Concorrenza più agguerrita all’export italiano

Per ora si tratta solo di stime, sebbene molto incoraggianti. Ma nel 2013 l'Italia dovrebbe essere riuscita a superare il record storico dell’anno precedente in fatto di surplus commerciale: già in base alle anticipazioni, a novembre il saldo si attestava a quota 88,7 miliardi di euro.

Le proiezioni sull’intero anno, sono supportate dai brillanti dati ufficiali del terzo trimestre nel quale il nostro paese si è piazzato al quinto posto (dietro Cina, Germania, Corea del Sud e Giappone) nella graduatoria mondiale della bilancia commerciale esclusi i minerali energetici con un saldo positivo di 27,8 miliardi di euro: pur tenendo conto dei minerali energetici e dei loro derivati, il saldo trimestrale resta ampiamente positivo per 10,4 miliardi.

I problemi, tuttavia, non mancano. In primis l’euro forte (soprattutto rispetto allo yen e alle principali divise dei paesi in via di sviluppo) che zavorra molte ulteriori potenzialità per le nostre imprese esportatrici. In secondo luogo, in diversi settori affiorano particolari problematiche strutturali.

Un esempio da manuale è rappresentato dal settore degli yatch, dove la leadership mondiale nel segmento dei grandi yatch (tra i 24 e i 40 metri di lunghezza) è stata finora italiana. Complice la crisi, è stato registrato un numero minore di ordinativi mentre è cresciuto, in parallelo, quello relativo ai cosiddetti mega yatch, le grandi imbarcazioni oltre i 70 metri: ad oggi cono 65 le consegne di questi colossi dell’acqua entro il 2017 ma poche sono state aggiudicate da imprese italiane.