare le automobili prodotte e non solo. Costruire una fabbrica propria, senza quindi doverne ricorrere all’acquisto, garantirebbe molteplici vantaggi: da un abbattimento di costi per le proprie automobili, all’impiego di queste ultime in altri ambiti, quali ad esempio l’immagazzinamento dell’energia elettrica tramite pannelli solari sui tetti californiani. Una duplice rivoluzione quindi, da un lato una riduzione dei prezzi di listino delle auto elettriche, le cui batterie incidono fortemente sul costo finale del veicolo, e dall’altro la possibilità di diversificare l’utilizzo delle proprie conoscenze mettendosi a disposizione in differenti campi, dalle rinnovabili al settore militare. E proprio in questo ultimo Andrea James analista della Dougherty & Company, ha espresso il suo entusiasmo dichiarando che le batterie potranno essere utilizzate anche in operazioni militari con veicoli aerei senza equipaggio. Ancora più entusiasta Morgan Stanley che definisce il ruolo di Tesla nel mercato automobilistico “disruptive” dirompente, capace di disegnare nuove regole in un settore che non vede innovazione da oltre un secolo.
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