ETF
La relazione inversa tra oro e tassi reali
24 Febbraio 2014 12:15
erando il valore attuale dell’oro, si può osservare che, se corretto per i rendimenti reali del mercato obbligazionario americano, il prezzo del metallo prezioso è molto simile al valore che aveva prima della crisi, nonostante il fatto che le quotazioni nominali correnti (circa 1.300 dollari per oncia) siano salite di oltre il 50% rispetto alla media del primo semestre 2007 (656 dollari l’oncia). Ciò suggerisce che ogni eventuale premio incorporato nel prezzo dell’oro in seguito alla crisi del credito per effetto dell’avversione al rischio degli investitori dovrebbe essere ormai stato eliminato, il che pare logico data la ripresa dei mercati azionari. Questo prezzo dell’oro corretto per i rendimenti reali, che tiene conto dei rendimenti reali e del costo opportunità di detenere oro per un investitore, è un utile barometro per giudicare le valutazioni dell’oro in diversi regimi e rispetto ad altri asset.
“Certo, altri fattori possono incidere e senz’altro incidono sulle valutazioni dell’oro, come il lancio di nuovi prodotti per investire in oro (come gli ETF sull’oro), i precedenti rendimenti dell’oro, la propensione al rischio degli investitori, gli acquisti delle banche centrali e le politiche dei governi, come gli sforzi dell’India per limitare le importazioni di oro. Ulteriori fattori sono i rendimenti reali globali e il valore del dollaro americano rispetto ad altre valute globali. Tuttavia, si può affermare che i differenziali di rendimento reale tra paesi influenzano anche i livelli relativi delle valute, quindi potrebbe esserci un effetto di annullamento reciproco tra queste variabili” spiga Nicholas J. Johnson, Executive Vice President Portfolio Manager di Pimco che, infatti, ritiene che i rendimenti reali siano comunque il singolo fattore più importante.
“Via via che l’oro diventa sempre più un’attività finanziaria, quando i rendimenti reali salgono, i prezzi dell’oro dovrebbero scendere per mantenere un dato livello di domanda finanziaria rispetto alle altre opportunità degli investitori. Analogamente, quando i rendimenti reali scendono, ci aspettiamo che il prezzo dell’oro salga” argomenta Nicholas J. Johnson.
Gli investitori dovrebbero essere consapevoli della relazione tra oro e rendimenti reali, perché ha importanti implicazioni sul loro modo di considerare il ruolo del metallo giallo nel loro portafoglio nell’ambito dell’asset allocation e dei fattori di rischio. Inoltre, tenere conto del livello dei rendimenti reali consente di avere un quadro più puro di quello che sia il valore di fondo dell’oro, e può aiutare gli investitori a determinare meglio la propria esposizione all’oro nell’ambito dei propri portafogli.
“Indubbiamente, è difficile prevedere il futuro andamento dei rendimenti reali. In prospettiva, ci aspettiamo che la Federal Reserve agisca con molta gradualità nel ridurre la sua politica accomodante e che i rendimenti reali americani a 10 anni rimangano relativamente stabili nei prossimi mesi sui livelli attuali, con un impatto neutrale sulle quotazioni nominali dell’oro” conclude Nicholas J. Johnson.
“Certo, altri fattori possono incidere e senz’altro incidono sulle valutazioni dell’oro, come il lancio di nuovi prodotti per investire in oro (come gli ETF sull’oro), i precedenti rendimenti dell’oro, la propensione al rischio degli investitori, gli acquisti delle banche centrali e le politiche dei governi, come gli sforzi dell’India per limitare le importazioni di oro. Ulteriori fattori sono i rendimenti reali globali e il valore del dollaro americano rispetto ad altre valute globali. Tuttavia, si può affermare che i differenziali di rendimento reale tra paesi influenzano anche i livelli relativi delle valute, quindi potrebbe esserci un effetto di annullamento reciproco tra queste variabili” spiga Nicholas J. Johnson, Executive Vice President Portfolio Manager di Pimco che, infatti, ritiene che i rendimenti reali siano comunque il singolo fattore più importante.
“Via via che l’oro diventa sempre più un’attività finanziaria, quando i rendimenti reali salgono, i prezzi dell’oro dovrebbero scendere per mantenere un dato livello di domanda finanziaria rispetto alle altre opportunità degli investitori. Analogamente, quando i rendimenti reali scendono, ci aspettiamo che il prezzo dell’oro salga” argomenta Nicholas J. Johnson.
Gli investitori dovrebbero essere consapevoli della relazione tra oro e rendimenti reali, perché ha importanti implicazioni sul loro modo di considerare il ruolo del metallo giallo nel loro portafoglio nell’ambito dell’asset allocation e dei fattori di rischio. Inoltre, tenere conto del livello dei rendimenti reali consente di avere un quadro più puro di quello che sia il valore di fondo dell’oro, e può aiutare gli investitori a determinare meglio la propria esposizione all’oro nell’ambito dei propri portafogli.
“Indubbiamente, è difficile prevedere il futuro andamento dei rendimenti reali. In prospettiva, ci aspettiamo che la Federal Reserve agisca con molta gradualità nel ridurre la sua politica accomodante e che i rendimenti reali americani a 10 anni rimangano relativamente stabili nei prossimi mesi sui livelli attuali, con un impatto neutrale sulle quotazioni nominali dell’oro” conclude Nicholas J. Johnson.
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